LE REAZIONI
Posta chiusa 5 mesi a Ronchi, dure critiche da Dijust e Vecchiet
Il capogruppo di Noi Moderati chiede garanzie per anziani e più deboli. L’ex sindaco: «Una vergogna, serve ufficio mobile».
Le minoranze consiliari di Ronchi dei Legionari non hanno digerito la notizia della prolungata chiusura dell’Ufficio Postale cittadino. Il primo a muovere le critiche è il capogruppo di Noi Moderati, Boris Dijust. «Tempo fa in un incontro con il sindaco Benvenuto avevamo parlato di un suo intervento contro la chiusura totale dell’Ufficio di Postale di Ronchi a seguito dei lavori condividendo la richiesta di avere almeno un ufficio mobile – scrive Dijust - la mancata volontà di Poste Italiane di voler garantire un servizio sul territorio di Ronchi sostituendolo solo con uno sportello dedicato a Monfalcone per 5 o probabilmente più mesi è inaccettabile».
«Il servizio alla cittadinanza di Ronchi sul territorio comunale deve essere garantito soprattutto per le fasce più deboli che non hanno la possibilità di spostarsi – continua il consigliere di minoranza – la nostra è una città di 12mila abitanti e non ci saremmo mai aspettati questa mancanza di sensibilità e attenzione di Poste Italiane che a Ronchi già offre un servizio non commisurato alle reali esigenze cittadine con lunghi tempi di attesa, non imputabili certamente alle capacità del personale ma al numero di sportelli».
«Un container coibentato e già allestito con i requisiti necessari si può affittare e in giornata può arrivare da mezza Europa» suggerisce ancora Dijust.
«Aspettiamo un potenziamento degli sportelli dei comuni limitrofi che giocoforza dovranno far fronte alle reali esigenze del loro comune e in più dei ronchesi che dovranno spostarsi. E non dimentichiamo che l’Ufficio Postale di Fogliano da marzo è ancora chiuso» così in chiusura il capogruppo di Noi Moderati.
«Una vergogna»: definisce così la vicenda l’ex sindaco Livio Vecchiet della lista civica Insieme per Ronchi. «Il Sindaco, sempre impegnato in appuntamenti mondani – sono le parole di Vecchiet - ha ringraziato Poste Italiane per questi lavori di ammodernamento inderogabili, ed ha espresso unicamente la sua preoccupazione per i disagi che comporterà questa chiusura, una risposta decisamente vergognosa».
«Alcuni cittadini hanno già iniziato giustamente a protestare, noi riteniamo che il sindaco non può e non dovrebbe limitarsi a queste blande dichiarazioni di circostanza, doveva e deve battere i pugni sul tavolo e andare a protestare dove serve, anche agli uffici della Regione, per chiedere non solo comprensione, ma un ufficio postale mobile o un ufficio postale provvisorio in un paio di container, come accaduto in passato».
«Il Sindaco dovrebbe andare davanti l’ufficio postale in prima persona a protestare, magari convocando tutto il Consiglio Comunale sempre davanti all’ufficio postale, per dimostrare pubblicamente la netta contrarietà a questo sopruso nei confronti della nostra comunità» continua. «La nostra città non può permettersi di rimanere senza il servizio postale – conclude Vecchiet - i nostri cittadini non sono dei pacchi postali, che per accedere a Poste Italiane devono recarsi con i propri mezzi a Monfalcone, dove questa chiusura non sarebbe probabilmente mai accaduta».
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