Pompeo Giustiniani, un genovese mai accettato nel Friuli della Serenissima

Pompeo Giustiniani, un genovese mai accettato nel Friuli della Serenissima

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Pompeo Giustiniani, un genovese mai accettato nel Friuli della Serenissima

Di Vanni Feresin • Pubblicato il 26 Set 2021
Copertina per Pompeo Giustiniani, un genovese mai accettato nel Friuli della Serenissima

La storia del condottiero ucciso 405 anni fa, segnata da battaglie al soldo di Venezia.

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Era il 10 ottobre 1616 quando morì di un colpo di moschetto a Lucinico il grande condottiero di origine genovese Pompeo Giustiniani, Mastro di Campo delle truppe della Serenissima sotto le mura di Gradisca. Era nato ad Ajaccio nel 1569 da Francesco patrizio genovese e da una donna corsa. Aveva passato la vita nei campi di battaglia prima al fianco del Re Cattolico spagnolo e poi di Venezia.

La sua autorità però non venne mai riconosciuta dal patriziato udinese che non seguiva i suoi ordini nel campo di battaglia gradiscano, fu questo uno dei motivi della sconfitta veneziana nella guerra del Friuli. Nacque in Corsica nel 1569 da un colonnello genovese e una donna del posto. Iscritto nella nobiltà di Genova nel 1594, intraprese la carriera militare. Appena quattordicenne partecipò alla guerra in Fiandra come alfiere di una compagnia di cavalleria corsa e nel 1587 divenne capitano dell’esercito di Alessandro Farnese.

Dopo aver combattuto presso il re spagnolo, Pompeo Giustiniani, dichiarando la mancata valorizzazione dei suoi meriti militari da parte del monarca cattolico, venne assoldato da Venezia, nel 1613, per 3000 ducati annui garantiti dal Senato della Serenissima. Giunto nello Stato Veneto fu nominato «Governatore Generale di tutte le militie di Candia», incarico che non svolse viste le continue incursioni dei pirati Uscocchi.

Quindi il Senato lo promosse «Soprintendente generale delle milizie così da piedi come da cavallo» e con un decreto del Collegio gli fu imposto di assoldare trecento fanti con due capitani sotto la sua guida. Nel dicembre del 1615, pertanto, Giustiniani ricopriva un incarico fondamentale e rispondeva solo al Luogotenente di Udine Silvestro Morosini e al Provveditore Generale di Palmanova, Francesco Erizzo.

La nobiltà locale della Patria del Friuli non accettò mai il Soprintendente Generale, in quanto era visto come un elemento estraneo alla comunità locale. Giunto a Palmanova Giustiniani chiese maggiori truppe alla nobiltà udinese che gliele concesse ma per tutta risposta il patriziato si rifiutò di sottostare ai suoi ordini. Maggiori opposizioni le ebbe dopo la fallita conquista di Gradisca, roccaforte Asburgica, nel marzo del 1616.

Così nel giugno del 1616 ottenne anche la patente di Mastro di Campo e i privilegi annessi (proposta vagliata e approvata dal Senato Veneziano) ma tale nomina non gli venne mai riconosciuta con il costante rifiuto, da parte degli ufficiali e della nobiltà, di seguire i suoi ordini. Pompeo Giustiani, dopo alcune vittorie circoscritte a Vipulzano e San Pietro di Villanova, morirà la mattina del 10 ottobre 1616 per un colpo di moschetto.

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