Politica contro il ridimensionamento della scuola, scontro a Fogliano

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Politica contro il ridimensionamento della scuola, scontro a Fogliano

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 06 Ago 2023
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Tra i 16 interventi regionali ben quattro interessano il Goriziano. La sinistra annuncia ulteriori incontri, appello all'assessore Rosolen.

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È ancora caldo il tema del ridimensionamento scolastico e delle problematiche a esso correlate, emerso soprattutto dopo il dibattito politico scaturito dall’annuncio, a Fogliano, della fine della ‘vita nominale’ dell’edificio e le conseguenti decisioni della direzione scolastica di annunciare la chiusura del plesso (in foto) per motivi di sicurezza. Proprio in questi giorni gli uffici di segreteria sono stati spostati nel plesso di Sagrado. 

Sulla questione, che sicuramente occuperà ancora per qualche tempo spazi all’interno della stampa, è intervenuto l’ex consigliere comunale Manuel Bianchet, già in maggioranza nello scorso mandato Pisano e che, poi, aveva deciso di fuoriuscire rimanendo nel gruppo misto.

Proprio sul tema staticità, secondo Bianchet, “l’amministrazione comunale e il consiglio comunale erano al corrente in pratica già da tre anni che sarebbe arrivato questo momento con le relative criticità da dover affrontare/gestire. Era già ben noto che l’anno scolastico 2023-2024 non sarebbe iniziato presso l’edificio scolastico di Via Madonnina. Alle varie domande da me fatte non è stata data alcuna risposta concreta bensì raggirata la domanda ed è stato semplicemente riferito che nel quadro economico dell’opera sono previste tutte queste valutazioni”.

Bianchet prosegue: “Io vedo però che alla data attuale sia stata individuata (all’ultimo) una soluzione per le scuole primarie ma che le scuole medie non abbiano ancora un’ubicazione a poco più di un mese e mezzo dall’inizio delle lezioni.In tre anni di tempo, l’assessore competente all’istruzione non ha alzato mezzo dito per prendere in mano questa situazione e alle precedenti elezioni, visto l’egregio lavoro fatto dal 2018 al 2023 è stata riconfermata assessore”. Alle provocazioni politiche il sindaco, Cristiana Pisano, prende tempo e fa sapere che “risponderemo la prossima settimana ripercorrendo tutti i passaggi eseguiti dal 2020 a oggi dopo che lunedì avremo il risultato delle analisi che attendiamo, esplicitando anche quanto deciso riguardo alla collocazione degli alunni”.

Sempre dal punto di vista del consiglio comunale a punzecchiare l’intera assise è ancora la lista, non in consiglio comunale, Insieme 2.0. “Siamo contenti che il nostro obiettivo sia stato raggiunto, ovvero rimettere nel piano regolatore la viabilità alternativa per la cava dando la possibilità di costruire il sovra passo previsto per contratto e decreto, che si attende da vent’anni, ma il tutto è passato in sordina, in quanto la modifica potrebbe essere partita dalle nostre osservazioni e ciò, durante il consiglio, non è emerso. Così come le varie osservazioni non sono state discusse. Un lavoro risultato di un percorso iniziato ad aprile con numerose richieste di accesso agli atti”.

“È strano, se non subdolo – è la provocazione – che la pubblicazione delle modifiche al piano regolatore per avere le osservazioni dei cittadini e di aziende sia stata fatta in pieno periodo di propaganda elettorale, ben sapendo che la campagna ha un grande impatto mediatico: fare osservazioni passa, in secondo piano. Chiaramente ora richiederemo ulteriori atti in comune per verificare se tra maggioranza e opposizione, prima del consiglio, vi sia stato un accordo per approvare tutti assieme i vari punti senza far emergere le osservazioni dei cittadini”, conclude. Anche su questo la giunta ha annunciato una risposta.

A livello provinciale, invece, giovedì 3 agosto è stata convocata una riunione sul tema ridimensionamento scolastico. A parlare è Rifondazione Comunista che punta il dito sulla proposta della giunta regionale per l’anno scolastico 2024/2025 che prevede accorpamenti di istituti scolastici che interessano ad oggi i comuni di Grado, Staranzano, San Pier d’Isonzo, Fogliano Redipuglia, Sagrado e Gradisca d’Isonzo ovvero la riduzione da quattro Istituti Comprensivi a due. Un percorso dovrà essere chiuso dalla Giunta Regionale entro il 30 novembre 2023.

“Ad oggi sono totalmente sconosciuti i criteri con i quali l'amministrazione regionale ha deciso di proporre questo fantomatico accorpamento, tenendo conto che a livello nazionale manca ancora il decreto attuativo e rilevandosi che in provincia di Gorizia quasi la metà delle scuole sono ben sotto la soglia di 900 alunni non solo quelle interessate dal dimensionamento”, così Rifondazione. I partecipanti annunciano di “battersi per mantenere lo status quo, ovvero nessun dimensionamento scolastico, ma anzi proporre una riduzione del rapporto tra docenti e studenti, rilevandosi come in alcune scuole di Monfalcone addirittura vi siano istituti ben oltre la soglia di 1200 alunni, quando a cinque minuti di distanza vi sono scuole con meno di 500 alunni. Emerge la necessità di ricostituire una rete territoriale che le politiche campanilistiche di questi anni hanno semplicemente distrutto nell'ex Provincia di Gorizia”.

Preoccupazione anche per le scuola slovene per cui “nonostante gli accordi internazionali e le leggi nazionali sulla tutela della comunità linguistica, è previsto per lo stesso anno scolastico l’accorpamento di due istituzioni scolastiche su base regionale. La riunione è stata aggiornata per un’altra convocazione prevista per la fine del mese di agosto”, concludono.

Tra i presenti, infine, Laura Fasiolo, consigliere regionale in quota Pd secondo cui “è necessario che l'assessore Rosolen si rivolga al ministro per scongiurare i tagli, con gli accorpamenti destinati a produrre nuovo precariato e risulta perciò comprendere il senso delle politiche assunzionali 2023/2024 annunciate da Valditara, in totale oltre 62mila persone. Intanto a settembre 30 mila posti sono previsti per il concorso docenti Pnrr e allora vale la pena chiedersi a che cosa giova avviare un'imponente macchina concorsuale quando andiamo parallelamente incontro alla denatalità, ad assottigliare l'organico esistente e a impoverire l'offerta formativa e l'apparato amministrativo”, conclude Fasiolo.  

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