Polemiche su Irisacqua, Fasiolo incalza: «Ora un consiglio di amministrazione a Gorizia»

Polemiche su Irisacqua, Fasiolo incalza: «Ora un consiglio di amministrazione a Gorizia»

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Polemiche su Irisacqua, Fasiolo incalza: «Ora un consiglio di amministrazione a Gorizia»

Di Redazione • Pubblicato il 06 Ago 2024
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Continuano le polemiche dopo la nomina della nuova amministratice unica della società, Pd all'attacco: «Maggioranza si è tappata occhi e orecchie».

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Continuano le tensioni nella politica locale sulla recente nomina di Giulia Martellos alla guida di Irisacqua. A intervenire ora è la consigliera regionale del Pd, Laura Fasiolo: «Sulle elezioni della presidente e amministratrice unica di Irisacqua Gorizia, al di là delle competenze e del dichiarato spirito di servizio che non metto in discussione, rilevo l'inappropriatezza del metodo e l'opacità dei fini».

La dem chiede all'Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti (Ausir) di esercitare un controllo sulle elezioni avvenute in Irisacqua Gorizia. «I patti parasociali così come previsti per la partecipata Irisacqua, ma anche per Isontina Ambiente - spiega la Fasiolo - chiedono con chiarezza che, senza l'unanimità dei voti, si proceda ad eleggere in sede assembleare un Consiglio di amministrazione (Cda) e non un amministratore unico, come invece avvenuto. È una questione di rispetto della norma, che chiede la pluralità della rappresentanza come espresso anche da Anac quando, su un nome, non c'è l'unanimità».

«Se non c'è, si elegge un Cda che si fa garante del pluralismo, consente il diritto di parola e di voce anche alla minoranza dei Comuni che non si riconoscono nel nome dell'amministratore unico proposto». La consigliera denuncia che «la procedura adottata non è stata questa, non si sono seguite le regole, la scelta non è congruente con quanto definito dai Comuni nei patti parasociali, che vengono così bypassati, né si è tenuto conto, fatto grave, del parere contrario del comitato tecnico. La procedura della nomina della presidente amministratrice unica, voluta da Monfalcone, è quindi viziata».

«In tutto ciò, colpisce il silenzio unanime della maggioranza che si è tappata occhi e orecchie sulla mancata elezione di un Cda garante della pluralità dei 25 Comuni. Il tutto - conclude la dem - in barba alla legge, agli accordi pattizi, al Testo unico degli enti locali».

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