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Pochi operai e molta tecnologia, come cambia la vendemmia nel Goriziano
Difficoltà a trovare personale e nuovi macchinari protagonisti alla vigilia della stagione. La situazione nelle aziende.
Con l’estate ormai agli sgoccioli, anche sul fronte meteo, le aziende vitivinicole sono sempre più impegnate con i preparativi della vendemmia. Un impegno che è un vero e proprio evento sociale in molte comunità del Friuli Venezia Giulia e non solo, ma i tempo cambiano e con lui anche le modalità di lavoro e raccolta. La Regione, nel tentativo di agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro per questo breve periodo, ha predisposto sulla propria piattaforma lo spazio dedicato al settore. Ad oggi, sono oltre 230 le posizioni aperte a livello complessivo.
Alcune di queste sono nel Goriziano e riguardano realtà nei comuni di Cormons, San Floriano del Collio, Gradisca d'Isonzo, Capriva del Friuli, Dolegna del Collio e Mariano del Friuli. Non vengono richieste qualifiche particolari, anche se l'esperienza nel settore costituisce titolo preferenziale. L'operaio ideale è automunito, spiegano sul portale Lavoro Fvg, e disponibile a lavorare con orario a giornata, a partire dalla prima mattinata. Il periodo di riferimento settembre-ottobre. In provincia, però, gli operatori parlano di un contesto molto cambiato rispetto al passato.
In quel di Corona, la Tenuta Luisa non parla di proprie difficoltà nell’avere dipendenti, anche se “non è semplice trovare parecchia gente, in un periodo così breve - spiega Davide Luisa - . Anche perché una volta si poteva chiamare amici e parenti e diventava una festa. Oggi, invece, è cambiato tutto e siamo quindi ricorsi a vendemmiatrici meccaniche”. Lo sviluppo tecnologico in questo settore ha fatto passi da gigante, tanto da riuscire a raccogliere l’uva integra e senza foglie, battendo la “concorrenza” umana. “Molte aziende ricorrono a questa soluzione, oppure a terzisti”.
Nel complesso, comunque, l’imprenditore non nega che ci sia carenza di manodopera: “Il cittadino italiano si adatta sempre meno a questo tipo di lavori, che durano solo un mese. C’è chi poi preferisce tenersi il reddito di cittadinanza”. La scelta di puntare sui macchinari è stata fatta anche dall’Azienda agricola Brotto, di Ronchi dei Legionari: “Già da due o tre anni vi abbiamo optato - conferma Laura Brotto - perché i voucher non erano più utilizzabili in maniera semplice ed efficace. c’era una burocrazia insostenibile, con logiche inadatte a questo tipo di mestiere”.
Al momento, quindi, l’impresa non cerca nemmeno più personale. “Le persone si trovano e chiedono di lavorare per la raccolta - precisa - ma assumerle in regola diventa un problema. È stato fatto quando non si potevano più usare i voucher, integrando noi la paga perché altrimenti sarebbe stata indegna”. Poco distante, a San Pier d’Isonzo, l’Azienda Gandin ha fatto la stessa scelta e sottolinea le difficoltà a trovare personale con competenza: “Molti sono giovani con poca esperienza - spiega Daniele Gandin - che pensano che sia un gioco, ma non è più come una volta. Bisogna sapere”.
Molte realtà enologiche stanno ormai virando su questa strada, che trova difficoltà nelle zone collinare più impervie ma comunque il bilancio rimane a suo favore. Inoltre, “non si trova gente disposta a questi lavori, come le signore che sapevano esattamente cosa fare. Dall’elenco presente sul portale, sono in totale otto le posizioni nel campo agricolo in provincia. Le offerte hanno diverse scadenze e sono in costante aggiornamento: dunque consigliabile consultare quotidianamente il portale oppure richiedere l'iscrizione a Silo, la newsletter su lavoro e occupazione della Regione.
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