Chi poche e chi troppe, le stelle per l’aureola di San Giovanni Nepomuceno

Chi poche e chi troppe, le stelle per l’aureola di San Giovanni Nepomuceno

il ritratto

Chi poche e chi troppe, le stelle per l’aureola di San Giovanni Nepomuceno

Di Ferruccio Tassin • Pubblicato il 25 Giu 2022
Copertina per Chi poche e chi troppe, le stelle per l’aureola di San Giovanni Nepomuceno

La venerazione verso il santo e le sue diverse raffigurazioni, tra storia e simboli.

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“La sagra Giovanneide Nepomucena, overo: oratorio a sei da cantarsi in Praga per la Solennità della santificazione di San Giovanni Nepomuceno, seguita in Roma a 19. Marzo 1729. Dedicato a sua altezza reverendissima Monsignor Ferdinando de Conti di Künburg, prencipe del S. R. I. Legato Nato, Consigliere Intimo di S. M. Ces. Primate del Regno di Boemia, Arcivescovo di Praga". Poesia di Giovanni Felivella Napolitano”.

Ferdinando di Khüenburg, dedicatario dell’opera, stampata a Praga (italiano e tedesco), aveva a che fare col mondo tedesco, per origini; con la Contea di Gorizia, parte friulana: vi era nato (Mossa 1651); col mondo slavo (già vescovo di Lubiana). Il protagonista, S. Giovanni Nepomuceno (1719 consegna atti della fase diocesana del processo, alla Congregazione dei Riti, apertura della tomba; 1729 canonizzazione), ceco, aveva studiato diritto a Padova. Culto locale, primi del ’400, esteso dalla Boemia nel ’500; più diffuso nel ’600, intensivo dopo la canonizzazione (1729).

A Praga, nella cattedrale di S. Vito, brilla il monumento sepolcrale d’argento; fiumi di fedeli e visitatori. Gente a fiumi anche al ponte Carlo, sulla placida Moldava. Un monumento di bronzo (1683) segna ove S. Giovanni fu scaraventato nel fiume (1393). Venceslao IV, re, voleva infrangesse il segreto confessionale (era confessore della consorte). Perciò il Nepomuceno fu martire e santo. Altro motivo per una sua uccisione: fedeltà alla Chiesa, oltre l’obbedienza al re. E un re questo non poteva sopportare. Sul ponte che scavalca la Moldava, soste di persone; carezza, o tocco, a immagini bronzee ai piedi della statua (raccontano scene della vicenda).

Formelle lucide da frequenza di mani: cercano “fortuna” nel gesto, richiamano pericoli paganeggianti paventati da Ludovico Antonio Muratori (Santo venerato di per sé, non esempio e intercessore presso Dio). Santo europeo, protettore di ponti e da furia d’acque, anni fa, una mostra su di lui a Markt San Florian (Austria) rilevò con la luce la presenza del Santo in paesi e città dell’Europa di Mezzo; si vedeva uno sciame come nella coda di una cometa, tanto era intensa quella presenza.

Adottato nelle nostre terre, il popolo lo ribattezzò San Zuan da Aghis! Statue su colonna o pilastro da Gorizia, a Gradisca, ad Aiello, a Crauglio, a Visco (si conserva il capo). Quadri e statue nelle chiese lungo i fiumi: a Viscone e Tapogliano (Torre); Fratta, Mariano (Versa), Romans. Perfino nella veneta Palmanova, c’è un suo quadro. A Viscone, la sua statua sull’altar maggiore della parrocchiale, ha l’aureola l’aureola che abbonda di stelle; ad Aiello, nell’aureola ne manca una: tradizione vuole ne contasse cinque. Apparvero nella Moldava quante le lettere del latino tacui (ho taciuto: martirio), pel segreto confessionale.

Un patetico quadro a Cormons lo mostra che confessa la regina; toccante scena nel quadro a Mariano, con la tragica dinamica del cadere nel fiume: cinque stelle lo attendono là; il copricapo lo precede nel volo. A lato, angelo con palma del martirio e lingua (nella tomba, sarebbe trovata incorrotta; Acta Sanctorum, ad vocem). Il Nepomuceno divenne popolare in pericolo d’ acque (già invocati, il Battista, Andrea, Nicolò), fu l’ultimo arruolato per questo patrocinio.

La gente sapeva che le alluvioni sarebbero ritornate, ma la presenza di San Zuan su ponti, argini, in chiese, cappelle e ancone era la speranza e la compagnia di uno che era arrivato fino a Dio pagando con la vita.


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