Pneumatici nascosti nella vegetazione, preoccupa la discarica in riva all'Isonzo di Campagnuzza

Pneumatici nascosti nella vegetazione, preoccupa la discarica in riva all'Isonzo di Campagnuzza

L'iter prosegue

Pneumatici nascosti nella vegetazione, preoccupa la discarica in riva all'Isonzo di Campagnuzza

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 20 Gen 2021
Copertina per Pneumatici nascosti nella vegetazione, preoccupa la discarica in riva all'Isonzo di Campagnuzza

La denuncia degli ambientalisti sul degrado dell'area, con numerosi pneumatici disseminati vicino all'Isonzo.

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Continua a rimanere alta l'attenzione degli ambientalisti sulla situazione di degrado nel parco sull'Isonzo di Campagnuzza-Sant'Andra. Pochi giorni fa, il portavoce del comitato Giuseppe Sansone ha fatto un sopralluogo con la presidente di Legambiente Gorizia, Anna Maria Tomasich, e Romana Leban di Eko Štandrež, per verificare lo stato dell'area, che attende da anni una riqualificazione. Come sottolineato dallo stesso Sansone, però, è in corso un progetto in tal senso da parte del Consorzio di bonifica pianura isontina, che potrebbe essere ultimato entro quest'anno. In ogni caso, "la situazione è veramente drammatica” prosegue l’esponente.

L'area in questione è una vecchia discarica di inerti e non solo, che oggi ospita una distesa di vecchi pneumatici. La sua condizione è nota da tempo, con diversi interventi fatti dall'amministrazione per la sua bonifica. Proprio i copertoni “venivano lanciati dall’alto, all’altezza dell’ex setificio, per una quarantina d’anni. Alcuni sono ormai interrati, ma altri sembrano più recenti”. Nel corso del loro ultimo giro nella parte alta del parco, il gruppo di ambientalisti ha quindi constatato nuovamente la realtà dei fatti, oltre alla presenza costante di rifiuti abbandonati nell’ex impianto di lavorazione del cotone adiacente a via Pola, anch’esso regolarmente bersaglio dello sversamento di immondizie lontano da occhi indiscreti. Una situazione, questa, già presa in carico dagli operai comunali.

Gli Amici del parco, inoltre, hanno evidenziato che “le palizzate a protezione della stradina sono state divelte parzialmente e da lì c’è un salto di quasi 30 metri verso il fondo. Tutto ciò serve anche per impedire che gli incivili lancino i sacchi oltre la scarpata, che poi si fermano a metà strada ed è difficilissimo andare a recuperarli”. Finché questi vengono abbandonati sul ciglio della strada, i volontari possono recuperarli durante gli eventi ecologici, e uno è già in fase di progettazione, ma una volta che finiscono in mezzo ai rovi è molto difficile fare queste operazioni. Presenti, anche, degli insediamenti abbandonati con teli di plastica e rifiuti sparsi.

Nella zona, inoltre, ci sono degli anfratti, dentro cui si trovano anche lì presenze di passaggio di persone. “Probabilmente erano rifugi anti-aerei - commenta Sansone - o più probabilmente delle postazioni militari”. La parete è quindi disseminata di questi ingressi, alcuni posti anche a cinque o sei metri di altezza. “La parete è pericolante e temo possa succedere qualcosa a chi si rifugia qui”. La situazione, comunque. è attentamente monitorata da anni, in primis dall'amministrazione comunale. Già nel 2017, l’allora assessore regionale all’ambiente, Sara Vito, incontrò l’omologo comunale Francesco Del Sordi per discutere dell’area, che ricade nel demanio regionale. “La Regione è pronta a fare la propria parte” commentò l’esponente della giunta Serracchiani.


Foto e video di Giuseppe Sansone.

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