L’OPINIONE
«Plurilinguismo e Capitale Europea devono andare a braccetto»: Pettarin rilancia la salvaguardia di friulano e tedesco
Una visione ampia, quella del già deputato in quota Forza Italia, che comprende anche la lingua ebraica. «Quadrilinguismo non è speculazione intellettuale ma realtà pluricentenaria».
Ne abbiamo parlato nel l’editoriale di fine anno: a Gorizia è necessario riprendere seriamente il tema del quadrilinguismo che si rischia di perdere. Sloveno e italiano devono essere affiancati dal friulano e dal tedesco, il primo dalla presenza innata nella storia della città, il secondo per una rilevante importanza storica e culturale. Ne abbiamo parlato con il già deputato Guido Germano Pettarin che ha recentemente risollevato la questione.
La necessità di riscoprire - finalmente - la vera identità del territorio ha portato a parlare di un bilinguismo più strutturato. Un passo positivo che, dall’altra parte, ha portato a un impoverimento del linguaggio culturale, nel rispetto di altre due lingue che storicamente si parlano in loco: friulano in primis e tedesco in secundis. Come mai? Come siamo arrivati a ciò? C’è una visione politica? O semplicemente è pura ignoranza e mancanza di visione?
Tema molto complicato, che ha risvolti diversi per il friulano, piuttosto che per il tedesco e pure per l’ebraico. Personalmente non credo sia una questione di visione politica. Sono convinto, al contrario, sia sostanzialmente una questione storica di sottovalutazione culturale e disinformazione. Ed è questo che mi preoccupa : che questa situazione si verifichi nel quadro denso di cultura e conoscenza, ad ogni livello, di Go!2025 Capitale Europea della Cultura 2025 mi inquieta molto, è quasi un paradosso. Io sono felice per il bilinguismo de facto che, finalmente e nonostante decenni di discriminazioni linguistiche e razziali, si è finalmente raggiunto tra italiano e sloveno a Gorizia e Nova Gorica, Città finalmente Unica, grazie a Go!2025. Bilinguismo de facto che auspico fortemente, come ripeto da anni, che faccia un ulteriore salto di qualità e diventi un bilinguismo perfetto. Traguardo storico importantissimo. Ma nel contempo sono rattristato dal fatto che l’obiettivo del bilinguismo appena citato abbia oscurato tedesco e friulano che a Go!2025 sono il primo dimenticato ed il secondo sostanzialmente accantonato.
Il bilinguismo italiano-sloveno sta soffocando il quadrilinguismo che caratterizza, almeno in Europa, probabilmente solo Gorizia. Una sottovalutazione inspiegabile che pesa moltissimo sul territorio del Goriziano e della Goriska. E’ essenziale, quindi, che ci si attrezzi per riscoprire la vera identità delle nostre terre. Identità che non è certo rappresentata da quanto accaduto dopo la prima e la seconda guerra mondiale e che, invece, ha superato tappe importanti di riscoperta con la entrata della Slovenia nella UE ed in Schengen, con il GECTGO ed ora con GO! 2025. Ci si sta rendendo conto, finalmente, che nella contea goriziana i confini non avevano mai separato la città dai Suoi territori e mai diviso le Sue genti. Ne è testimonianza il quadrilinguismo storico che vedeva i goriziani colloquiare in friulano, tedesco, italiano, sloveno e, ricordando la definizione di Gorizia come Gerusalemme sull’Isonzo, in parte anche in ebraico.
Le guerre del secolo breve hanno devastato questo status. La sconfitta e la scomparsa dell’Impero Absburgico hanno azzerato la lingua tedesca e l’avvento dei nazionalismi ha costretto moltissimi goriziani a non poter utilizzare la propria lingua madre, a dover cambiare i cognomi di famiglia e, per generazioni di goriziani, a perdere la ricchezza pluriculturale e multilinguistica dei loro padri. Dolori immensi che grazie alla UE si vanno superando con passo deciso. Ma dobbiamo fare ancora altri sforzi: non possiamo dimenticare il tedesco e non possiamo rischiare di scordare il friulano. Dobbiamo ricordare a tutti che i nostri avi si esprimevano in quattro lingue e che abbiamo il dovere, per i nostri figli, di recuperare questa grande ricchezza. È per questo che sollecito, ancora ed ancora, i responsabili di GO! 2025 a fare linguisticamente ancora di più. Siano cinque le lingue di GO! 2025: accanto ad inglese, sloveno ed italiano si adottino sempre friulano e tedesco. L’oblio di queste due ultime lingue madri non può giustificarsi in alcun modo, tanto meno per ragioni di costi. Nel quadro di Go!2025 si deve ragionare per investimenti ed opportunità ed il nostro quadrilinguismo storico è un investimento essenziale che produrrà frutto ben oltre il 2025, come ogni investimento Ecoc si prefigge correttamente di fare.
Tra le lingue goriziane da annoverare vi è anche l’ebraico, per la presenza della comunità fino alla seconda guerra mondiale. Come recuperare anche questa identità?
La identità e la storia della comunità ebraica di Gorizia si recuperano, a mio modo di vedere, solo con la cultura e con la conoscenza. Conoscenza in primis come informazione. Le vicende della comunità ebraica di Gorizia vanno raccontate a tutti. A tutti bisogna narrare quali importantissimi personaggi la Gerusalemme sull’Isonzo abbia prodotto. Chi fossero, solo per fare degli esempi, Graziadio Isaia Ascoli o Carlo Michaelstaedter o Carolina Sabbadini Luzzato. Come la comunità si sia costituita secoli fa, come si sia perfettamente integrata nella gorizianità e come sia stata distrutta dall’odio nazista e come il rispetto della sua memoria sia un dovere per tutti i goriziani che, prima di ogni altra cosa, debbono raccontare ogni cosa ai figli ed ai nipoti. La scuola deve essere protagonista di questa trasmissione di conoscenza che, per noi, è di certo l’unico modo per recuperare la storia ebraica che fa parte delle radici di tutti noi. Tutti i goriziani sono infatti un po’ ebrei e di ciò dobbiamo tutti essere coscienti.
C’è la possibilità di riacquisire un dialogo a livello culturale e politico per parlare finalmente di “quadrilinguismo”?
Certamente si. Ma, come mi ricorda sempre uno stimatissimo amico, dobbiamo tutti impegnarci di più sul fronte del quadrilinguismo e lavorarci in modo convinto. Infatti è una questione che attiene storia e cultura di Gorizia. Ed abbiamo anche un grande bisogno di segni visibili. Il quadrilinguismo nella segnaletica stradale, nelle indicazioni topografiche, nella nomenclatura delle vie cittadine, nelle targhe da apporre sulle facciate delle strutture pubbliche e prima di tutto su quella del Comune, così come già oggi si vede davanti alla Regione a Trieste. I simboli non sono superflui, tutt’altro. Ci aiutano a toccare con mano la realtà. Il quadrilinguismo si deve vedere ogni giorno sulle strade e non deve essere racchiuso in eburnei circoli ristretti. A Gorizia il quadrilinguismo non è una speculazione intellettuale, ma, al contrario, è una realtà pluricentenaria che ha forgiato la nostra realtà. E deve proseguire a farlo.
Se consideriamo la storicità della presenza friulana - e del fatto che ancora si parla questa lingua, anche se con frequenza minore rispetto al passato - e che quella tedesca è stata cancellata già dopo la prima guerra mondiale, quale significato ha recuperare questa lingua e identità? È ancora possibile?
Non solo è possibile, ma è doveroso. Gorizia è profondamente friulanofona. Non è accettabile dimenticare che il formidabile glottologo italiano Graziadio Isaia Ascoli, ebreo della comunità goriziana, abbia iniziato la Sua carriera accademica studiando il friulano e redigendo, 150 anni fa, i Saggi Ladini. Non si può trascurare che la Società Filologica Friulana è stata fondata a Gorizia e che a Gorizia era storicamente il friulano la lingua franca che permetteva ai goriziani delle diverse etnie di comunicare tra loro. Ed oggi leggere improbabili soloni che affermano essere il friulano confinato in sostanza nella sola ex provincia di Udine è offensivo. La nobiltà goriziana tra le mura domestiche parlava in friulano ed in friulano poetava e discettava. Ha ancora oggi un senso tutto questo? Certo che si. I goriziani, educatissimi, a chi si rivolge loro in friulano rispondono e lo fanno spesso in friulano. E, a fronte di tutto questo, assistere ad un evento di portata storica eccezionale come GO! 2025 senza sentire la musicalità del friulano sonziaco arricchire l’atmosfera della prima capitale europea transnazionale è inescusabile. Il plurilinguismo goriziano e la capitale europea debbono vivere in simbiosi e non debbono soffrire il livello transfrontaliero del progetto, anzi. GO! 2025 non è solo una riconciliazione tra nazioni e tra lingue nazionali, ma è il riconoscimento che migliaia di anni di storia non possono essere travolti da cent’anni di cieca ed ignorante furia nazionalista. Go!2025 non serve a sterilizzare il passato, ma a recuperare i nostri capisaldi culturali e rendendoli evidenti al mondo evolverli e progredire. Perché qui ci sono storie e culture affascinanti che dobbiamo mettere a disposizione dell’umanità. E di tutto ciò la lingua friulana è parte essenziale, imprescindibile baluardo.
2025, anno della Capitale Europea della Cultura: sarà anche una cultura europea e riusciremo a riportare Gorizia al centro di un clima internazionale e veramente mitteleuropeo?
Si, ci riusciremo. GO! 2025 comprenderà definitivamente di essere la città tedesca più meridionale, la città slava più occidentale, la città latina più orientale e la città balcanica più settentrionale. Capirà di non avere solo una di queste nature, ma di essere forgiata da tutte queste quattro nature fondative che si intrecciano profondamente e mettono a disposizione di tutti un ambiente unico che costituisce ponte tra le quattro essenze fondamentali europee. Gorizia è un microcosmo europeo perfetto. Capace di comprendere i quattro mondi e di colloquiare con essi, anche con quello forse più complesso, la realtà balcanica che oggi deve vederci tutti impegnati per il raggiungimento dell’allargamento ai Balcani Occidentali della Unione Europea. Gorizia è essenza della Mitteleuropa. Lo è naturalmente e lo deve mostrare a tutti. Perché Gorizia è una ricchezza per tutta Europa. Siamo già al centro della scena internazionale, basta accorgersene.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.