LA DECISIONE
Pietra d’Inciampo negata a Monfalcone, il reggente Garritani avvia il dialogo con l’Aned
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il vicesindaco indica la strada nel Consiglio odierno. Contattato il presidente Tardivo: «Iniziative a gennaio 2025».
Si sarebbe trattato dell’unico diniego nella provincia di Gorizia da quando, nel 2015, l’iniziativa dell’alto tributo delle Pietre d’Inciampo ha preso il via sul nostro territorio.
Stiamo parlando del fatto che – alcuni giorni fa - l’Associazione Nazionale Ex Deportati si è vista negare dal Comune di Monfalcone la richiesta di approvazione della prima posa di una Stolpersteine, quella in memoria del prigioniero politico Natale Marchese, morto nel campo di concentramento Mauthausen. Quale la motivazione? Per l’Ente, Marchese «non era ebreo» e «l’omaggio della città trova più significativa e inclusiva espressione nel monumento del cimitero di via 24 maggio».
Sulla vicenda della richiesta respinta s’è fatta avanti poi l’amministrazione di Ronchi dei Legionari dettasi disponibile a portare avanti un’iniziativa celebrativa su Marchese che è stato un esponente di spicco nella comunità ronchese dove ha lavorato come impiegato dell’ufficio anagrafe. Indignazione per la notizia è stata anche espressa dal Comune di Troina, località di origine di Marchese, che ha definito l’atto ingiusto impegnandosi a ricordarlo sul proprio territorio.
Sembra però, che si sia arrivati ad un punto di svolta sul caso. Infatti, poco dopo le 10 di stamane, lunedì 16 dicembre, il Comune di Monfalcone ha divulgato una nota attraverso la quale informa che l’ente intende avviare un approfondimento con l’Aned per promuovere delle iniziative proprio sul percorso commemorativo già avviato negli altri Comuni del Monfalconese e dell’Isontino.
Si guarda quindi all’appuntamento della prossima Giornata della Memoria. È il vicesindaco reggente Antonio Garritani a chiarire la questione. Lo ha fatto in apertura della seduta odierna del Consiglio Comunale, rilevando la costruttiva interlocuzione che c’è stata con il presidente dell’Aned, Libero Tradivo. «Dopo l’iniziale richiesta e il relativo riscontro - ha rilevato Garritani - abbiamo definito l’esigenza di utilizzare le “Pietre d’inciampo” non solamente verso il popolo ebraico, quello certamente maggiormente perseguitato dai nazisti nel corso della Seconda Guerra Mondiale ma anche verso le altrettanto innumerevoli persone che dissentivano dal regime o venivano considerati diversi ed inferiori per etnia o orientamento sessuale. Così come le tante altre situazioni che si verificarono nel contesto di quel tragico periodo. Ho già fissato la data di un incontro con il presidente Tardivo a gennaio, dopo le festività, essendo intenzione del Comune dare seguito concreto alle interlocuzioni, possibilmente verso la prossima Giornata della Memoria».
Quella espressa dal reggente Garritani, è stata un’apertura accolta positivamente dal presidente Tardivo. «Ci hanno ripensato – dichiara Tardivo al nostro giornale – quella presa era stata una decisione fortemente ingiusta e inopportuna. Le Pietre valgono per tutti, non solo per gli Ebrei. I deportati da Monfalcone sono stati una cinquantina e meritano di essere ricordati e onorati». «Con Garritani ci incontreremo dopo le feste per valutare una proposta che segni una via d’uscita da questa spiacevole situazione che si è verificata» così il presidente dell’Aned in chiusura. «Siamo assolutamente convinti che vicende atroci come questa non possano essere rimosse dalla nostra coscienza, perché ciò vorrebbe dire rimuovere il senso della dignità umana che è un patrimonio fondamentale – continua il vicesindaco reggente - ecco perchè un’iniziativa come questa può dare un contributo e un senso particolare alla trasmissione della memoria verso le nuove generazioni».
Garritani ha inteso sottolineare l’importanza di fornire tale comunicazione all’interno della massima assise comunale riunitasi stamane «soprattutto perchè sia chiara la posizione dell’amministrazione su un tema come questo, che deve tendere non solo a preservare il ricordo delle sei milioni di vittime ebraiche, ma anche per sensibilizzare una forte presa di coscienza verso tutte le situazioni in cui si manifesta lo spettro della pulizia etnica o dell’antisemitismo che se viene semplificato nell’esposizione mediatica, porta a inutili polemiche quando invece le volontà dell’ente e le interlocuzioni sono orientate al dialogo costruttivo».
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