in piazza tommaseo
Piazzutta torna a ospitare le associazioni slovene di Gorizia, pronta la sede

L'inaugurazione è fissata per sabato 18 maggio alle 10, investimento da oltre 1,5 milioni di euro. Il restuaro dell'edifico partito nell'estate 2019.
Due secoli di storia. Tanto, hanno da raccontare le fondamenta dell’edificio che nei primi decenni del Novecento divenne sede della casa editrice cattolica Goriška Mohorjeva Družba. Ormai da anni versava in cattive condizioni, ma le leggi regionali del 2017 e del 2021 hanno assicurato i mezzi finanziari necessari al suo recupero. Una struttura che sorge in piazza Niccolò Tommaseo al numero civico diciotto e rappresenta un vero e proprio simbolo per la minoranza slovena di Gorizia, il cui recente restauro ne ha restituito l’originario splendore.
«Abbiamo già la data dell’inaugurazione, che sarà il 18 maggio alle ore 10 – spiega Marjan Drufovka, presidente del Katoliško tiskovno društvo, negli anni ospitata insieme alle altre realtà editoriali - È stato riqualificato tutto il palazzo, che ha oltre cent’anni. L’ultima redazione a occuparne gli spazi fu quella del Novi Glas, che a suo tempo veniva chiamata ancora Katoliški Glas e che rimase fino al 1996, per poi trasferirsi in piazza Vittoria». Affettuosamente denominato “Placuta”, all’ombra dei lecci il palazzo incastonato nel silenzio di Piazzutta ospitò la sede della casa editrice fin dal 1923, quando venne fondata con decreto arcidiocesano.
«L’edificio fu sede della redazione dello Slovenski Primorec e della tipografia Budin, oltre che spazio per accogliere eventi culturali, conferenze e concerti – ricorda Drufovka – La struttura era fatiscente, poi sono sopraggiunti i fondi regionali, così che la ristrutturazione è potuta finalmente cominciare». Restauro e ampliamento sono iniziati il 5 luglio del 2019 sotto la guida del sacerdote Marijan Markežič, per poi proseguire a singhiozzo a causa della pandemia, vedendo lievitare il prezzo delle materie prime soprattutto a causa dei conflitti mondiali. «I costi purtroppo, tra Covid e guerra in Ucraina, sono raddoppiati – osserva con rammarico il candidato a sindaco di San Floriano – Devo comunque ringraziare l’architetta Neža Kravos, supervisore e coordinatrice, per aver progettato in dettaglio gli interni e il cortile».
Un primo finanziamento venne stanziato nel 2017, quando la Regione stabilì di elargire 700mila euro. Più fortunato fu il 2021, quando invece furono concessi 150mila euro, per un investimento complessivo che supera il milione e mezzo. «È una struttura fantastica, sia internamente che esternamente. Il palazzo è concluso, adesso stiamo soltanto risolvendo cavilli burocratici con il catasto e altre problematiche, per poter essere finalmente operativi negli ambienti interni». Qui troveranno quindi casa la Sso, Zksp, Zcpz e Slovenska Skupnost.
Nella memoria di molti anziani è rimasto il ricordo di quando vi si esibì il celebre compositore Mirko Filej, che negli anni Cinquanta iniziò a dirigere il suo coro nel Duomo di Gorizia. Vivace e dinamica fu anche l’attività teatrale, come quella che si svolgeva nella Sala della Società di Santa Maria, in cu andavano in scena spettacoli amatoriali. Dalla Società di Santa Maria alla scuola d’organo, dal teatro alla tipografia, l’edificio risplendeva dell’intenso lavoro svolto, con il prezioso supporto degli ex Associati di Nostra Signora. Uno spazio che si rivelò presto insufficiente a ospitare le innumerevoli attività delle associazioni, fino alla necessità di spostarsi altrove a causa delle condizioni ormai precarie.
«Innanzi a noi oggi si erge quella culla imponente e restaurata simbolo della slovenità e del cristianesimo di Gorizia – rimarca Drufovka a nome delle confederazioni e associazioni – Sarà un punto di riferimento per la cultura, gli ideali e i valori che erano alla base dell’ex edificio “Placuta”. Ecco perché la comunità slovena ne è tanto orgogliosa. Siamo grati a tutti coloro che hanno sostenuto il peso di questo lavoro difficile e di grande responsabilità». La speranza è che il centro riprenda le fila delle attività passate, per rappresentare un nuovo fulcro in grado di attrarre l’intellighenzia sociale di una minoranza saldamente ancorata alla comunità. «In questo spirito, esprimo i miei migliori auguri per la più proficua attività di quanti porteranno alta la fiaccola della cultura slovena e dei suoi valori umani».
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