Pesca un branzino da oltre 12 chili, la sorpresa di Cesarino alle foci dell'Isonzo

Pesca un branzino da oltre 12 chili, la sorpresa di Cesarino alle foci dell'Isonzo

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Pesca un branzino da oltre 12 chili, la sorpresa di Cesarino alle foci dell'Isonzo

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 08 Ago 2024
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La sorpresa è stata grande per Cesarino Bortolossi quando si è accorto che il pesce che aveva abboccato alla sua canna era di dimensioni notevoli.

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Una pesca miracolosa, o quasi. La sorpresa è stata grande anche per Cesare "Cesarino" Bortolossi quando si è accorto che il pesce che aveva abboccato alla sua canna da pesca era piuttosto grosso. E ancora più grande è stato lo stupore quando il peso registrato dalla bilancia ha superato i 12 chili: «Non ci potevo credere, così l’ho fatto pesare per tre volte». Siamo a inizio luglio, all’Isola della Cona, nella zona in cui l’acqua dell’Isonzo si mescola con il mare permettendo anche alla fauna ittica di mescolarsi. Cesarino, originario di Camino di Buttrio, da circa quattro anni frequenta la zona dove si è fatto molti amici.

«Prima andavo a pescare nell’Isonzo - racconta - tra Savogna e Sagrado. Poi qui ho trovato davvero un bel gruppo di persone: siamo affiatati, tutti pensionati, e da quando ho pescato quel bestione ogni volta che vado lì mi chiedono dei consigli su come pescare e così trascorro anche un’ora a spiegare i miei trucchi». Il bestione in questione è un branzino di circa 12,4 chilogrammi, conquistato grazie a un filo da 0,42 millimetri (capace di tenere fino a 48 chilogrammi), un terminale di acciaio e a un cefalo di circa mezzo chilo che è servito da esca per l’inaspettata quanto ghiotta preda.

«Sa, è facile prenderli perché di branzini se ne vedono anche tanti lì in zona. Gli altri pescatori all’inizio mi dicevano come fare, però io ho un metodo diverso a cui mi sono abituato pescando i siluri. Metto il filo per la coda, ci attacco un cefalo vivo con l’ancoretta in bocca e il branzino, che ha la gola che inizia a dieci centimetri dalla bocca, quando da’ il colpo alla preda non ha scampo».

Cesarino - all’inizio della telefonata un po’ titubante, poi sempre più orgoglioso di raccontare la sua avventura – non è nuovo a “bottini” così interessanti: da quando frequenta l’Isola della Cona, ogni anno riesce a portare a casa un branzino da almeno cinque chili. Merito della lunga esperienza: dopo una vita trascorsa a programmare robot per una ditta fra Manzano e Percoto, si dedica interamente a quella che è la passione di una vita. «Pesco da quando avevo sette anni: c’era un ruscello vicino a casa e io, che sono il maggiore di sette fratelli, andavo lì con mio padre. Quella volta nei ruscelli si trovava di tutto: gamberi, rane, pesci, ma adesso è tutto inquinato e non ci si può più pescare».

Il nostr pescatore ci racconta che con i suoi fratelli ha uno splendido rapporto ed è appunto con loro che ha condiviso il penultimo branzino da cinque chili, organizzando un pranzo in cui l’hanno gustato al forno, ricoperto di sale. E quello, eccezionale, dello scorso mese? «Appena l’ho pescato, dopo averlo pesato, sono tornato a casa: quando pesco qualcosa che supera i cinque chili vado subito via per evitare che si rovini. Sono passato subito in un ristorante che conosco a San Lorenzo di Soleschiano, ho chiesto in quanti avremmo potuto mangiarlo: sedici, anche diciotto persone, mi hanno risposto».

«Alla fine eravamo in quattordici, siamo andati lì a cena una settimana dopo insieme a degli amici cacciatori che, a loro volta, quando conquistano una lepre o un cinghiale mi invitano a cena». Ma cosa ha pensato quando ha tirato su la canna? «Proprio non ci credevo: ha dovuto aiutarmi un amico con il retino per tirarlo fuori. Avevo visto che c’erano branzini, anche grandi, ma di queste dimensioni non me lo aspettavo affatto: ho insistito per pesarlo più volte e l’ho fatto pesare anche al ristorante. Sa, la cosa bella però è il gruppo che si è creato, il feeling che c’è fra noi pescatori. Siamo tutti pensionati, quando abbiamo un cefalo da usare come esca ci mettiamo d’accordo per dividercelo. Sono proprio contento: è una gran bella atmosfera». E questo, in barba al luogo comune dei pescatori silenziosi e solitari.

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