Grado torna in mare per il Perdon di Barbana, idea ex voto degli artisti

Grado torna in mare per il Perdon di Barbana, idea ex voto degli artisti

LA TRADIZIONE

Grado torna in mare per il Perdon di Barbana, idea ex voto degli artisti

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 02 Lug 2023
Copertina per Grado torna in mare per il Perdon di Barbana, idea ex voto degli artisti

Solo cinque i pescherecci presenti al corteo partito alle 9 dal porto di Grado ma una trentina le imbarcazioni al seguito. Prima uscita per la nuova ammiraglia, la Regina del Mare.

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Con la Domenega del Perdon, la comunità di Grado ha sciolto ancora una volta l’antico voto a Barbana. La giornata è cominciata alle ore 8 con la celebrazione della santa messa presieduta in Sant’Eufemia dal parroco arciprete monsignor Paolo Nutarelli. A seguire si è formata la processione con la Madonna degli Angeli trasportata dai suoi Portatori, arrivata al Porto Mandracchio. Qui l’effige della Madonna è stata posizionata sulla nuova Barca Ammiraglia, la “Regina del Mare”.

Il corteo delle barche ha preso avvio poco prima delle 9. Sono stati cinque i pescherecci che hanno preceduto l’ammiraglia scortata dalle autorità e seguita dalle imbarcazioni delle varie associazioni presenti sull’Isola. Vi raccontiamo del sacro corteo via mare dall’imbarcazione messa a disposizione della nostra redazione dai Donatori di Sangue di Grado e dal presidente Gianluca Pastoricchio.

È stato il “nostro capitano” Andrea Corbatto ad introdurci in questa millenaria tradizione poco prima di partire. “È un giorno importantissimo per noi graisani – afferma Corbatto – e non solo. È un profondo atto di fede che viviamo e compiamo con molto entusiasmo”. Una volta partita la processione, le barche sono vestite a festa. Tutte le imbarcazioni sono addobbate dai fiori d’ortensia che è il simbolo del giorno festivo. “In nome de Dio, avanti!”, è la tradizionale frase che ha sancito l’avvio della processione marittima verso Barbana.

Vengono intonati alcuni canti mariani e le note della Banda Città di Grado ospite della “Nuova Cristina”, raggiungono e commuovono più di 500 fedeli accorsi per onorare la Regina delle Acque. Riva Bersaglieri è piena di persone. Una volta preso il largo, le giovani beccacce di mare sembrano “scortare” il colorato e festante corteo.

A Barbana, nel parco vicino al Santuario, l’arcivescovo di Gorizia monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli ha presieduto la celebrazione della messa solenne. A concelebrare c’erano il parroco monsignor Nutarelli, don Gianni Medeot, don Gilberto Dudine, don Giorgio Longo e don Michele Tomasin assieme al diacono Renato Nucera. Nel richiamare la pagina odierna del Vangelo, attraverso la sua omelia, monsignor Redaelli ha fatto riferimento alla spontaneità dei bambini nel relazionarsi. Aspetto che non sempre vale per gli adulti spesso protagonisti di atteggiamenti di ipocrisia.

Sono infatti in aumento le percentuali di nervosismi e rabbia all’interno della società nella quale prende sempre più spazio una istintività negativa. “Gesù ci chiede di essere come i bambini – sono le parole di monsignor Redaelli – come lo è stato lui, chiaro e diretto. Ha utilizzato le parabole per interpellare la nostra libertà”.

E ancora il presule: “Oggi non abbiamo ascoltato una parabola, ma alcune affermazioni attraverso il Vangelo. Gesù ha parlato dell’amore per il padre, la madre e per i figli, ha preso la propria croce e ha dimostrato di non tenere per sé la propria vita, ma di donarla. Gesù ha preteso questo, un amore assoluto perché è Dio”. Dal vescovo Carlo è giunto così l’invito a porsi nelle relazioni sul piano dell’amore come colui che ha amato i suoi figli più della sua stessa vita dicendo no agli “amori a tempo” e rinunciando agli “affetti fragili”.

“Dobbiamo credere nell’amore e fare quello che riusciamo – ancora Redaelli – come ha fatto la giovane Maria di Nazareth che oggi veneriamo con il titolo di Madonna degli Angeli, la quale ha amato e molto ama ancora. A lei chiediamo di essere amati e di amare con gioia”.

Prima della benedizione finale, il sindaco di Grado Claudio Kovatsch ha espresso un messaggio in occasione del voto sciolto dalla comunità. “Questo voto ci consente di rendere grazie per l’anno vissuto – afferma Kovatsch – e in questa occasione vorrei lanciare l’idea di portare a Barbana un ex voto offerto da vari artisti locali in modo da costituire una esposizione permanente qui al Santuario in omaggio alla Madonna”. Il primo cittadino ha poi ringraziato i Portatori della Madonna che hanno provveduto all’acquisto e alla gestione della nuova ammiraglia.

“Il Comune parteciperà alle spese per l’armamento della nuova imbarcazione”, specifica Kovatsch che ha definito la ricorrenza dello scioglimento del voto come un’occasione di ritrovo per guardare alla pace e alla fraternità. “Chiediamo alla Madonna di guidare tutti gli amministratori nelle scelte giuste per il bene comune”, così in chiusura il sindaco.

Poi è stato compiuto il gesto della consegna dell’Obolo della Città che il primo cittadino ha consegnato nelle mani del vicepriore del Santuario, dom Giacomo. L’idea dell’ex voto proposto da Kovatsch, ha spinto il pastore della diocesi a proporne un altro cioè quello di veder sorgere nuove vocazioni sacerdotali sull’Isola. Un appello rivolto al parroco don Paolo, che il presule ha definito “un bel segno di fervore nei confronti del Signore” ricordando anche le vocazioni sacerdotali dei tre sacerdoti gradesi che hanno concelebrato il rito solenne ricordando i 25 anni di ministero pastorale.

A mezzogiorno, il corteo mariano è ripartito alla volta di Grado. Nella Basilica di Sant’Eufemia, la festa è terminata con la recita del Te Deum di ringraziamento. Al Perdon erano presenti le tante associazioni locali, le autorità militari, il prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi, i membri della giunta comunale e il sindaco di Aquileia, Emanuele Zorino.

Foto di Enrico Cester.

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