Il report sull'ecosistema urbano
Gorizia peggiora su raccolta differenziata e traffico, i nuovi dati di Legambiente raccontano la città
Presentato oggi lo studio che monitora diversi fattori della vita in città. Gorizia scende al 33° posto in Italia.
Un città che rimane nella media nazionale per quanto riguarda la qualità della vita, anche se si potrebbe fare molto di più. È questo il messaggio emerso dalla presentazione di questa mattina dello studio “Ecosistema urbano” di Legambiente, realizzato grazie ai dati raccolti nel 2019 nelle città capoluogo di provincia. Un report che vede stabili i quattro centri regionali, con Gorizia che scende di quattro posizioni, dal 29esimo al 33esimo, e arriva terza nella graduatoria locale. Calano di piazzamento anche Udine e Trieste, mentre Pordenone sale al terzo gradino del podio.
Dietro a questa classifica, c’è un’ampia serie di indicatori che hanno analizzato diversi aspetti delle città e di come operano al loro interno. In primis quelli sulla qualità dell’aria, tema da anni al centro del lavoro del circolo di Gorizia dell’associazione: “Quando qualche mese fa è uscito il report su questo aspetto - ha spiegato il vicepresidente Luca Cadez - c’è stato un equivoco sulla stampa locale, con l’amministrazione che ha detto che l’aria in città è ottima. In realtà siamo appena alla sufficienza”. A testimonianza di ciò è il fatto che Gorizia è la città in regione dove si è registrato il più alto numero di tempo per sforamento del limite di ozono, 37 giorni, quando il limite nazionale è 25 giorni all’anno.
Migliore la condizione relativa alle polveri sottili: in città si confermano i livelli inferiori di Pm10 al valore individuato dall’Oms come obiettivo per la salute (pari a 20 micron a metro cubo), così come si è ben al di sotto del limite governativo dei 20 micron a metro cubo di Pm2.5: il dato locale passa da 12,4 a 12,9 micron al metro cubo, rimanendo il più basso in Friuli Venezia Giulia. Su questo fronte, Cadez ha inoltre ricorda che “da tre anni stiamo portando avanti il progetto Genki per esaminare la qualità dell’aria e sensibilizzare gli allievi delle scuole superiori, che partecipano attivamente ai laboratori”.
Il vicepresidente è comunque concorde sul fatto che nel centro isontino non ci siano grossi problemi nel complesso, bensì “criticità che ci portiamo avanti da tempo”. Ad esempio quella del traffico: “Il tasso di motorizzazione negli ultimi 5 anni è cresciuto costantemente. Bisognerebbe affrontare la questione con il piano urbano, che però l’amministrazione comunale non sta usando. Quello attualmente in vigore a Gorizia è del 2005 e non è stato mai aggiornato, nonostante sia obbligatorio per legge”. Critiche anche sul fronte della ciclo-pedonabilità: “Manca anche un disegno per la mobilità sostenibile. In stazione dei treni sono stati tolti gli stalli per le bici, nonostante noi e FIAB abbiamo chiesto più volte nuovi spazi disponibili”.
Il report ha esaminato anche altre voci importanti. Ad esempio quella sulla dispersione della rete idrica, con un incremento della differenza tra acqua immessa e consumata in città pari a +7,7% rispetto a 2018. La dispersione raggiunge oltre il 90%, dato comune anche con gli altri centro regionali. Per quanto riguarda la gestione degli scarti, invece, la produzione di rifiuti è aumentata a 479 kg per abitante (+13 kg rispetto al 2017), con il tasso di raccolta differenziata che è calato al 63,5% (era 64,7% nei scorsi due anni), inferiore alla media regionale e all’obiettivo di legge del 65%.
Sul fronte dell’energia rinnovabile, la produzione goriziana cresce da 3,60Kw ogni mille abitanti a 4,41Kw. Positivo anche il dato sul verde pubblico: Gorizia è prima in regione per presenza di vegetazione, con 137 mq per ogni abitante; è invece seconda per abbondanza di alberi, con 26 piante ogni 100 residenti. Per quanto riguarda il consumo di suolo pro-capite, i 3 punti indicano una situazione positiva (l’indice è calcolato in base al consumo di suolo pro-capite e al “land use efficiency”, che ne valuta i cambiamenti sempre in rapporto ai residenti). La fotografia regionale in questo caso, però, non è rosea: si registrano infatti ancora valori percentuali elevati di suolo consumato, con il FVG sesta regione in Italia (8%).
Nella gallery, i grafici tratti dal rapporto di Legambiente.