Pecol dei Lupi, le tappe della Regione per chiudere la discarica nel 2022

Pecol dei Lupi, le tappe della Regione per chiudere la discarica nel 2022

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Pecol dei Lupi, le tappe della Regione per chiudere la discarica nel 2022

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 09 Gen 2022
Copertina per Pecol dei Lupi, le tappe della Regione per chiudere la discarica nel 2022

Parziale soddisfazione del gruppo: «Ora tutti gli attori in gioco dimostrano fiducia nell’operato del Commissario».

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È stata firmata il giorno della Vigilia di Natale la nuova ordinanza regionale sulla discarica di Pecol dei Lupi, a Cormons. L’atto, firmato dal presidente Massimiliano Fedriga d’intesa con il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha disposto la chiusura del sito secondo il progetto approvato nel 2009 oppure “secondo un’eventuale variante dello stesso che tenga conto degli esiti dei procedimenti amministrativi diretti all’ottenimento dei titoli abilitativi necessari, predisponendo le attività a ciò necessarie”.

L’amministrazione regionale ha inoltre ordinato a Isontina ambiente di proseguire, fino al 20 dicembre 2022, l’aspirazione del percolato presenti all’interno del sito e l’avvio dello stesso, nonché l’effettuazione di campagne di prelievi ed analisi chimico-fisiche delle matrici ambientali da parte di tecnici incaricati. Richiesta, infine, l’effettuazione di controlli e di manutenzioni ordinarie sulle dotazioni impiantistiche presenti, sui teli di copertura e sul verde. A fine mese è previsto il termine per l’acquisizione dei risultati in loco.

L’ordinanza è stata accolta con cauto ottimismo dal comitato che da tempo chiede la chiusura del sito. “Ogni volta che leggiamo un’ordinanza regionale sulla discarica di Pecol dei Lupi - commenta in una nota - ci sembra di avere a che fare con un gatto che si morde la coda. Quanto meno, rispetto alle ordinanze precedenti, è stato fatto un passo avanti, in quanto finalmente la Regione non considera più ineluttabile il progetto di chiusura del 2009, che secondo il nostro modesto parere non è più attuabile, ma dà la possibilità di presentare delle varianti progettuali”.

Viceversa, il gruppo rimarca che “la Regione nel 2013 e nel 2020 ha già bocciato dei progetti analoghi a quello del 2009, con delle motivazioni solide, come la presenza di un sito inquinato (la cui bonifica non è conclusa) e la non conformità dello strato impermeabile sottostante; non si capisce perché ora dovrebbe essere attuabile. Non è mai stato spiegato con chiarezza, dati alla mano, perché nelle ordinanze non viene nominato il progetto senza nuovi conferimenti di rifiuti presentato nel 2015, l’unico che ha avuto un primo parere favorevole dagli stessi uffici regionali”

Infine, “la Regione è direttamente coinvolta nella ‘querelle' giudiziaria, avendo due dirigenti indagati. Ovviamente gli indagati sono innocenti fino a prova a contraria, ma riteniamo che sarebbe più corretto da parte degli organi regionali farsi dettare l’agenda dall’amministratore giudiziario e non viceversa”. Il comitato, comunque, nota “con piacere che tutti gli attori in gioco dimostrano fiducia nell’operato dell’amministratore giudiziario, a differenza di quando venne nominato. All’epoca solo noi e i gruppi consiliari di opposizione di Cormons lo sostenevamo”.

“Fummo anche i primi a chiedere la posa in opera di un telo di copertura provvisoria. Avrebbe dovuto essere la prima cosa da fare quando la Provincia decise di bloccare il conferimento di rifiuti nel lontano 2010, ma tant’è, meglio tardi che mai. A questo punto attendiamo con fiducia le analisi dei tecnici incaricati dal dottor Palumbo. Solo in seguito si potrà capire il destino di Pecol” conclude la nota. Nel cronoprogramma delineato dalla Regione, a fine marzo è prevista la redazione dello studio preliminare ambientale, seguito un mese dopo dallo screening di Via per la chiusura, arrivando quindi con l'atto necessario a fine luglio.

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