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Pax Christi riprende il convegno sulla pace: «A Gorizia un centro permanente»
Gli Atti del Convegno sono stati lo spunti per discutere nuovamente sul tema. Per il 2025 obiettivo Master e laboratorio sociale.
Di fronte ad una numerosa platea riunita nella sede del Maks, dinamica caffetteria-libreria di Nova Gorica, sono stati presentati gli Atti del Convegno “Negoziare la Pace”, realizzato il 30 dicembre 2023 da Pax Christi nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze Internazionali e Diplomatiche della sede goriziana dell’Università di Trieste. Gli atti sono stati curati da Sergio Pratali Maffei.
In quell'occasione venne lanciata la proposta che Nova Gorica e Gorizia potessero diventare una Capitale di una rinnovata cultura di pace e convivenza, luogo preposto ad incontri di delegazioni dei popoli in guerra e dove i giovani potessero prepararsi a essere operatori di pace.
Dopo i saluti del vicesindaco di Nova Gorica, Anton Harej, dell’Arcivescovo di Gorizia, Carlo Maria Radaelli e del Pastore della chiesa Metodista di Gorizia, hanno animato l’incontro, autorevolmente coordinato dal giornalista e scrittore Marko Marinčič, Elisabetta Tofful, responsabile del Punto Pace di Pax Christi di Gorizia, Stojan Pelko, responsabile per l'attuazione del programma GO2025 e Boris Peric, Presidente di Transmedia, Andrea Bellavite, giornalista e teologo. Nell'occasione sono giunte presso la Libreria Maks le rappresentanti della Terza Marcia Mondiale della Pace, di passaggio tra Slovenia e FVG, che hanno portato un saluto in lingua spagnola.
Tre le tematiche fondamentali per il 2025 secondo gli organizzatori del Convegno di fine 2023: «Il 2025 sarà un anno molto importante per le nostre comunità: congiuntamente, dimostreranno di essere “Capitale europea della Cultura”, due città che dalla loro diversità, dalle loro lingue, dalla loro storia, potranno dimostrare di essere in grado di produrre una cultura unitaria», così gli organizzatori.
Ma il 2025 sarà anche un anno significativo per altri due aspetti. In primis perché il mondo cattolico celebrerà il Giubileo della Speranza. «Venti anni fa, il movimento pacifista italiano era piuttosto agguerrito e si era dato uno slogan: “Un mondo migliore è possibile!”. Ma ora questa grido di speranza pare essersi spento. Ci troviamo in un mondo in cui la speranza di un futuro migliore non sembra essere possibile», hanno ribadito.
«C’è un mondo abbruttito da conflitti che non si sanno e non si vogliono gestire e che troppo spesso sfociano in guerra, un mondo dominato da un paradigma che si fonda su un unico precetto “homo homini lupus”, basato su competitività sfrenata e antagonismo esasperato, ma anche un paradigma che opera una sistemica destrutturazione del tessuto sociale, delle comunità, fondato sull’individualismo spinto, sulla spregiudicatezza di individui che puntano al “successo”, ad aumentare ricchezze e poteri, con qualsiasi mezzo».
Le problematiche toccano anche la mancanza di regole e la visione futura di cancellazione degli Stati, luoghi in cui si celebra la democrazia, la giustizia sociale, in cui si cura la salute e il benessere di tutti, l’istruzione per tutti. Il dito è stato anche puntato su “Tecnofeudalesimo”, come spiega l’economista Varoufakis, in cui il controlo sociale delle masse, ma anche l’induzione ai loro bisogni, avviene tramite le nuove tecnologie comunicative. «Un paradigma, quello in cui viviamo, esiziale, che ha messo al bando la bellezza, in cui il futuro è incerto, che impoverisce i popoli, in cui non si mettono più al mondo figli, in cui risuona il rombo dei cannoni, ha bisogno di una robusta iniezione di speranza», è stato sottolineato.
Si è trattato anche il tema della scomparsa, trent’anni fa, di Alex Langer, un uomo mitteleuropeo, dotato, musilianamente, di molte qualità. Politico per molti versi anomalo, fu un intellettuale impegnato nella quotidianità, intelligente e capace di teorizzare e praticare insieme la pacifica ed ecologica convivenza umana fra diversi. La vita di Langer è stata contrassegnata da un’eccezionale sensibilità e profondità umana: il suo modo di coniugare costantemente teoria e prassi, la sua capacità di pensiero complesso e ampio sulle cose, in un disegno dalla coerenza assoluta, ha consentito, tra le tante cose elaborate nella sua breve ma intensa esistenza, di sviluppare un originale “decalogo della convivenza”, che parte dalle prime esperienze di Alex come iniziatore del movimento interetnico sudtirolese, per giungere al suo ultimo impegno di parlamentare europeo, profuso durante il conflitto fraticida dei Balcani. Il “Decalogo", completato nel 1994, fornisce un’originale, ulteriore prospettiva per l’Europa di oggi, sottoposta anche ad un flusso migratorio di epocale portata, dove il compito di elaborare nuovi modelli di coesistenza tra soggetti diversi appare più urgente che mai.
Nel maggio 2004, Gorizia fu scelta quale luogo in cui l’Unione Europa aprì le sue porte all’Europa dell’Est: non fu una scelta casuale quella dell’allora Presidente della Commissione Europe Prodi. Gorizia e Nova Gorica hanno saputo dimostrato la possibilità di “abbattere confini e differenze - come disse Prodi - diventando un simbolo per l’Europa intera”. E questa è la cifra delle nostre comunità: superare confini e differenze nel rispetto delle proprie identità, della propria cultura, della propria storia.
Come fare per acquisire e rilanciare questo ruolo? La risposta è stata chiara: «Acquisendo e rilanciando il senso del convegno Negoziare la pace, ovvero facendo divenire le nostre città un unico “locus” in cui poter attivare percorsi negoziali tra paesi o comunità in cui vi siano conflitti o guerre. Ma, come abbiamo visto in contesti personali e comunitari, la gestione dei conflitti compete a persone esperte. Indispensabile pertanto ricorrere all’ausilio di Negoziatori di Pace, persone debitamente formate, come si legge nelle pagine conclusive degli Atti, per agire “sui” conflitti, per studiarli e interpretarli, comprenderne le moderne modalità di articolazione, nella loro organica complessità, e successivamente intervenire “nei” conflitti, per contenerne le dinamiche, prevenirne l’insorgenza, impedirne l’escalazione, avviarne la trasformazione, superarli a favore della costruzione di una kantiana pace perpetua. Nova Gorica e Gorizia sono dotate di strutture logistiche capaci di accogliere adeguatamente delegazioni di negoziatori. Le due città, ricordiamo, ospitano strutture universitarie prestigiose».
Rinnovata, dalla sede del Maks, la necessità di creare un Master permanente post-lauream per formare Negoziatori di pace internazionali e dedicare le proprie strutture ad ospitare, in un territorio neutro, delegazioni di comunità o paesi in conflitto per ricercare una mediazione possibile. «Perché non promuovere lo sviluppo di una rete ampia di soggetti in grado di elaborare percorsi di peace-keeping, peace-making, peace-building, diplomazia preventiva, coordinandosi con le numerose e ricchissime esperienze di interposizione e di mediazione di pace della società civile? Perché non fare di Nova Gorica e Gorizia, iniziando con questo 2025, un Centro internazionale permanente per la Pace?», hanno rilanciato.
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