l'accordo
Patrimonio militare in Fvg, la linea difensiva orientale sarà valorizzata

Firmata l'intesa per valorizzare il patrimonio militare. Callari: importante passo anche verso Gorizia 2025.
Saranno circa circa 1550 le strutture difensive in Friuli Venezia Giulia oggetto di un’intesa istituzionale e di un piano di interventi per la loro tutela e valorizzazione. L’accordo, firmato oggi a Trieste nel Palazzo della Regione, coinvolge la stessa Regione, il Demanio, la direzione dei lavori e del demanio della Difesa, il ministero della cultura e le università di Trieste e di Udine. Lo stesso assessore Sebastiano Callari ha evidenziato il ruolo del Goriziano e della sua storia.
"Fra pochi anni Gorizia - le parole dell’esponente della giunta -, la piccola Berlino, diventerà Capitale europea della cultura insieme a Nova Gorica. Partendo da questi luoghi, che nel Novecento ci hanno visto combattere gli uni contro gli altri, insieme dobbiamo costruire la nuova identità europea improntata a una maggiore solidarietà, sostenibilità e centralità a livello globale”. Il protocollo avrà durata triennale e sarà rinnovabile. Si tratta del primo passo per la promozione di un ampio lavoro di studio, conservazione e valorizzazione.
L’obiettivo è coniugare turismo, cultura, ambiente e mobilità dolce con l’incentivazione del partenariato pubblico-privato, sul modello di pratiche virtuose già sperimentate in altri contesti dell’Unione europea. Le strutture difensive realizzate sul confine orientale (il cosiddetto Vallo alpino del Littorio) rappresentano un patrimonio storico unico di valenza internazionale. Solo nella zona della Carnia e del Tarvisiano sono collocati 46 sbarramenti (per un totale di circa 400 opere) degli oltre 300 dei quali era originariamente composto il Vallo Alpino del Littorio.
A queste opere vanno aggiunte le oltre 1000 strutture realizzate sulla linea del Tagliamento, nella piana di Gorizia e sulla linea del Torre. Con la Guerra fredda, la zona di confine è stata tra le più militarizzate d’Italia: oltre il 50% del territorio regionale è stato infatti interessato da servitù militari. A partire dai primi anni Novanta, però, gran parte di queste strutture sono state dismesse e la loro proprietà trasferita dal Demanio militare a quello civile. Una parte considerevole del cosiddetto Vallo alpino del Littorio si trova oggi in Slovenia e in Croazia.
Fino ad oggi, in assenza di un piano volto alla conservazione e valorizzazione di questo patrimonio storico, la cura e il recupero delle strutture sono stati in capo all’iniziativa delle amministrazioni comunali o di associazioni private. Negli anni sono state recuperate a uso turistico e didattico alcune strutture da parte delle associazioni, tra cui il bunker San Michele, in comune di Savogna d'Isonzo (nella foto).
“La sottoscrizione dell’accordo - ha detto il direttore della Direzione dei Lavori e del Demanio, Giancarlo Gambardella - vuole essere solo l’inizio di un lungo percorso, ci auguriamo, ricco di risultati concreti e tangibili, con l’auspicio che l’ambito di applicazione della partnership possa essere esteso anche ad altre infrastrutture militari presenti sul territorio regionale”. Soddisfazione espressa anche dai rettori dei due atenei, che saranno partner del progetto nelle fasi di studio e rilevamento.
Foto: Associazione nazionale fanti d'arresto
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