il racconto
Parla il centauro ferito a Mariano: «L'auto che mi ha colpito non si è fermata»
L'uomo, 64 anni, è rimasto ferito a inizio giugno e ora sta tornando a camminare dopo la frattura alla tibia. L'appello per ritrovare chi l'ha aiutato in strada.
Era in sella alla sua moto quando, improvvisamente, qualcosa l’ha buttato a terra facendogli cadere il buio su quei brevi momenti. Luciano Proietti (nella foto) è rimasto coinvolto a inizio giugno in un incidente stradale a Mariano del Friuli, lungo la strada regionale 305 var all’altezza della rotonda che porta a Corona. L’uomo, 64 anni di Fogliano Redipuglia, viaggiava su un’Aprilia Racing ed era in prossimità dell’intersezione quando, denuncia lui stesso, è stato urtato da un altro veicolo. Chi sia stato, però, non l’ha potuto vedere con i suoi occhi.
«Ero in entrata della rotonda - racconta lui stesso - e sono stato tamponato da una persona che mi ha fatto volare sulla rotonda, riportando ‘solo’ la rotula tibiale». Un esito ben fortunato, vista la caduta. Il responsabile, però, non ha prestato alcun soccorso: «La persona non si è fermata a soccorrermi e la mia seconda fortuna è stata l’arrivo di una signora». Dopo alcuni giorni di convalescenza all’ospedale San Giovanni di Dio a Gorizia, Proietti è tornato a casa ed è riuscito a fare quattro passi, seppur con tutore e stampelle.
Dopo aver raccontato ai carabinieri cosa si ricorda dell’accaduto, ha saputo dagli stessi che «insieme ai pezzi della mia moto hanno trovato un copricerchio di una 500, ma non essendoci testimoni e telecamere (hanno visionato quelle del benzinaio) non hanno trovato nulla. Chi mi ha soccorso ha solo visto in lontananza una macchina, ma non sanno per quanto tempo io sia rimasto sull'asfalto da solo». In ogni caso, due giorni dopo il fatto «si è presentata una signora dai carabinieri di Trieste perché aveva visto il vostro articolo».
La persona si è quindi ricordata «di aver sentito un urto sulla sua macchina, ha ricostruito ora e luogo rendendosi conto che forse era stata lei a provocare l’incidente. La sua macchina aveva segni compatibili con l’urto. Lei conferma di non essersi accorta di nulla - prosegue il ferito - forse distratta dal marito che stava poco bene. Ha sentito il colpo, ha guardato negli specchietti ma non mi ha visto». Alla fine, quindi, «mi ritengo molto fortunato - rimarca Proietti - moto da una parte e io dall’altra. Accenderà un cero a Castelmonte».
Seppur perplesso su come l’autista non abbia capito subito cosa fosse successo, il ferito non dimostra rancore: «Penso alla buona fede della signora, che si è presa la sua responsabilità». Parallelamente, «ho chiesto ai carabinieri se è possibile avere il nome di chi mi ha soccorso per ringraziarlo». Ora, quindi, «il mio scopo è far capire che bisogna stare attenti alla guida. È un attimo prima che tutto si spenga. Questi due mesi sono stati molto dolorosi», conclude il centauro, sicuro di poter tornare prossimamente a camminare e fare sport come prima.
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