con legambiente
Le tante trasformazioni di Parco Basaglia, ragazzi studiano all'aperto a Gorizia
Tra novembre e gennaio, sono stati tenuti i primi incontri per introdurre i ragazzi e le ragazze allo studio della particolarissima realtà e le sue trasformazioni.
Legabiente ha avviato il progetto "Quadri di natura", dedicato all'educazione ambientale scegliendo come suo laboratorio Parco Basaglia a Gorizia. Coinvolte le scuole cittadine sulla tematica della biodiversità per un approccio esperienziale con storia, ambiente e paesaggio. Un invito a ragionare e ad agire per migliorare la sostenibilità urbana che includerà anche esperienze di disegno e pittura all’aria aperta. Le attività, ideate e curate dalla professoressa Sonia Kucler, sono partite nel novembre scorso con una presentazione dedicata a tutti i partner del progetto, entrando poi nel vivo con le lezioni all’aria aperta.
Tra novembre e gennaio, sono stati tenuti i primi incontri per introdurre i ragazzi e le ragazze allo studio della particolarissima realtà goriziana rappresentata dal parco, un’area urbana che mantiene ampie superfici di verde storico ornamentale e aree di campagna. Lo scorso novembre, due classi della scuola media Ascoli hanno partecipato alla prima lezione alla scoperta delle caratteristiche storiche e botaniche che questo luogo racchiude, interessati in particolare alla bellezza degli alberi secolari che, nonostante i numerosi decessi avvenuti negli ultimi anni, riescono a emozionare i più giovani, complici le insegnanti di scienze sempre alla ricerca di spunti di studio e osservazione.
In gennaio è stata la volta di due classi prime dell’Istituto agrario Brignoli, a cui è stata proposta una lettura tra passato e presente del parco intitolato dal 1999 a Franco Basaglia, pietra miliare della psichiatria italiana, che dagli anni Sessanta a inizi anni Settanta lavorò qui come direttore dell’allora ospedale psichiatrico provinciale (Opp). Nosocomio che in realtà nasce nel primo decennio del Novecento come manicomio provinciale austro-ungarico “Franz Joseph I”, seguendo il modello allora affermatosi in Europa con asilo centrale e colonia agricola.
La lezione del 24 gennaio è stata perciò dedicata a frugare nelle lontane origini di questo sito, per capire come e perché una distesa assolata di campi coltivati di periferia sia diventata, tra il 1905 e il 1908, una cittadella ospedaliera d'avanguardia per la cura dei malati mentali in cui il verde era concepito come elemento terapeutico determinante. Girovagando nel parco storico centrale e nei giardini laterali, gli alunni han potuto osservare le modificazioni più appariscenti avvenuti qui tra un secolo e l’altro - le palestre, le ville a schiera, la nuova strada, i parcheggi - elementi aggiunti man mano dalle amministrazioni che si sono succedute.
Elementi che oggi impediscono di leggere correttamente l'ordito e la trama di questo complesso, a meno che non ci si attrezzi con mappe e foto d’epoca e attuali, panoramiche e vedute aeree, che non raccontano però del lento venir meno della funzione ospedaliera qui a lungo esercitata. Il gruppo ha poi osservato le trasformazioni naturali avvenute nel Basaglia, che si sono prodotte laddove gli umani sono intervenuti poco o per niente, magari trascurando la manutenzione delle zone a giardino, cosicché sentieri e vialetti si sono lentamente interrati grazie alle lettiere di foglie accumulatesi ed all'attività di vari animaletti.
Tra questi ci sono gli utili lombrichi. Qui, camminando con attenzione, si osserva una fertilità del suolo inaspettata così come una crescita spontanea di alberi ed arbusti che “arredano” ormai da decenni il sottobosco formando una suggestiva macchia di colore e restituendo al visitatore vedute paesaggistiche da giardino all’inglese. L’area dell’ex colonia agricola, oggi gestita dalla Comunità terapeutica La tempesta, ha poi riservato alle classi diverse sorprese e -seppur nella sua poco accattivante veste invernale- è riuscita a presentare scorci campestri con qualche boschetto, incolti, campi coltivati a radicio rosso e canarin, nel solco della tradizione agricola del Borc San Roc.
Sono state tutte occasioni di esperienze botaniche e faunistiche che saranno l’oggetto delle uscite primaverili. I partner del progetto sono: scuola media Ascoli, Isis Brignoli, elementare di lingua slovena Erjavec, Erpac, comunità terapeutica La tempesta, associazione culturale Prologo, Servizio biodiversità della Regione Friuli Venezia Giulia. Il percorso, sostenuto dalla Fondazione Carigo, sarà triennale nel segno della continuità necessaria ad una coerente ed efficace attività di educazione ambientale.
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