Paola Del Din sul nuovo Lapidario di Gorizia, «qui le scuole per ricordare»

Paola Del Din sul nuovo Lapidario di Gorizia, «qui le scuole per ricordare»

l'inaugurazione

Paola Del Din sul nuovo Lapidario di Gorizia, «qui le scuole per ricordare»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 11 Giu 2023
Copertina per Paola Del Din sul nuovo Lapidario di Gorizia, «qui le scuole per ricordare»

Svelata l'opera realizzata da Barbara Fornasir, domani mattina la prima commemorazione. Appello del governo a portare questa storia a scuola.

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Ci sono 97 nuovi nomi (la lista in fondo all'articolo) da oggi scolpiti nel cuore di Parco della Rimembranza a Gorizia, dopo aver svelato il secondo Lapidario. Non un “doppione”, come evidenziato dal presidente della Lega nazionale cittadina, Luca Urizio, e dal sindaco Rodolfo Ziberna, quanto un ampliamento della lista di chi venne deportato dai partigiani titini durante i 40 giorni di amministrazione della città. Tutti quei nominativi, incluso il luogo di provenienza ritrovati nelle ricerche agli archivi della Farnesina, sono stati letti in apertura della cerimonia, tenutasi questo pomeriggio.

Sfidando il meteo incerto, ma fortunatamente benevolo, c’era circa un centinaio di persone alla cerimonia. Alcune di loro con la bandiera italiana sulle spalle, qualcuno anche quella istriana. Folta, infatti, la presenza di esuli e loro familiari, insieme all’Anvgd e al Comitato delle famiglie dei deportati in Jugoslavia. “È un monumento non di provocazione ma per una richiesta di verità - così Urizio -, questo è un momento importante per tutta Italia” proprio per la provenienza variegata dei nomi aggiunti. Altri potranno essere inseriti in futuro.

Una parte della lastra d’acciaio, infatti, è stata lasciata libera proprio per questo, con il presidente della Lega nazionale convinto che solo nel maggio del 1945 “i deportati da Gorizia sono stati 900”, arrivando a più di mille in tutto il Goriziano. Presente in prima fila allo scoprimento anche la staffetta partigiana Paola Del Din, che a breve compirà 100 anni. “Basta dire che queste sono iniziative anti-partigiani” ha quindi rimarcato il primo cittadino, attaccando indirettamente l’Anpi nello strascico di polemiche post-25 aprile.

“Mi fa inorridire chi chiede il perché di un altro monumento - ancora Ziberna - se c’era già un altro. Si tratta di persone le cui spoglie mortali ancora oggi non sappiamo dove siano”. Lo stesso sindaco ha sottolineato come questo capitolo unisca la città anche alla storia d’oltreconfine: “Solo in Slovenia il comunismo ha fatto 100mila morti, come ha scoperto la commissione nazionale, e in gran parte erano sloveni e croati”. Dito puntato quindi verso i partigiani titini e quelli italiani sotto il suo comando, “volevano annettere questi territori”.

“Non c’è nessuna differenza tra gli ebrei deportati e questi deportati italiani - ha commentato l’assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari -, sono stati uccisi non perché filo-fascisti ma per la volontà di annettere queste terre. Sbaglia chi vuole leggere una polemica, è invece un messaggio di amore e pace per l’Europa”. Presente anche il governo nazionale, con la viceministra all’Istruzione Paola Frassinetti, che ha invitato anche le scuole a visitare questo luogo per ricordare: “Mi impegnerò affinché accada”.

“Al Quirinale - così l’esponente dell’esecutivo - mi sono emozionata sentendo le parole di Mattarella contro il revisionismo. Con questi atti significa veramente andare avanti e ogni lapide ha il nome dei colpevoli, altrimenti si mistifica la verità”. Quindi l’impegno a “intensificare il lavoro con le scuole insieme alle associazioni di esuli e deportati. È importante verificare chi va a parlare con i ragazzi”. Oggi è stata anche l’occasione per ricordare Barbara Fornasir, progettista dell’opera, venuta a mancare prima che fosse realizzata.

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