L'urlo dei ragazzi con bandiere e striscioni per le strade di Gorizia, «Palestina libera»

L'urlo dei ragazzi con bandiere e striscioni per le strade di Gorizia, «Palestina libera»

la manifestazione

L'urlo dei ragazzi con bandiere e striscioni per le strade di Gorizia, «Palestina libera»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 15 Giu 2024
Copertina per L'urlo dei ragazzi con bandiere e striscioni per le strade di Gorizia, «Palestina libera»

Ieri pomeriggio la marcia da Parco della Rimembranza fino a piazza Vittoria, gli slogan e l'urlo dei partecipanti. Associato l'anti-sionismo all'anti-fascismo.

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Hanno manifestato la propria rabbia e disgusto per quanto sta accadendo a Gaza, percorrendo tutta la città con striscioni e bandiere. Circa un centinaio di persone si sono radunate ieri pomeriggio a Gorizia, partendo da parco della Rimembranza per proseguire a piedi intonando canti e slogan contro la guerra in Palestina e contro le politiche di Israele. A richiamare persone di tutte le età, tra cui numerosi giovani ma anche qualche anziano, sono stati gli attivisti della Casa del popolo-Ljudski dom di Piazzutta.

Un percorso lungo, quello che è partito attorno alle 18 - anziché alle 17 come inizialmente previsto - e terminato poco dopo le 20 in piazza della Vittoria. Nel mezzo, i partecipanti hanno sfilato e letto posizioni delle varie componenti che hanno preso parte all’iniziativa, dai comitati studenteschi ad alcuni esponenti delle liste di sinistra goriziane. Presenti anche alcuni degli universitari dell’ateneo di Trieste, che dagli ultimi mesi del 2023 hanno occupato piazzale Europa e alcuni spazi per solidarietà con Gaza.

Anche in questa sede, non sono mancate le accuse al rettore Roberto Di Lenarda per non aver accolto le loro istanze. Partendo dai giardini di corso Italia, il tenore delle posizioni è stato subito chiaro, definendo «Israele Stato terrorista» e ricostruendo la storia del conflitto israelo-palestinese dal 1948 ad oggi. «Senza giri di parole - così un esponente della Casa del popolo - l’obiettivo è lo sterminio di una popolazione scomoda». Nessuna condanna all’attacco del 7 ottobre, anzi è stato sottolineato che «la storia va molto più indietro di quella data».

«Finche restiamo ignoranti e indifferenti, la storia continuerà a ripetersi». Prima di avviare la marcia, è stato quindi sottolineato che «l’antisemitismo è fascismo, l’anti-sionismo è anti-fascismo». Il corteo è quindi partito verso il cuore della città, inneggiando alla liberazione della Palestina e alla fine del conflitto, fino ad intonare «Se non cambierà, Intifada pure qua». Lanciato anche il messaggio di uscire dalla Nato, sventolando le bandiere palestinesi. Presente anche il vessillo color arcobaleno della pace e qualche bandiera rossa.

«Se ogni bambino è un terrorista, ogni scuola è un bersaglio» si legge in uno degli striscioni. Si chiede il cessate il fuoco, puntando anche il dito verso «chi tace è complice del genocidio». A scandire il cammino anche canzoni partigiane italiane, davanti a diversi curiosi che hanno assistito alla manifestazione ai bordi delle strade. Ben pochi applaudono, qualcuno guarda il tutto con perplessità, mentre gran parte riprende quanto accade con il telefono. Il gruppo, arrivato in via Crispi, ha quindi virato su corso Verdi, risalendo alla fine verso la piazza da via del Seminario.

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