Monfalcone, bruciate e spedite pagine del Corano: scontro sulle moschee

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Monfalcone, bruciate e spedite pagine del Corano: scontro sulle moschee

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 30 Nov 2023
Copertina per Monfalcone, bruciate e spedite pagine del Corano: scontro sulle moschee

La lettera minatoria inviata al Darus Salaam di via Duca d’Aosta, annunciato ricorso al Tar contro la chiusura. Cisint: «Situazione sfuggita di mano».

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A Monfalcone, le ordinanze sul ripristino della destinazione d’uso dei locali di via Duca d’Aosta e di via Don Fanin sono arrivate a destinazione. Dal 25 novembre scorso, a seguito dell’emanazione del provvedimento dirigenziale del Comune, le Salaat quotidiane – dette anche Namaz, ossia la preghiera islamica canonica – sono temporaneamente sospese. I fedeli musulmani presenti in città pregheranno quindi nelle loro case. A questo fatto che già molte reazioni ha destato, se n’è aggiunto uno molto serio, senza precedenti e che non aiuta a chiarire la situazione.

Al Darus Salaam di via Duca d’Aosta, tramite una regolare spedizione postale, è arrivata una lettera provocatoria e di minaccia contenente alcune pagine del Corano bruciate. “Un gesto preoccupante che offende ogni intelligenza – così lo definisce Bou Konate, presidente onorario del Centro Darus Salaam – ma tornando ai provvedimenti presi dal Comune, la situazione è sotto gli occhi di tutti: il sindaco Cisint continua a fomentare odio fra i popoli”. “Questo esprime il fallimento totale della sua politica in materia di integrazione – continua Konate – non ha mai fatto nulla per cambiare la situazione che ormai è ingestibile e lei non riesce più a metterci mano”.

L’ex assessore, si esprime anche a nome degli Imam Abdoul Madjid Kinani e Mizanur Rahaman. “Faremo ricorso al Tar – sono ancora le parole di Konate – e pregheremo a casa in attesa della sentenza. I nostri legali stanno lavorando. Noi non abbiamo nessun problema con i parroci e con le comunità cristiane, è il sindaco a far politica sulla questione”. Da via Don Fanin invece, “si prende tempo” per esprimere dei commenti. Qui la comunità è guidata dall’Imam Mohammad Belal Hossain che parla pochissimo l’italiano.

“Noi non sapevamo che alcune cose non si potevano fare, ma rispettiamo il provvedimento” commentano dei fedeli. Sulla destinazione d’uso dei due locali in questione – uno ad uso direzionale e l’altro di tipo commerciale – è ritornato il sindaco Anna Maria Cisint durante una diretta trasmessa stamattina sui suoi canali social. “Sono state chiuse due moschee perché di questo si tratta – sono le parole del sindaco – e ovviamente ne abbiamo le prove. Sono state utilizzate in questi anni in maniera crescente, come centri non culturali, ma luoghi di preghiera".

"Posto che questo ragionamento non ha nulla, lo sottolineo, nulla a che vedere con la libertà religiosa, tanto è vero che le ordinanze puntano a due questioni in particolare: cioè rispetto delle regole a cui siamo tenuti, perché altrimenti l'Italia non sarebbe un paese di diritto, non sarebbe uno Stato regolato da norme con una gerarchia”. Nel suo intervento, Cisint fa poi riferimento al rispetto del piano regolatore e alla tutela della sicurezza pubblica. “Le due ordinanze sono volte al ripristino dello stato d'uso di due situazioni che avrebbero già dovuto essere gestite in questo modo, perché le norme, le autorizzazioni dicevano che quelli rimanevano locali direzionali e commerciali”.

“Voglio dire anche però, dopo aver letto ciò che il signor Konate che continua a fare politica – aggiunge Cisint – lui dovrebbe valutare le proprie responsabilità. Mi riferisco in particolare al ragionamento della spaccatura. Negli occhi di tutti, nella presenza in città di tutti, risulta quanto questa situazione sia oggi veramente sfuggita di mano. Alle associazioni stesse, i numeri sono incredibili”.

“I numeri sempre crescenti di musulmani integralisti non li vede solo il sindaco. Il signor Konate oggi fa riferimento ai cittadini che sono dalla loro parte, ma i cittadini l'hanno già detto nel 2022, da che parte stanno con un sindaco che al primo turno è arrivato al 73%? Ci è stato detto che l'integrazione non è un obiettivo, perché se lo fosse non capiterebbe così di frequente, di conoscere situazioni e gestire vicende drammatiche di bambine dai 13 ai 16 anni che troppe poche volte si ribellano per non essere spose bambine. L'ultima è di due settimane fa. Io penso che se ci fosse questa voglia di collaborare di integrazione, questo è il primo passo".

"Quindi la collaborazione e l'integrazione deve, se si vuole raggiungere, partire da chi arriva, ma se chi arriva continua a voler portare la propria civiltà, la propria cultura nel paese che egli ospita, questo non va bene qui non va più bene”. Sull’arrivo delle pagine bruciate del Corano, il sindaco ha infine espresso la sua condanna senza se e senza ma. “Condanno ogni tipo di violenza – conclude Cisint - però il vero volto di questa comunità ormai è molto chiaro”. 

“La città brucia – scrivono in un comunicato Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo de La Sinistra per Monfalcone - e invece di buttare acqua sul fuoco, la sindaca continua la sua campagna contro una parte della città. Purtroppo, come ci ha ricordato lei anche oggi, questa sindaca hadeciso di non rappresentare tutti e tutte, a prescindere da razza e religione, ma solo quella parte di città che l'ha votata. Una sindaca di parte”.

“Questo atteggiamento purtroppo è politicamente irresponsabile – continuano dalla minoranza consiliare - non tiene conto che si sta imboccando la via della contrapposizione culturale, alimentando il razzismo e le peggiori derive identitarie. Questa campagna mediatica e di stampa della destra invece descrive una città piena di tensioni razziali e usale differenze religiose e culturali per nascondere il fallimento delle politiche sul piano sociale, economico e lavorativo”. “Per l'integrazione servono corsi di italiano, mediatori nelle scuole e nei servizi, asili nido, più scuole a tempo pieno per sgravare le donne dal lavoro di cura e permettere l'emancipazione attraverso il lavoro – concludono Morsolin e Saullo - non abbiamo visto niente di tutto questo in questi anni ma solo slogan ideologici che stanno creando un clima irrespirabile in città”.

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