Padri e figli insieme sotto rete, le due storie di famiglia nel volley a Mariano

Padri e figli insieme sotto rete, le due storie di famiglia nel volley a Mariano

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Padri e figli insieme sotto rete, le due storie di famiglia nel volley a Mariano

Di Mattia Zucco • Pubblicato il 19 Apr 2024
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In questa stagione di Serie D, ben due coppie padre-figli militano con i colori dell'Intrepida: le storie dentro e fuori dal campo.

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Quante volte vi è capitato nella vostra vita di vedere, durante un partita di un qualsiasi sport di squadra, delle coppie di atleti padre-figlio che giocano assieme? Decisamente poche, anche perché per motivi semplicemente anagrafici il tramonto della carriera sportiva di una persona tendenzialmente non sfora l’età soglia dei 40 anni. L’eccezione che conferma la regola, tuttavia, esiste e si trova nella squadra di pallavolo dell’Intrepida Mariano dove ci sono ben due coppie di papà che giocano assieme ai figli.

Il ritiro precoce dalle scene sportive, unito al fatto che ormai l’età in cui si hanno figli – secondo un report del ministero della Salute – si aggira attorno ai 33 anni, rende la possibilità di vedere un genitore calcare i palcoscenici sportivi assieme al figlio assai remota. Francesco ed Emanuele Zorgniotti e Stefano e Andrea Sfiligoi, infatti, si sono trovati durante la stagione sportiva in corso a militare nella stessa squadra, da compagni di squadra. Il club ha vinto il campionato l’anno scorso, garantendosi così la promozione in Serie D e, quest’anno, nell’ottica di rafforzare il team il caso ha voluto che si creassero le due coppie.

«Io sono classe 1981 e mio figlio è del 2007 – ci ha raccontato Francesco Zorgniotti – nonostante mi faccia molto piacere giocare nella stessa squadra devo ammettere che lui sta diventando ormai più forte di me (sorride ndr). In campo ovviamente siamo solo compagni di squadra e, quindi, ascolta in primis l’allenatore. Poi, a casa o in spogliatoio, qualche consiglio glielo do anche se le gerarchie sono chiare e le rispettiamo in modo serio». Punto di vista diverso del figlio, Emanuele, che ammette: «Ci sono dei pro e dei contro ovviamente. Ad esempio se si litiga casa il rischio è che le tensioni le portiamo dietro in campo».

«Tendenzialmente, però, riusciamo a dividere bene le cose, rimanendo compagni di squadra sul parquet e figlio e papà al di fuori di esso» rimarca. Sulla stessa linea d’onda ci sono anche gli Sfiligoi, che con una differenza di 29 anni (Stefano è del ’69 mentre Andrea del ’98) giocano assieme con grandi risultati. «Nel mio caso è stato mio padre a farmi innamorare della pallavolo – ammette Andrea – ricevo con piacere i suoi consigli anche perché è un giocatore di grande esperienza. In campo, tuttavia, il ruolo dell’allenatore non è messo in discussione e molto spesso i pareri e gli aggiustamenti di papà arrivano casa, dove ne parliamo in modo costruttivo».

Un rapporto, quello tra il genitore ed il figlio, che viene cementificato attraverso lo sport: «Giocare assieme ci permette di viverci in maniera diversa, facendo fatica e sacrificandoci l’uno per l’altro ogni partita – conclude Stefano Sfiligoi – mi fa molto piacere giocare con mio figlio anche se in campo lui è semplicemente un compagno di squadra come un altro. Spero, tuttavia, di continuare a competere assieme a lungo».

Nella foto, da sinistra a destra: Emanuele e Francesco Zorgniotti, Stefano e Andrea Sfiligoi

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