Padiglioni, ponti e torri: ecco come gli architetti in erba sognano Gorizia

Padiglioni, ponti e torri: ecco come gli architetti in erba sognano Gorizia

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Padiglioni, ponti e torri: ecco come gli architetti in erba sognano Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 16 Feb 2023
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Presentati i risultati del laboratorio di Architettura con Lubiana, le idee per la Capitale europea della cultura 2025.

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Due città trasformate come in una fiera a cielo aperto, ideato soluzioni mirate per abbellire, ricucire o creare da zero spazi di aggregazione. Anche quest’anno, sono tante e variegate le idee nate dal workshop promosso dal corso di laurea in Architettura del polo di via Alviano, chiedendo ai futuri professionisti di ideare nuove opere tra Gorizia e Nova Gorica. Un lavoro che ha visto attivi sia gli allievi dell’Università di Trieste che quelli di Lubiana, presentando questa mattina i risultati ai due sindaci.

Rodolfo Ziberna e Simon Turel sono stati così ospiti al primo piano dell’ex seminario, scoprendo i modelli nati in questo primo semestre di lezioni. L’aula è diventata così una sorta di Capitale europea della cultura in miniatura, poiché le diverse soluzioni sono state progettate proprio sulla spinta dei valori e obiettivi che hanno portato i due centri al titolo internazionale. Ci sono piazze, edifici, torri, ponti, giardini verticali e tanto altro in aree ben individuate del territorio, tanto futuriste quanto pratiche.

Una sorta di libro dei sogni, sia chiaro, che potranno comunque essere ammirati prossimamente dalla cittadinanza nelle vetrine delle proprietà Ater di via Carducci. E offrire comunque spunti per la progettazione delle due città da qui ai prossimi anni. Nei giorni scorsi, la giunta ha approvato uno studio di pre-fattibilità per l’ex rimessa dei tram in piazzale Saba, nata proprio insieme ai docenti del dipartimento di Architettura, e nessuno esclude che altre collaborazioni possano partire. Anche grazie agli allievi e laboratori.

Come spiegato dagli stessi ideatori dei modellini, si è pensato al contesto urbano con una serie di padiglioni, ispirati dal modello della Biennale di Venezia, che possano ospitare eventi, iniziative ma anche momenti quotidiani di vita cittadina. Non tutti permanenti ma anche rimovibili o trasformabili, quasi come alcuni stadi nati in Qatar per i Mondiali e poi riconvertiti. Il tutto, comunque, sempre con l’idea di unire: come Poems of the river, ponte sull’Isonzo immaginato in via degli Scogli che diventerebbe anche una vera piazza.

A idearlo sono state Enea Kalčić e Gabriella Baković. C’è poi Go!ng through the city, ideato da Yuliya Furiv e Bogdan Scutar, ossia un punto panoramico sulle due Gorizie laddove c’è il monumento ai quattro generali. Una volta concluso il 2025, potrebbe diventare un luogo di culto. Feeling pavilion è invece firmato da Anna Caporali e Guglielmo Pozzi, seguendo l’asse tra Galleria Bombi e piazza Transalpina grazie a una passerella sopraelevata. Martina Gasparini, Davide Tomasin e Diana Bojaj hanno invece ideato As above so below.

Si tratta di un padiglione in Transalpina, diventando un nuovo colle che racconta la storia delle alture locali. Alla fine si crea una torre panoramica, da destinare a spazi museali e non solo. A Straccis, invece, potrebbe sorgere Leisure by the river, creato da Michela Piccinelli e Camilla Montina: un padiglione di roccia, pensato come un nuovo spazio dello stare lungo il fiume. Al suo interno bar e palestre, mentre accanto si erge una parete di roccia per arrampicate. EsaGo!ni è invece pensato per il valico del Rafut, trasformando i vecchi confini in “porte”.

Si tratta di due torri, una in Italia e l’altra in Slovenia, in comunicazione tra loro che possano accogliere anche luoghi di divertimento. Privata civitas guarda invece all’ambiente, secondo Giada Furlan e Gabriele Mocchiutti, con un giardino verticale da collocare nel piazzale di Casa rossa. Nella stessa area, Shapes of water crea un percorso ad anello tra le due città legato all’acqua, disegnato da Jacopo Marangoni e Karen Traficante. Francesco Colla e Alessia Rugliano sono intervenuti invece sull’area ferroviaria di trg Evrope.

The borderless station la trasforma in un parco. Infine, ecco Amebo ossia Active Metamorphic Border di Emanuele Di Quattro. Progetto concettuale che crea nuovi corridoi urbani per collegare Gorizia e Nova Gorica. A studiare gli elaborati c’erano anche i direttori del Gect, Romina Kocina e di Zavod GO! 2025, Gorazd Bozic, il presidente di Ater Fabio Russiani e il presidente del Consorzio universitario, Sergio Orzan. “Gli spunti emersi saranno sicuramente analizzati dai due Comuni per la loro programmazione urbanistica” hanno assicurato i due sindaci.

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