L'ex Ospedale di Gorizia sarà demolito, già pronti oltre 4 milioni di euro

L'ex Ospedale di Gorizia da demolire, pronti oltre 4 milioni di euro

in consiglio comunale

L'ex Ospedale di Gorizia da demolire, pronti oltre 4 milioni di euro

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 18 Apr 2023
Copertina per L'ex Ospedale di Gorizia da demolire, pronti oltre 4 milioni di euro

Approvato nella notte il primo step verso il progetto, critiche dalla minoranza. Serviranno circa cinque anni per la prima scuola.

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L’ex Ospedale civile di via Vittorio Veneto dovrà essere demolito, per poi poter realizzare il nuovo polo scolastico di Gorizia che accoglierà i licei Slataper e Itis Galilei-Fermi-Pacassi. Nella notte, il consiglio comunale ha votato a maggioranza le direttive alla base della futura variazione al piano regolatore, dopo un’accesa discussione che ha visto l’opposizione contraria all’idea di spostare lì quasi 1200 studenti nei prossimi anni. A finanziare l’opera attualmente è il fondo Por Fesr della Regione.

Trieste ha messo già a bilancio 4,3 milioni di euro per la demolizione dell’opera, non protetta dai vincoli della Sovrintendenza, e il cronoprogramma prevede la realizzazione del primo lotto nell’arco di 57 mesi, ossia poco meno di cinque anni contando tutto l’iter amministrativo necessario da seguire. In tutto, serviranno 25 milioni circa per le progettazioni, con il bando pubblicato dall’Edr alla fine del 2022 e che è attualmente in fase conclusiva. A guidare il tutto sarà l’Edr, dopo aver ricevuto l’immobile da Asugi.

Per arrivare all’arrivo delle pale e ruspe a ridosso del confine di Šempeter, comunque, serviranno ancora diversi passaggi, in particolare la redazione della variante per la quale ci sono già 40mila euro. Come rilevato da Lara Carlot dell’Edr, quest’ultimo ente potrà farsi carico dell’ex nosocomio solo dopo averne modificato la destinazione d’uso in chiave scolastica, in quanto non competente in materia sanitaria. Una trafila di passaggi che dovrebbe essere conclusa per fine anno, mentre la scadenza della rendicontazione è al 2029.

Tante le voci contrarie sollevate dalla minoranza, con Franco Zotti (Zotti contro tutti) che, evidenziando come “su quest’area si è proposto di tutto e di più”, si è chiesto quanto costerà lo smantellamento e cosa verrà realizzato nelle sedi svuotate degli istituti. “I costi della ristrutturazione degli edifici esistenti - così l’ingegnere Carlot - sono molto elevati per le due scuole. La differenza tra demolire e riqualificare l’esistente è di qualche centinaia di migliaia di euro, ma sarebbero delle scuole a norma ma non efficienti”.

Sempre Zotti ha chiesto se ci sia stato un confronto con le scuole slovene sul tema, mentre Dario Baresi (Lista Martina) ha rimarcato che un sito migliore sarebbe stata l’ex caserma Del Fante in via Duca d’Aosta. Sul punto, il dirigente comunale dei lavori pubblici Linicio Gardin ha replicato che i circa 6 ettari dell’ex sito militare non sono sufficienti per le due scuole, a differenza dei 12 dell’ospedale oggi abbandonato. Dubbi poi sollevati da Franco Perazza (Pd) sui costi e tempi necessari per la rimozione di amianto che sarà ritrovato.

“All’Iti stanno per partire i lavori di ripristino della palestra e altri interventi” così Rosy Tucci (Gorizia è tua), con Carlot che ha replicato che “la facciata era pericolante e andava messa in sicurezza. Non sono soldi sprecati, perché nella migliore delle ipotesi serviranno per i prossimi 5 anni. Abbiamo poi deciso di demolire la vecchia palestra per realizzare una nuova ma è fatta già dall’allora Uti”. Per la dem Laura Fasiolo, invece, “non si è fatto abbastanza per la ricerca di sedi, non mi risulta che siano stati interpellati i presidi”.

Tantomeno, prosegue l’ex dirigente scolastica, questi “abbiano risposto positivamente. Il preside del Galilei non era entusiasta della soluzione. Questa logica porterà all’isolamento dal resto degli istituti, via Vittorio Veneto inoltre è pericolosa da attraversare”. Sugli interventi da fare, la vicesindaca con delega all’Urbanistica, Chiara Gatta, ha spiegato che ci sono già stati incontri con Apt per modificare il trasporto pubblico locale sull’area, mentre il sindaco Rodolfo Ziberna ha ricordato che la scelta è stata fatta dialogando con la Regione.

L’idea originale del Comune era concentrare il tutto nell’ex casermette, salvo poi cambiare idea per la mancanza di requisiti richieste della zona. “Si va avanti per spot - l’attacco di Emanuele Traini (Ragione autonoma Fwd) -, ancora non si sa cosa si farà degli attuali plessi. In via Terza armata c’è un problema irrisolto, come si farà a conciliare il passaggio dei bus? Manca un piano del traffico”. Non del tutto sicuro si è detto anche Alessio Zorzenon (FdI), al neto del voto positivo: “Non me la sento di dire che ho le idee chiarissime ma non sono contro a priori”.

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