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Ex ospedale da demolire, comitato per chiedere il referendum a Gorizia
Presentate le posizioni del comitato contrario alla demolizione dell'edificio, entrato in funzione nel 1957. L'appello per creare una cittadella della salute.
Quell’ex ospedale non si deve assolutamente demolire. È ciò che chiede il neonato comitato per difendere l’ex nosocomio Civile di via Vittorio Veneto a Gorizia, destinato nei piani di Comune e Regione a far spazio al nuovo campus scolastico. Mentre si attende la discussione in consiglio comunale della variante urbanistica per avviare la progettazione, in programma lunedì 6 maggio, un gruppo di cittadini ha deciso di lanciare una petizione per indire un referendum popolare. A guidarli è l’architetto Romano Schnabl.
L’ideatore del rosone di piazza della Transalpina, infatti, aveva già espresso le proprie perplessità in occasione di una riunione sul tema in sala Incontro a San Rocco. Posizioni presentate davanti all’assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante, e che hanno trovato la condivisione di alcuni presenti. Questa mattina, il comitato le ha quindi espresse anche ai media insieme alla propria visione sull’area: creare qui una cittadella della salute dedicata ad anziani, malati di Alzheimer e centro di formazione per sanitari.
«Quell’edificio - ha illustrato Schnabl - è stato iniziato a usare nel 1957, nascendo a cavallo della Seconda guerra mondiale. Una quindicina d’anni fa è stato chiuso, sicuramente presenta problematiche sul suo riuso e per la presenza di materiali tossici all’interno, ma ciò vale per tanti altri edifici pubblici». Evidenziando che con esso si potrebbero avere 21mila metri quadri di superficie da utilizzare, ha ricordato come «quando è stato messo in vendita, si è parlato di un valore di 24 milioni di euro. Poi la cifra è stata ridimensionata».
Somma che, rapportata ai quasi 5 milioni di euro necessari per demolire la struttura, fa dire al professionista che «in questo modo getto via 20 milioni di euro. Quando si parla di denaro pubblico, noto una certa superficialità». Ha quindi puntato il dito verso l’attuale cantiere al Galilei di via Puccini, istituto destinato a trasferirsi proprio in via Vittorio Veneto dopo i licei Slataper: «Attualmente è ristrutturazione, ma è contraddittoria l’idea che si facciano lavori lì e contemporaneamente si sostiene il suo futuro spostamento».
Guardando quindi all’immobile di via Diaz, casa dello Slapater, «quell’edificio è ancora più recente dell’ex ospedale». L’obiettivo, quindi, è di poter fare un referendum sulla variante urbanistica, così da discutere a cascata degli altri temi correlati. «Spostare la popolazione scolastica in un’area decentrata - ancora Schnabl - è un’operazione futuribile, molto costosa e fa perdere vita al centro». Per la dottoressa in pensione Laura Zulli, «c’è estremo bisogno di spazi per anziani. A Gorizia non c’è una vera Rsa per malati cronici».
A puntare sull’idea di cittadella della salute è anche la consigliera regionale e comunale del Pd Laura Fasiolo, ricordando anche il cantiere limitrofo per l’Ospedale di comunità: «Che senso ha creare una scuola in una zona dove la gente va a morire?». Dal canto suo, l’avvocato Livio Grapulin ha fatto l’esempio dell’ex scuola Pitteri, da anni nell’abbandono. Contro l’idea di demolire l’ex Civile anche l’architetto Fabia Cabrini, mentre Schnabl ha aggiunto che, «se non ci sono soldi per riusare questi edifici, almeno vanno protetti».
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