L'arte di Gustav Klimt, 24 opere in mostra a Grado grazie al collezionista Silvestri

L'arte di Gustav Klimt, 24 opere in mostra a Grado grazie al collezionista Silvestri

l'inaugurazione

L'arte di Gustav Klimt, 24 opere in mostra a Grado grazie al collezionista Silvestri

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 10 Ago 2024
Copertina per L'arte di Gustav Klimt, 24 opere in mostra a Grado grazie al collezionista Silvestri

Aperta oggi la mostra alla Casa della Musica, disposta su tre piani, che accoglie stampe dei capolavori maggiori del maestro della secessione viennese.

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Grado, spiaggia riconosciuta da Franz Joseph come Azienda di cura, un tempo fu anche luogo d’incontro per i protagonisti della Vienna asburgica. È in seno alla sua abbacinante bellezza che da oggi Klimt troverà ospitalità, nella mostra “Klimt printed – Cartelle d’arte” inaugurata questa sera alle 18.30 presso la Casa della Musica. «La mostra presenta per la prima volta tre importanti cartelle a stampa – spiega il curatore Roberto Festi – Cosa che non è accaduta mai nemmeno in ambito viennese».

La prima delle cartelle venne realizzata quando Klimt era ancora vivente, negli anni immediatamente precedenti la Prima guerra mondiale, mentre la seconda è postuma, assemblata un anno dopo la morte avvenuta nel 1919. La terza risale al 1931, quasi a suggellare la fama ormai consolidata come più grande pittore austriaco. Tavole di somma importanza, in quanto alcuni dei dipinti riprodotti dalla tipografia di stato austriaca andarono distrutti al termine della Seconda guerra mondiale.

Fu con crudeltà inaudita che le truppe naziste in fuga dall’Austria appiccarono il fuoco al castello di Immendorf, dove i capolavori di Klimt erano custoditi per cautela. Se Egon Schiele venne arrestato con l’accusa di aver realizzato disegni osceni, alcuni dei quali bruciati in tribunale, molte opere di Klimt andarono incontro allo stesso destino, venendo per sempre distrutte. «Sette, otto dipinti che sono documentati dalle cartelle andarono bruciati – prosegue – Quindi è una mostra che offre anche documentazione storica», unica testimonianza della bellezza dei dipinti andati perduti.

Le stampe sono prive del punto tipografico e realizzate con un sistema ineguagliabile denominato “collotipia”, che ha consentito una resa altamente nitida e con colori fedeli all’originale. «Vere e proprie opere d’arte provenienti tutte dalla collezione Silvestri e arricchite da manifesti – rimarca – tra cui quelli della secessione del 1898 provenienti dalla Klimt foundation, e un altro dalla Collezione Salce di Treviso». Una mostra gratuita disposta su tre piani, che accoglie stampe dei capolavori maggiori, fra cui l’intramontabile “Bacio”, “La vergine”, “L’abbraccio” e “Le amiche”, quest’ultimo distrutto dalle fiamme.

Ventiquattro tavole esposte a rappresentare la prima cartella, selezionate «per motivi di spazio» fra cinquanta stampe. Mentre la seconda è rappresentata da quindici disegni – su venticinque - provenienti dalla collezione August Lederer, uno dei più importanti mecenati di Klimt. La terza cartella è quella di Max Eisler, costituita da trenta tavole, di cui si è scelto di esporre solo venti. La versione integrale delle opere è comunque apprezzabile nel catalogo della mostra edito da Antiga e disponibile a trenta euro.

«Esprimo la più ampia soddisfazione da parte dell’amministrazione – sottolinea l’assessore alla cultura Laura Zanella – La mostra è stata organizzata prima del nostro insediamento, ma le diamo pieno appoggio perché rientra nel solco dell’indirizzo della nostra amministrazione, che è quello di valorizzare tutte le attività culturali che la città possa offrire. Abbiamo ristrutturato la Casa della Musica proprio per ospitare mostre di questa tipologia, ma forse ci saranno sviluppi futuri». Sul piatto la proposta da parte della Fondazione Carigo di trasformare la Casa in un museo digitale, già deliberata dal precedente commissario Viola, con l’intento di portare in primo piano le eccellenze del territorio e di quanti hanno reso nota Grado, da Biagio Marin ad Antonio Smareglia per citarne alcuni.

Un’ipotesi che sarebbe poi affiancata dal progetto di realizzare uno spazio espositivo permanente presso il cinema Cristallo e il Palazzo dei congressi, ancora in via di valutazione. «Una delle meraviglie di Grado è quella di offrire, oltre alla spiaggia e al mare, un centro storico di grande bellezza – sottolinea il presidente del Consorzio Grado turismo Thomas Soyer – Un luogo che coniuga la balneazione con la cultura». Presente anche il collezionista Fiorenzo Silvestri, che ha raccolto le opere durante trent’anni di appassionata ricerca. «Ho cercato di identificare chi avesse ispirato Klimt, e sono giunto all’olandese Jan Thorpe, un caro amico di Van Gogh. È tutt’un filo che parte dall’Olanda e arriva a Klimt».

Senza contare Herman Barr, il “ponte” che collega il grande pittore all’Italia e conduce a fama mondiale Eleonora Duse. «Un appuntamento importante voluto fortemente dal Consorzio, al quale l’amministrazione ha naturalmente dato il suo benestare – commenta il primo cittadino Giuseppe Corbatto – Da sempre abbiamo quest’incontro d’amorosi sensi con l’Austria, quindi poter ospitare queste opere è qualcosa di straordinario. Mi auguro che possa avere il successo che merita e che sia un punto di partenza per altri eventi di questa portata».

Dal canto suo il direttore della Gustav Klimt foundation Peter Weinhäupl ha ringraziato Festi per aver riscoperto il pittore Josef Maria Auchentaller, che rimase a Grado fino alla morte sopraggiunta nel 1949. «Con questa mostra Klimt viene a Grado», dichiara Weinhäupl - alludendo alla vicinanza della Casa della musica con la pensione Fortino gestita da Auchentaller insieme alla moglie, mai visitata da Gustav - «Klimt non era certo il viaggiatore ideale e non amava viaggiare, ma starsene a Vienna. Qui è possibile ritrovare grafiche stampate in tiratura limitata, che le grandi aristocrazie viennesi possedevano nelle proprie collezioni».

Una mostra finanziata anche con gl’introiti della tassa di soggiorno, che sarà possibile visitare fino al 27 ottobre. Diversificati gli orari: tutti i giorni dalle 18 alle 23 fino al 4 settembre, per poi ridurre dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 dal 5 settembre al 2 ottobre, con apertura domenicale dalle 11 alle 19. Dal 3 ottobre sarà possibile accedere alla mostra solo dal giovedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

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