Operai fuori dai cancelli di Fincantieri, la protesta dopo l'incidente a Monfalcone

Operai fuori dai cancelli di Fincantieri, la protesta dopo l'incidente a Monfalcone

lo sciopero

Operai fuori dai cancelli di Fincantieri, la protesta dopo l'incidente a Monfalcone

Di S.F. • Pubblicato il 22 Gen 2024
Copertina per Operai fuori dai cancelli di Fincantieri, la protesta dopo l'incidente a Monfalcone

Oggi l'intera giornata di sciopero, idetto dalle sigle Slai Prol Cobas e Usb, dopo il grave incidente di venerdì. Presidio fuori dai cancelli del cantiere.

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Le organizzazioni sindacali di base Slai Prol Cobas e Usb hanno espresso il loro riconoscimento a quanti oggi hanno deciso di aderire allo sciopero unitario, a seguito del grave incidente che venerdì scorso ha colpito il giovane operaio della ditta in appalto Sea Edil Srl dentro Fincantieri, a Monfalcone.

«Decine di lavoratori durante il nostro presidio ci hanno riportato la preoccupazione generale sulle condizioni d’insicurezza e pericolo – scrivono i sindacalisti Paolo Dorigo e Alessandro Perrone - in cui sono costretti ad operare in stabilimento, evidenziando che l'evento di venerdì mattina poteva essere ancora più grave e arrivare a coinvolgere un numero cospicuo di persone, esortandoci quindi, ad intensificare l’azione di denuncia e mobilitazione a tutela della salute in stabilimento».

«Tale situazione di reale e costante rischio per la salute e la vita dei lavoratori impiegati a Monfalcone, da noi sottolineato nel comunicato di proclamazione dello sciopero – continuano i sindacalisti - è diretto effetto di una sostanziale mancanza d’investimenti volti alla sicurezza, alla prevenzione e alla formazione, in primis degli operai delle ditte dell'appalto e subappalto operanti di Fincantieri. A ciò si somma l’annosa mancanza di stabilità contrattuale ed economica, lo scarso riconoscimento della capacità professionale e un'organizzazione del lavoro che spinge con forza sull’abuso di orari in straordinario e intensifica in modo irresponsabile i tempi di lavoro per rispettare quelli di consegna delle navi».

«Pertanto, entrambe le nostre organizzazioni hanno ben presente che occorre fare molto di più per la tutela generale dei lavoratori e la loro ricomposizione come soggetto di classe – concludono Dorigo e Perrone - e, a dispetto della istituzionalizzazione della concertazione sindacali a somma zero, si mettono al servizio della base operaia affinché attraverso il conflitto, autorganizzazione e auto tutelate, rivendichi e conquisti nuove e migliori condizioni di lavoro e di vita per tutte e tutti».

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