A nuovo il Tridente e piazza Transalpina, i sindaci: «Così cambia il confine»

A nuovo il Tridente e piazza Transalpina, i sindaci: «Così cambia il confine»

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A nuovo il Tridente e piazza Transalpina, i sindaci: «Così cambia il confine»

Di T.D. • Pubblicato il 19 Ago 2023
Copertina per A nuovo il Tridente e piazza Transalpina, i sindaci: «Così cambia il confine»

Soddisfazione espressa da entrambi i sindaci, l'opera finanziata con fondi europei, statali e comunali. Si lavorerà anche sul verde dell'area.

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Con la gara per riqualificare piazza della Transalpina e il Tridente Max Fabiani, ossia le tre arterie di Gorizia che portano alla stazione ferroviaria di Nova Gorica, sarà rivista la zona a cavallo delle due città. Un'opera da 2,5 milioni di euro, gestita dal Gect Go e finanziata per parte italiana nell’ambito del programma regionale Por Fesr 2021-2027 (Agenda Urbana) e slovena nella programma nazionale Pon Fesr 2021-2027 nonché da fondi statali e comunali. Per il primo cittadino goriziano, Rodolfo Ziberna, "questa è una tappa molto importante verso la sistemazione di un sito, come la Transalpina, che non è una semplice piazza".

La zona, infatti, è "il simbolo fisico europeo della vittoria del dialogo sull'odio, della pace sulla guerra. Perchè questo, oggi, in un momento di grande difficoltà della società internazionale, scossa dalla guerra e da smottamenti economici, rappresentano Gorizia e Nova Gorica e la piazza 'spaccata' a metà fino a ieri, la Transalpina, che oggi le unisce. E questo è merito delle genti delle due città, goriziani e novagoriciani che hanno voluto guardare avanti, senza dimenticare il passato ma consapevoli che ai figli e ai nipoti era ed è giusto regalare un futuro, un sogno, una speranza. E di questo tutti dobbiamo essere orgogliosi".

Ziberna rileva come "il progetto di  riqualificazione della piazza è stato oggetto di un lungo confronto, corollato anche da difficoltà tecnico-giuridiche e burocratiche da una parte e dall'altra. Ma, alla fine, credo sia stata individuata la proposta migliore, quella di valorizzare elementi importanti già presenti, dal rosone centrale, al tridente disegnato in funzione della stazione, rappresentato dalle vie Caprin, Foscolo e Luzzatto, recuperando un'area storica diventata marginale dopo l'erezione del confine. Nel lotto successivo saranno riqualificate anche le fasce verdi laterali che diventeranno un unico spazio d'incontro naturale adatto anche ai bambini".

Per l'omologo di Nova Gorica, Samo Turel, l'intervento "è uno dei tasselli del mosaico della riqualificazione dell'intera area lungo il confine. Piazza Transalpina è al centro dell'attenzione in quest'area, da un punto di vista storico e simbolico. La ristrutturazione fa parte di un investimento più ampio in questa parte dell'agglomerato, che comprende anche l'edificio Svkt sul lato sloveno, il centro Epic e, in particolare, la collaborazione con l'Università di Nova Gorica, che riunirà tutti questi singoli investimenti in un unico insieme. Vogliamo rendere questo spazio più verde e, soprattutto, utilizzarlo come luogo di socializzazione per residenti e visitatori".

"In questo modo, creeremo davvero un tessuto che collegherà ulteriormente le due città. Questa cintura verde fa anche parte di un disegno urbano più ampio, soprattutto in termini di verde. È collegata a Castagnavizza, al Parco del Rafut e al bosco del Panovec. Anche sul versante italiano, alcuni sviluppi, in particolare nel parco del Corno, si stanno collegando a questa cintura verde che sta diventando il salotto di entrambe le città". Per quanto riguarda l'Epicenter, alla fine il tutto sarà concentrato su un ex magazzino delle Ferrovie slovene, mentre è al vaglio la creazione nei pressi di un campo da basket a cavallo del confine.

Ziberna dice quindi certo "che tutto l'intervento non potrà che valorizzare ancora di più quello che è l'elemento centrale della piazza, il meraviglioso edificio della stazione, cha tanta parte della nostra storia del Novecento ha visto. Realizzata nel 1906 durante l'Impero austroungarico, nel 1918 è passata all'Italia e poi nel 1947 alla Jugoslavia e infine alla Slovenia. Ma in tutti questi passaggi di Stati e di epoche, la stazione della Transalpina ha mantenuto la sua autonoma fierezza, il suo carattere e basta guardarla dentro e fuori per capirlo. Quindi  avanti tutta per dare a questa piazza, a quest'area, a questa stazione il riconoscimento anche urbanistico che meritano".

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