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Nuovo parco fotovoltaico a Terzo d'Aquileia, politica preoccupata dal progetto
L'esponente del Movimento 5 stelle, Cristian Sergo, rinnova la preoccupazione per l'aumento di progetti di questo tipo.
C'è anche un progetto a Terzo d'Aquileia tra quelli avanzati nel campo del fotovoltaico. Lo ha sottolineato oggi in una nora il consigliere regionale Cristian Sergo, del Movimento 5 Stelle. L'idea per la Bassa friulana sarebbe da 49 ettari e 41 megawatt, spazi "che confermano come, ogni settimana che passa, mettiamo a rischio la nostra terra. Solo a Santa Maria La Longa, per fare un esempio, i parchi in previsione prevedono l'utilizzo del 10% di terreno agricolo di quel Comune" è la preoccupazione del pentastellato.
"Ben venga il fotovoltaico - asserisce Sergo - ma, come abbiamo sempre detto e chiesto alla giunta regionale, ci sono spazi infiniti dove poter installare pannelli senza dover sacrificare terreni agricoli. Da una parte ci lamentiamo che i giovani agricoltori non hanno accesso alle terre (ignorando peraltro la proposta di legge M5S per istituire la banca della terra), dall'altro continuiamo a destinare terreni per la produzione di energia. Principio nobile per la transizione ecologica da fonti fossili a rinnovabili ma in contrasto con l'altro dogma che è quello del consumo suolo zero".
"Soprattutto se considerato di preminente interesse agricolo dal piano regolatore di un Comune" ha aggiunto. Ha quindi rimarcato che "il vero principio alla base di tutto ciò è quello che si riportano sulle relazioni - spiega il capogruppo -, ovvero i benefici economici e lo sfruttamento diverso tra l'attività agricola e la produzione di energia. Ecco perché la corsa all'oro continua e continuerà nonostante il governo Conte abbia tolto gli incentivi ai parchi fotovoltaici costruiti su suolo agricolo".
"Rinnoviamo l'appello al consiglio regionale affinché, in attesa di approvare la legge quadro proposta dal Pd e accolta con favore dall'assessore Fabio Scoccimarro, voglia riunirsi già nell'ultima settimana di agosto per discutere la nostra proposta di moratoria che blocchi le domande per le autorizzazioni di questi impianti prima di perdere una volta per sempre del terreno, che magari la legge regionale riterrà di dover tutelare, ma quando sarà troppo tardi. Ecco perché - conclude Sergo - è necessaria la moratoria".
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