Quei nuovi comizi d’amore tra sesso, Tinder e idee: il film arriva a Gorizia

Quei nuovi comizi d’amore tra sesso, Tinder e idee: il film arriva a Gorizia

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Quei nuovi comizi d’amore tra sesso, Tinder e idee: il film arriva a Gorizia

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 25 Feb 2024
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Sabato prossimo la proiezione del docu-film realizzato dalla rivista Charta Sporca, ispirato a Pasolini, presso la Casa del popolo di Piazzutta.

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L’amore, in tutte le sue declinazioni. Questo, il tema di “Comizi d’amore 2.0”, docu-film girato per le strade e le piazze di Trieste dall’associazione Charta Sporca, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, Io sono Friuli Venezia Giulia e Hangar Teatri. Un progetto realizzato in occasione del centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, sulla falsariga dell’originale “Comizi d’amore” che nel 2023 ha compiuto 60 anni dalla sua uscita. Il documentario, nato dall’idea di Andrea Muni e Alina Tomasella, verrà proiettato sabato 2 marzo alle ore 17.30 presso la Casa del popolo di piazza Nicolò Tommaseo a Gorizia.

L'opera, di 51 minuti, costituisce un estratto di una ventina di ore di girato con riprese di Francesco Cibati e montaggio realizzato da Fausto Vilevich. «Così si riesce a rendere l’idea che non è solo una presa diretta, ma il pensiero di tante persone - spiega il caporedattore Andrea Muni - Charta Sporca ha provato a indagare l'odierno rapporto tra amore, sesso e politica intervistando persone di ogni età, genere, classe e provenienza per le vie della città. Un lavoro collettivo mosso dal desiderio politico di restituire alla cultura, e al fare cultura, una capacità di mettersi in ascolto della gente che da troppo tempo pare passata di moda».

Con l’idea di base «di fare un remake cercando identità e differenze», si affonda in tematiche di grande portata: dalla tensione verso l’universale - in quanto unione, armonia, gioia, reciproco rispetto – all’angoscia che può scaturire da una relazione “tossica” e dal tradimento. Senza dimenticare la parità di genere, dove il sistema - nonostante i secoli – vede la donna come “oggetto” del maschio. Un retaggio del passato viziosamente ancorato allo schema del patriarcato, perché «la donna è inferiore, è una costola dell’uomo» - dirà uno degli intervistati - e la disparità è tutt’oggi imperante.

«La somiglianza con l’opera di Pasolini si vede nel tentativo di fare cultura stando in ascolto delle persone – ancora Muni – Dopo il Covid avevamo un urgente bisogno di fare esperienza di piazza, di ascoltare le persone più diverse per genere ed età, in merito alla politica, al sesso e in generale all’amore. Capire se amore e sesso diano più gioia o più angoscia». Laddove l’amore esprime i due poli opposti, pienezza e vertigine del vuoto, totalità e nulla cosmico. Se la felicità è pura energia positiva, l’angoscia d’amore rinvia a «una perdita che è già avvenuta», scrive Roland Barthes. Un’indagine che diviene una sorta di “Frammenti di un discorso amoroso” in chiave cinematografica, per una tematica che continua a sconvolgere gli animi fin dall’alba dell’umanità.

«Abbiamo cercato di affrontare un po’ tutti gli argomenti, dal matrimonio all’aborto ai nessi politici – precisa Muni - Spesso quanti esprimevano una riflessione “giusta” la manifestavano in modo poco convincente, oscillando fra una posizione e un’altra. Perché non siamo abituati a discuterne». Presentato in anteprima al Tact festival 2023, già proiettato a Trieste, Verona e a Firenze Rivista (e prossimamente a Torino e all'Università di Trieste), il docu-film è un'occasione «per incontrarsi e discutere costruttivamente sulle molte scottanti questioni che scaturiscono dal delicato rapporto tra amore, politica e desiderio».

Un equilibrio delicato sempre più precario, dal quale emerge una parità dei sessi latitante, dove la donna «non viene rispettata», ma sopravvive grazie alla sua forza d’animo. Non mancano domande intorno alla pornografia, considerata da un lato «emotivamente piatta», dall’altra un campanello d’allarme in grado di mettere in luce la difficoltà di relazionarsi da parte dei giovani, elemento che «rovina le relazioni fra esseri umani». Fino ad affrontare senza tabù il tema della prostituzione - diversa a seconda del punto di vista maschile e femminile – e della perversione, qualcosa che «si crea sul momento», diventando a tratti «catartico», spiegano le diverse voci del popolo.

Dal rapporto di coppia alla coppia legata dalle app, con cui si accendono i riflettori su Instagram o Tinder, quest’ultimo per alcuni considerato poco convincente, per altri uno strumento per conoscersi. Dall’analisi emerge come i social riescano persino a «modificare l’idea di romanticismo», creando false aspettative o imponendo modelli che tendono a impoverire la relazione. Una realtà - quella di “Comizi d’amore 2.0” - costruita essenzialmente sull’ascolto degli altri, resa possibile attraverso un lavoro di cesellatura realizzato a posteriori. «Abbiamo individuato gli elementi più interessanti, si è trattato di un lavoro di “togliere”, simile a quello dello scultore», conclude Muni.

A coronare la proiezione del docu-film, l’ultimo numero di “Charta sporca” in uscita a breve - che avrà per tema la “Fame” - riflessione sulla relazione che intercorre fra pulsioni e fobie alimentari, arricchita da un racconto di Meridel Le Sueur. Attraverso un apposito qr code sarà inoltre possibile scaricare il monologo teatrale incentrato sulla prosa di Carmelo Bene. Un lavoro che lascia in sospeso il senso dell’interrogazione, per donare allo spettatore il compito di estrarre le risposte in fondo al proprio cuore.

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