Una nuova Europa dopo 20 anni da quella notte a Gorizia, futuro e rischi per l'Ue

Una nuova Europa dopo 20 anni da quella notte a Gorizia, futuro e rischi per l'Ue

èstoria

Una nuova Europa dopo 20 anni da quella notte a Gorizia, futuro e rischi per l'Ue

Di Mattia Zucco • Pubblicato il 26 Mag 2024
Copertina per Una nuova Europa dopo 20 anni da quella notte a Gorizia, futuro e rischi per l'Ue

Toni Capuozzo, Georg Meyr e Patrizia Artico hanno dialogato questa mattina sul passato, presente e futuro a 20 anni dall'ingresso di Lubiana nell'Ue.

Condividi
Tempo di lettura

Dal Trattato di Parigi all’allargamento a Est dell’Unione, analizzando come sono cambiati gli equilibri socioeconomici e politici a ridosso del confine di Gorizia. A vent’anni dall’entrata della Slovenia nell’Unione europea (segnata dalla festa in piazza Transalpina il primo maggio 2004), Toni Capuozzo, Georg Meyr e Patrizia Artico hanno dialogato presso il Trgoski Dom sul passato, presente e futuro di un territorio capace di ragionare oltre le frontiere. A moderare l’incontro curato dal Comune e dal titolo “Nuova Europa: a che punto siamo”, è stato il giornalista dell'Ansa Francesco De Filippo nella cornice di èStoria.

L’incontro è cominciato con un analisi della pace post-Seconda guerra mondiale dello storico e professore dell’Università degli Studi di Trieste, Georg Meyr: «Il Trattato del 1947 è stato estremamente punitivo per l’Italia, e in particolare per i territori di confine, nonostante il ravvedimento italiano del 1943. Il risultato fu una serie di clausole estremamente pesanti, partendo dalla perdita delle colonie e finendo con la divisione dei territori di confine. La drammaticità di quest’ultima cosa si vede chiaramente nella spartizione e gestione di Trieste, sanati solo con gli accordi di Osimo nel 1975».

L’assessore a Go!2025, Patrizia Artico, si è soffermata invece sulla situazione attuale della frontiera italo slovena: «Sembra che il nostro territorio, assieme alle comunità che ci vivono, si stia ravvivando. Vent’anni dopo l’indipendenza della Slovenia, nonostante alcune difficoltà, abbiamo vinto il titolo di Capitale europea della Cultura. Un cammino difficoltoso questo, che è pervaso da un dolore antico e rancoroso, ma che comunque ha visto vincere la fratellanza tra comunità e solidarietà tra popoli diversi. Lo sfregio della divisione si sta ricomponendo».

Il giornalista Capuozzo ha raccontato invece il Vecchio continente dal punto di vista personale, sottolineando le emozioni del cambio della moneta e dei confini diventati sempre più porosi post Schengen: «Io credo che l’Europa abbiamo navigato forte nell’arco della sua storia, non cogliendo però alcune trappole nel percorso. Alcune di queste sono, ad esempio, la guerra nei Balcani dove alcuni teatri drammatici nell’ultimo decennio del secolo scorso hanno sconvolto il mondo. Un altro inghippo nel viaggio europeo è stata sicuramente la Brexit, seguita dagli ultimi conflitti in Ucraina. L’ultima mina è stata l’immigrazione, portando alla luce sovranismi che tradiscono lo spirito originario dell’Unione europea».

«Ecco che, quindi, al giorno d’oggi stiamo scontando il fatto che l’Europa non si comporta assolutamente come un attore unitario, basandosi interamente su criteri aziendalistici e di bilancio». Un concetto – quest’ultimo – che ha analizzato anche Meyr, evidenziando l’inesistenza di una politica europea. Se questa non c’è, lo studioso ha paventato tutti i rischi che questa diversità di obiettivi hanno sulla credibilità dell’Unione, a partire dal riconoscimento solo di alcuni stati della Palestina. Questo si evidenzia anche nella politica di difesa europea, che è saltato alle cronache negli ultimi anni con la guerra di Ucraina dove, sostanzialmente, ogni singolo stato si regola come vuole, in base ad interessi esclusivamente nazionali.

In conclusione Artico ha guardato al futuro: «Come GO!2025 abbiamo pensato di creare una sorta di laboratorio per riflettere sulle città europee del futuro, analizzando tutte le criticità che queste affrontano negli ultimi anni. Dobbiamo assolutamente riflettere, con il dovere di mettere davanti a tutto il futuro ed il benessere delle future generazioni».

Foto Tibaldi

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione