Nucleare, il primo step di Vacuum Vessel lascia Monfalcone e parte per la Francia

Nucleare, il primo step di Vacuum Vessel lascia Monfalcone e parte per la Francia

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Nucleare, il primo step di Vacuum Vessel lascia Monfalcone e parte per la Francia

Di Federico de giovannini • Pubblicato il 30 Set 2024
Copertina per Nucleare, il primo step di Vacuum Vessel lascia Monfalcone e parte per la Francia

Dopo dieci anni di lavoro, il primo pezzo del Vacuum Vessel, destinato a una centrale sperimentale di fusione nucleare in Francia, è stato imbarcato a Monfalcone.

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Dopo dieci anni di intenso lavoro, il primo pezzo dell’avanguardistico contenitore per le reazioni di fusione nucleare Vacuum Vessel prodotto in Europa, nello specifico nello stabilimento di Westinghouse Mangiarotti a Monfalcone, è pronto a prendere la via del mare per raggiungere la Francia. Si stanno infatti svolgendo oggi e continueranno domani al porto dello scalo bisiaco gli impegnativi lavori per l’imbarco del mastodontico componente, lungo oltre 15 metri e pesante ben 597 tonnellate.

Dopo un fine settimana di preparazione delle attrezzature, la procedura vera e propria è cominciata stamattina alle 8.30: due gru dalla portata di 450 tonnellate ciascuna hanno sollevato e caricato il pezzo nella stiva della nave “UHL Fast”, proprietà della compagnia armatrice amburghese specializzata in trasporti eccezionali United Heavy Lift. Nel pomeriggio e nella giornata di domani una squadra di saldatori si occuperà di sistemare e assicurare nella stiva il settore della struttura di contenimento.

Al termine delle operazioni la nave salperà e in quattro-cinque giorni di viaggio raggiungerà il sud della Francia, attraccando nel porto di Fos-sur-Mer a Marsiglia. Da qui il componente verrà trasferito al vicino sito nel quale prevista la costruzione della centrale sperimentale a fusione nucleare. Ad informarci nei dettagli sullo svolgimento delle procedure e sugli enti coinvolti è Marco Ammannato, agente marittimo di Nogarosped Srl incaricato di occuparsi delle pratiche relative alle fasi d’imbarco (preparazione gru, sollevamento, messa in stiva).

Non è la prima volta in cui l’agenzia di gestione navale con sede a Trieste si occupa di operazioni così onerose: nel 2013 coordinarono sempre a Monfalcone l’imbarco di un collo da 1.200 tonnellate prodotto sempre da Mangiarotti. Ciò che contraddistingue però questo carico è il suo “peso” a livello internazionale nell’ambito della ricerca e dello sviluppo della tecnologia nucleare a fusione. «Si tratta di una tecnologia avveniristica, frutto di cooperazione internazionale (cinque pezzi vengono prodotti in Italia, gli altri quattro in Corea del Sud) che verrà messa in pratica per la prima volta – spiega Ammannato – lo scopo è costruire e testare una centrale sperimentale che produca energia nucleare pulita e senza scorie tramite il processo di fusione; per farlo serve un ambiente pulito e sottovuoto, da qui il nome “Vacuum”».

La costruzione di Vacuum Vessel rientra nel più ampio progetto sperimentale Iter ed è frutto della cooperazione di 15 aziende europee, fra cui il consorzio di Ansaldo Nucleare, Westinghouse Mangiarotti e Walter Tosto, coordinata dall’organizzazione dell’Unione europea Fusion for Energy. Proprio martedì 24 settembre presso lo stabilimento Mangiarotti di Monfalcone, si è svolta la cerimonia per il completamento del settore oggi imbarcato al porto: se già le dimensioni possono lasciare esterrefatti, basti aggiungere che vi sono volute 20mila ore di lavorazione e 100mila ore di saldatura per ultimarlo.

Ad occuparsi del trasporto su strada della struttura fino al porto è stata la ditta "CTS Trasporti e Spedizioni", mentre l’impresa portuale regionale "MidSea" ha collaborato alle operazioni d’imbarco fornendo assistenza alla nave. La Minucci di Marghera è inoltre agente generale per l'Adriatico dell'armatore.

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