la convenzione
Pochi neonati italiani all'ospedale di Šempeter ma la convenzione rimane per il 2021
L'accordo tra Regione e ospedale sloveno permette l'uso alle donne di sei comuni. Pochi però ne beneficiano.
Rimarrà in vigore anche per il 2021 l’accordo che consente di far nascere i propri figli all’ospedale di Šempeter-Vrtojba (nella foto). Era il luglio 2014, infatti, quando venne stipulato per la prima volta tra la Regione Friuli Venezia Giulia e il nosocomio. Negli intenti, c’era quello di sopperire alla chiusura del punto nascita di Gorizia, decisa quella stessa estate: ”Il mantenimento dell'attività presso il punto nascita del presidio ospedaliero di Gorizia - scriveva la delibera approvata dall’allora giunta Serracchiani - sta esponendo la popolazione delle donne e dei nascituri che vi accedono a rischi elevati di complicanze anche molto gravi, se non fatali”.
Al San Giovanni di Dio, infatti, non era rispettato il limite minimo di 500 parti all’anno, soglia sotto la quale Trieste ha imposto la chiusura di questi reparti. Nella convenzione tranfrontaliera, quindi, si consente l’utilizzo del punto nascita sloveno da parte di cittadine italiane residenti nei comuni di Farra d’Isonzo, Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio, San Lorenzo Isontino e Savogna d’Isonzo, seguite nel corso della gravidanza dagli ambulatori ospedalieri di Gorizia o del Distretto sanitario Alto Isontino. Inoltre, nel caso il neonato abbia necessità di assistenza medica neonatologica, sussistenza convenzione con il Burlo Garofolo di Trieste.
L’equipe medica di ostetricia e pediatria slovena, infatti, si impegna a trasferire il neonato presso la neonatologia dell’Irccs o presso l’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, con spese di trasporto a carico del sistema regionale. Questo accordo, quindi, “sarà valido sino a che una delle due parti non comunicherà una diversa volontà - spiega l’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina in una nota -, pertanto, affinché le donne residenti nei comuni sopra indicati possano continuare a scegliere volontariamente di partorire nel punto nascita sloveno, Asugi applica l’accordo anche per l’anno 2021”. Dopo sette anni, però, sono stati appena 15 i parti.
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