Il commento
Nova Gorica, la provocazione del vicesindaco Harej: «È ora di togliere la scritta Tito»
«Che direzione vogliamo prendere per il 2025?». La proposta nel 2022 di intitolare la piazza principaled della città a Boris Pahor.
Anton Harej, vicesindaco di Nova Gorica, si era già espresso in modo diretto, due anni fa, circa la necessità di rivalutare la toponomastica locale: allora consigliere comunale tra le fila di Nova Slovenija, aveva proposto di cambiare i nomi legati a Tito, partendo dalla piazza principale di fronte al municipio che aveva proposto fosse intitolata a Boris Pahor, eliminando il nome di Edvard Kardelj, braccio destro del Maresciallo. Harej torna sull’argomento, ora da vicesindaco, facendo una proposta che, già avanzata dalla controparte italiana in altro ambito fece scalpore, sicuramente desterà più di qualche animo (e animoso).
«Ho partecipato sabato 26, come vicesindaco, a due eventi. Il primo è stata una messa per la patria a Sveta Gora (Monte Santo, ndr), celebrata dal tenente colonnello dell’esercito sloveno e sacerdote Milan Pregelj, il nuovo parroco della concattedrale di Cristo Re a Nova Gorica. Abbiamo pregato per la patria, la pace, la riconciliazione all’interno della nostra nazione e con altre nazioni vicine. Poi sono andato a un secondo evento, anch'esso piacevole, fino all'ultima canzone, che è di per sé bella, ma purtroppo abusata. Si tratta di Vstala Primorska di Rado Simoniti. Probabilmente un uomo cristiano si rivolterebbe nella tomba ogni volta che la cantiamo con fervore ideologico. È successo che questa canzone sia stata monopolizzata dalla sinistra politica e ideologica della Primorska. Sotto la copertura della protezione del popolo sloveno e dell’orgoglioso abitante della Primorska, che non si lascia italianizzare, questa canzone ci offre anche mitragliatrici e un messaggio di vendetta. Dovrebbe forse essere questo il vero volto dell'abitante della Primorska: sloveno, ribelle, combattivo, vendicativo, persino armato di mitragliatrice», così Harej.
«Due eventi nello stesso giorno, con messaggi per me diametralmente opposti. Mi chiedo quale strada sceglieremo l'anno prossimo nella Capitale Europea della Cultura 2025? Sarà un messaggio di pace, riconciliazione e convivenza democratica tra due popoli nella nostra regione, o manterremo lo status quo, conservando la scritta “Tito” sul Sabotino e cantando il presunto “inno” della Primorska?», ancora il vicesindaco.
Il riferimento è al canto Vstajenje Primorske, composto nel 1944 da Lev Svetek-Zorin e musicato da Rado Simoniti, divenuto da canto di Resistenza all’occupazione nazifascista un inno non ufficiale a livello popolare, tutt’ora cantato anche se con altro significato.
Harej, dunque, spinto dall’ascolto del brano, si è domandato la vera direzione della Capitale Europea della Cultura e in che ottica vada guardata dal punto di vista sloveno. «A questi eventi – prosegue il vicesindaco – sono presenti anche gli italiani. Qualcuno si chiede come si sentono quando cantiamo una canzone che si suppone essere l’inno della Primorska? La canzone che gli ideologi di sinistra hanno dichiarato inno della Primorska è anche in contrasto con l'inno sloveno di France Prešeren, che dice: “Il tuo vicino sarà un amico, non il diavolo!”. È giunto quindi il momento di togliere i sassi dal Sabotino e iniziare a considerare questa bella canzone come una bella canzone, e non come un inno, perché non lo è», conclude Harej.
Foto di Daniele Tibaldi.
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