A Nova Gorica la prima assoluta di “Alla ricerca della lingua perduta” di Goran Vojnović

A Nova Gorica la prima assoluta di “Alla ricerca della lingua perduta” di Goran Vojnović

CAPITALE EUROPEA

A Nova Gorica la prima assoluta di “Alla ricerca della lingua perduta” di Goran Vojnović

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 08 Nov 2024
Copertina per A Nova Gorica la prima assoluta di “Alla ricerca della lingua perduta” di Goran Vojnović

L'opera dell’autore sloveno è il secondo capitolo della trilogia teatrale “Inabili alla morte”, introdotta la scorsa primavera da “La cripta dei cappuccini” di Joseph Roth, da cui ha tratto ispirazione.

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Dopo la prima del maggio scorso, al Verdi di Gorizia, de “La cripta dei cappuccini” – riadattamento del romanzo omonimo di Joseph Roth – arriva ora il turno di “Alla ricerca della lingua perduta”, scritto dal celebre autore sloveno Goran Vojnović. La rappresentazione teatrale – parte del programma ufficiale di Go! 2025 – andrà in scena, in anteprima, alle 20 di mercoledì 13 novembre nella Sala grande del Teatro nazionale sloveno di Nova Gorica (Sng Nova Gorica). Debutto a cui seguiranno – allo stesso orario e nella medesima sala – la prima assoluta il giorno successivo, giovedì 14 novembre, e le repliche del 21, 22 e 23 novembre.

Insieme a “L’alba dopo la fine della storia”, di Paola Di Paolo, questi tre spettacoli costituiscono una trilogia dal titolo “Inabili alla morte, concepita dal direttore artistico del Festival Mittelfest, Giacomo Pedini, in collaborazione con Sng Nova Gorica. «L’idea di poter raccontare il secolo che ci ha preceduto – ha spiegato ieri Pedini, nel corso di una conferenza stampa al teatro di Nova Gorica – è una sfida interessante, soprattutto considerando il fatto che le nostre prospettive storiografiche, oggi, sono ancora fortemente influenzate da quelle nazionali. Il testo di Vojnović, molto complesso, non manca di ironia e tratta il tema della memoria soggettiva in maniera molto intelligente».

È stato il regista polacco Janusz Kica ad addentrarsi di più nella trama dell’opera: «Il racconto di una famiglia è sempre interessante, soprattutto quando questa è disfunzionale. Nei primi anni Sessanta, due fratelli si ritrovano dopo una separazione iniziata alla fine della Seconda guerra mondiale, quando – il primo fervido fascista, il secondo partigiano jugoslavo – si erano ritrovati a vivere ciascuno per conto proprio nella propria parte del confine italo-sloveno. L’autore, con questo racconto, dimostra che si può arrivare a una sorta di verità grazie al confronto delle storie di ognuno, diversificando le fonti».

Il lavoro di preparazione della mise en scène non è ancora ultimato, ha affermato Kica, che non vede l’ora di arrivare alla prima della prossima settimana. L’entusiasmo è palpabile anche tra gli altri “addetti ai lavori”, a cominciare dalla scenografa tedesca Karin Fritz: «Collaboro con Janusz da trent’anni girando per tutta Europa, ma Nova Gorica mi piace molto, pur non comprendendo le lingue che qui si parlano. Sicuramente è merito del clima, della vicinanza al mare. C’è molta tensione, perché la prossima settimana sarà una prima mondiale. Questo racconto mi ha emozionato al punto di farmi piangere».

Le ha fatto eco la costumista Bjanka Adžić Ursulov: «Ho tantissima esperienza, ma devo dire che questa collaborazione è stata caratterizzata da un processo molto dinamico, di altissimo livello artistico. Il regista ha scavato molto nel testo per definire i ruoli dei personaggi, pur mantenendo molto minimalismo. Il minimalismo, nei costumi, non serve solo a evitare il kitsch: è fondamentale per non esagerare e dare spazio agli attori senza sovraccaricarli visivamente».

Caratteristica importante del progetto è la collaborazione con le principali radioemittenti del territorio transfrontaliero. Grazie alla collaborazione con Rai Radio Fvg e Radio Slovenija – Ars, tutte le tre opere saranno riadattate in chiave radiofonica. «Come Rai siamo molto vicini allo spirito del progetto e non vediamo l’ora di trasmettere in onda i vari adattamenti», ha commentato sempre ieri, al teatro di Nova Gorica, Guido Corso, direttore della sede Rai del Friuli Venezia Giulia.

Questa trilogia rappresenta certamente uno dei progetti più importanti in fase di realizzazione per la Capitale europea della cultura. Realizzato l’ultimo capitolo – il cui titolo ancora provvisorio è L’alba dopo la fine della storia – è infatti già prevista la messa in scena di tutti i tre spettacoli, in sequenza, nel corso del mese di settembre del 2025. Si comincerà alle 19 del 16 settembre, con il ritorno al Verdi di Gorizia de La cripta dei cappuccini, per continuare al Teatro nazionale sloveno di Nova Gorica il 19, alle ore 20, con Alla ricerca della lingua perduta (in replica alle 17 del giorno successivo), e concludere con L’alba dopo la fine della storia, alle 20.30 del giorno successivo, nuovamente al Verdi (replica il 21 alle 16). 

Foto Daniele Tibaldi

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