A Nova Gorica i palloncini per i bambini scomparsi prematuramente, l'abbraccio alle famiglie

A Nova Gorica i palloncini per i bambini scomparsi prematuramente, l'abbraccio alle famiglie

LA CELEBRAZIONE

A Nova Gorica i palloncini per i bambini scomparsi prematuramente, l'abbraccio alle famiglie

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 16 Ott 2024
Copertina per A Nova Gorica i palloncini per i bambini scomparsi prematuramente, l'abbraccio alle famiglie

Durante la cerimonia diversi momenti di riflessione e vicinanza ai genitori colpiti dalla perdita del proprio figlio.

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Le ghiande precipitano con uno schiocco sordo, sulla gradinata e nel piazzale antistante la sala commemorativa. Dalle querce secolari una pioggia di foglie autunnali scivola via nel vento lieve, come il sospiro degli spiriti dei bimbi mai nati, o scomparsi dopo pochi giorni. Si è svolta nella serata di ieri, presso il cimitero di Stara Gora, la commovente cerimonia in memoria dei bambini mai nati o morti subito dopo il parto. Una data che segna la Giornata del lutto perinatale, durante la quale migliaia di candele vengono accese in tutto il mondo.

«Siamo qui per commemorare tutti i bambini che non sono potuti crescere e avere una loro vita – spiega il funzionario comunale delle pompe funebri di Nova Gorica Bostjan Milavec – Una cerimonia che svolgiamo ogni anno presso il cimitero, da una decina di anni». A supportare l’evento l’associazione Društvo Solzice, che ha commemorato i piccoli anche nei cimiteri di Lubiana, Maribor, Ptuj, Novo mesto, Celje, Slovenj Gradec, Murska Sobota, Postumia e Jesenice.

Protagonisti sono loro, i bimbi. Ogni piccolo rivive attraverso quel nome, scritto con il pennarello su un palloncino bianco da mamma e papà. Qua e là spunta il disegno di un cuoricino, un sole, la scritta “Radi te”, “ti amo”. Loro sono Ella, Lucija, Stelli, Hana, Ruben e tanti altri. Qualche palloncino sfugge alle mani dei bambini presenti, restando impigliato sulla volta della sala quasi a volersi trattenere in ascolto. Mentre Tanja Zajc Zupan suona la cetra e Teja Saksida intona “Il tema di Jill” del celebre Ennio Morricone, toccando le corde interiori di ciascuno.

Genitori ancora in lacrime, coppie giovani con bimbi piccoli, ai quali si sussurra una parola, forse per raccontare del fratellino o della sorellina lassù in cielo. Saksida canta l’”Hallelujah” di Alexandra Burke mentre i presenti vengono esortati a riflettere sul lungo percorso che li attende. «Sorgono in noi una serie di domande – recita il libretto di “Una culla vuota, un cuore spezzato” – Sono l’unico ad avere questo dolore? Sarò mai felice? Come continuare a vivere?».

Oltre l’immensa vetrata si apre la vastità del parco in veste autunnale, dove tronchi spessi innalzano verso il cielo i propri rami simili a braccia tese. «No, non sei l’unico – rimarcano le frasi del libretto – Siamo in molti ad avere la stessa esperienza». Una giornata in ricordo di chi non abbiamo mai potuto abbracciare, o che abbiamo stretto fra le braccia per pochi istanti, pensata per sostenere psicologicamente i genitori ancora provati dalla terribile perdita.

«L’organizzazione aiuta le donne che hanno perso i bambini in gravidanza oppure subito dopo – aggiunge Milavec – Poi, chi lo desidera, scrive il nome sul palloncino e lo lascia andare. È una cerimonia per ritrovarsi e ricordare sia quanti non sono mai nati, sia coloro che sono vissuti per pochi giorni a causa di qualche malattia». Molti gli interrogativi che restano aperti, dove la domanda imperante non trova alcuna giustificazione. «Perché io? Perché mio figlio? Noi genitori ci aspettiamo che i nostri figli vivano, crescano e che noi moriamo prima di loro».

 A conclusione della celebrazione, i convitati sono saliti nella parte alta del cimitero, per dirigersi verso il Park Spominčic, il Parco dedicato alla memoria dei piccoli, raccolto in un angolo ombroso. A uno a uno i palloncini bianchi sono sfilati su verso il cielo, innalzandosi sopra le cime degli alberi e sotto lo sguardo commosso dei genitori. Svanendo con il proprio nome nel biancore lattescente delle nubi. 

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