La giornata
Nova Gorica si prepara al Bomba day, oltre 5mila i residenti da mettere in sicurezza
Anche la casa del sindaco Turel in zona gialla. I dettagli sulle operazioni in vista dell’evacuazione di domenica.
Le attività nel cantiere della stazione ferroviaria della Transalpina, a Nova Gorica, procedono a ritmo serrato, nonostante il ritrovamento dell’ennesima – l’ottava dall’avvio dei lavori – bomba aerea della Seconda guerra mondiale. Sembra quasi questo il messaggio principale che le autorità slovene hanno voluto trasmettere questa mattina, nel corso della conferenza stampa convocata sulla banchina principale della stazione. Il frastuono prodotto da ruspe e martelli pneumatici all’opera, infatti, era tale da sovrastare costantemente le voci del sindaco di Nova Gorica, Samo Turel, del comandante della polizia di Nova Gorica, Sejad Jušić, del comandante della Protezione civile, Darko Zonjč, e del comandante dei gasilci di Nova Gorica, Simon Vendramin.
In realtà, come ha spiegato Zonjč, «i residuati bellici inesplosi, rinvenuti e rimossi nell’arco dei 130 giorni di bonifica dell’area, sono 49, incluse le otto bombe aeree per il cui disinnesco è stata necessaria l’evacuazione, il cui peso complessivo è di 1,8 tonnellate, oltre a 16 tonnellate di rottami di ferro». E rimane ancora un terzo dell’area da bonificare, «sebbene – rassicura sempre Zonjč – vi siano meno probabilità di scoprire qualcos’altro di rilevante».
Nel caso dell’ultimo ordigno il processo di disinnesco, programmato nella mattinata di domenica 20 ottobre, sarà lo stesso adottato per le bombe precedenti: l’ordigno sarà collocato all’interno di una struttura, dove due artificieri provvederanno a disattivare la spoletta meccanica. «Il successo di questa fase – afferma sempre il funzionario – è garantito al 99,9%. Nel malaugurato caso in cui la miccia non dovesse disattivarsi, sarà necessario scavare una fossa profonda otto metri, all’interno della quale innescare una piccola esplosione».
L’evacuazione a Nova Gorica
Saranno 5mila i residenti che, domenica, saranno in qualche modo coinvolti nelle operazioni di messa in sicurezza di tutta l’area transfrontaliera entro i 600 metri dal punto del ritrovamento. Se dal lato italiano tutti saranno costretti a lasciare le proprie abitazioni entro le 9 di mattina, in Slovenia l’evacuazione riguarderà solo la cosiddetta “area rossa”, limitata ai primi 400 metri di distanza. Invece, per quanti le cui abitazioni saranno incluse entro i 200 metri più periferici, definiti “area gialla”, sarà vietato uscire di casa, essendo interdetta la circolazione di pedoni e veicoli in tutta l’area.
Tra questi ultimi ci sarà anche lo stesso primo cittadino di Nova Gorica. «A differenza dell’ultima volta, essendo l’ordigno qualche decina di metri più a sud, anche casa mia sarà inclusa nella zona gialla», confessa Turel. Tuttavia, per il sindaco non cambierà molto, dal punto di vista pratico, dato che sarà impegnato fin dal mattino presto nella sede da cui tutte le operazioni di evacuazione e disinnesco saranno coordinate.
«Il punto di raccolta – spiega Vendramin, responsabile dell'evacuazione – sarà nell'edificio del Comune di Nova Gorica. Ci occuperemo anche dei disabili fisici, che potranno richiedere alla Protezione civile un servizio di trasporto chiamando, entro le 19 di sabato, il numero 05/33 50 107».
Il disinnesco e la sicurezza dell’area
«Salvo imprevisti – continua Turel – gli artificieri inizieranno le operazioni di disinnesco della bomba alle 10, al suono della sirena della caserma dei gasilci. Operazioni che dovrebbero concludersi entro le 11». La volta precedente, per esempio, il disinnesco della bomba era iniziato un po’ più tardi per via dell’avvistamento di alcuni ciclisti lungo la ciclabile che costeggia la ferrovia e il confine, in piena zona rossa.
Anche per questo il capo della polizia garantisce la presenza di agenti in tutta l’area: «Oltre a impedire l’ingresso di chiunque nella zona, la nostra presenza assicurerà anche la protezione dei beni e delle case rimasti incustoditi per l’evacuazione». Attività che risulterà agevolata dall’impiego di un drone: «Monitoreremo l’intera area anche dall’alto, dato che eventuali curiosi potrebbero cercare di nascondersi sui tetti degli edifici o altrove».
Il tutto in coordinamento con le forze di polizia d’oltreconfine, grazie a un protocollo ormai ben rodato. «Stiamo lavorando molto bene anche con le nostre controparti italiane. Lo scambio di dati e informazioni ci mantiene reciprocamente aggiornati sui nuovi sviluppi che potrebbero influenzare la sicurezza sia qui che in Italia», conclude Jušić.
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