«Non si può negare l’evidenza perché la gente ha occhi e cervello»: Antonio Garritani racconta Monfalcone

«Non si può negare l’evidenza perché la gente ha occhi e cervello»: Antonio Garritani racconta Monfalcone

L’INTERVISTA

«Non si può negare l’evidenza perché la gente ha occhi e cervello»: Antonio Garritani racconta Monfalcone

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 19 Apr 2025
Copertina per «Non si può negare l’evidenza perché la gente ha occhi e cervello»: Antonio Garritani racconta Monfalcone

L’ex vicesindaco reggente fa un bilancio della sua esperienza umana e politica in Comune. «Con Cisint risultati eccezionali. Ho imparato tanto».

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A Monfalcone ha svolto l’impegnativo ruolo di “traghettatore” verso le elezioni del post Anna Maria Cisint diventata eurodeputata. Stiamo parlando del vicesindaco reggente Antonio Garritani che abbiamo intervistato questa mattina per fare insieme un bilancio della sua attività e commentare fasi e situazioni che interessano la città.

Il 19 luglio 2024 è stata una data che giornalisticamente sulla nostra testata avevamo definito “spartiacque” nel percorso amministrativo della città. Com’è stata questa reggenza durata nove mesi?
«Una reggenza nella continuità, nulla di strano e non mi sono mai scoraggiato. Gli elementi caratterizzanti nel ricoprire un ruolo sono per me sempre la volontà, un’intelligenza normale e la passione. Credo di aver dimostrato tutto questo. È stato un periodo straordinario, ho proseguito ad agire sulla scia di quanto fatto nei sette anni e mezzo precedenti».

«Non ho avuto alcuna difficoltà in questo delicato incarico per la mia consolidata esperienza a gestire le risorse umane e molteplicità di argomenti e materie. Ho avuto una grandissima collaborazione da parte dei dipendenti del Comune, dai dirigenti ai funzionari, agli impiegati, agli operai. A tutti loro ho espresso tramite una mail a mia firma il mio sincero e vivo ringraziamento». «Devo dire che vi è stata reciprocità di attestati di stima nei miei riguardi da parte di moltissimi dipendenti comunali, come pure da parte di tanti cittadini, professionisti del territorio e colleghi della ormai passata amministrazione, di ogni colore politico».

Stima e collaborazione che sembra non siano mai mancate soprattutto con l’ex sindaco Cisint. Qual è stato il vostro rapporto?
«Anna ha una vis comunicativa con poche analogie. Con la sua personale capacità di raccontare alla gente ciò che succede, come succede, perché succede ed i rimedi necessari rispetto alle situazioni che affronta, riesce a coinvolgere le persone, a portarle dalla sua parte convincendole della bontà della sua azione. Ha ottenuto un risultato elettorale personale straordinario, difficilmente eguagliabile. È entrata a pieno titolo nelle pagine della storia della città».

«È una persona che non ama le mezze misure. Quando è convinta di una posizione da prendere, non le manda a dire a nessuno e, a quel punto, o la segui e condividi, oppure la detesti e ne parli male appena puoi, in ogni dove. Ma il popolo che la vota, nutre per lei una sorta di idolatria, anche quello che tradizionalmente votava a sinistra, è con lei, e questo non lo dico io, lo dicono i numeri, sia delle comunali 2022, delle Europee 2024, che queste comunali del 2025, in un continuo crescendo di consensi personali. È la vera artefice delle vittorie del centro destra dal 2016 ad oggi».

«Io sono stato, in questi otto anni e mezzo, uno dei suoi principali collaboratori. Ho imparato tanto da lei a livello amministrativo dell’Ente Locale. Il risultato della nostra collaborazione lo ritengo eccezionale, anche perché i nostri modi di fare, pur con una condivisione totale degli obiettivi, sono esattamente opposti, ma efficacemente complementari». «Io non ho la sua capacità comunicativa, ma il mio modo sempre formale ed istituzionale di interpretare il mio ruolo e l’interazione con gli altri, senza mai estremizzare neanche le contrapposizioni, mi hanno dato moltissimi pregevoli riscontri, dei quali sono stato molto onorato e gratificato».

Come lascia la città?
«Io preferisco parlare al plurale e dico: come la lasciamo. Certamente migliore di come l’abbiamo trovata nel 2016. Grazie alle capacità di Anna su opere e sviluppo del territorio. Non si può negare l’evidenza perché la gente ha occhi e cervello, capisce ed elabora. Bisogna essere oggettivi nell’affrontare i problemi che richiedono una risoluzione».

Cosa vorrebbe per il futuro di Monfalcone?
«Che si prosegua sulla scia di quelle che sono state le iniziative portate avanti in questi ultimi anni senza dimenticare cosa è stato fatto e come. Si prosegua con l’individuazione di esigenze e concretizzazione delle modalità progettuali. Guardando all’Urbanistica che ho seguito come assessore mi sento di evidenziare che sono state ultimate le interazioni con la Regione per il Piano Regolatore Generale Comunale. Poi sono pronti il Piano Antenne e la regolamentazione per i dehors esterni dei locali. Tutti segni che parlano di sviluppo».«Sulla sicurezza, va detto che le Forze di Polizia preposte mettono certamente in atto attività infoinvestigative indispensabili al mantenimento della sicurezza in città. Molto spesso ciò che non si vede non è quello che la realtà fa vedere. Non vanno sottovalutati fenomeni sotto traccia. La situazione va osservata con pazienza e perseveranza».

Se la sente di tracciare un commento sulle elezioni comunali appena trascorse? Il risultato raggiunto da Fasan è degno di nota…
«Sinceramente non me lo aspettavo con un simile distacco dagli altri candidati, specie da Moretti e dal Pd. Certo, Fasan è partito col notevole vantaggio di quanto fatto negli otto anni e mezzo dalle amministrazioni Cisint, che gli avversari hanno cercato in ogni modo di minimizzare, sbagliando, perché la gente ha occhi per vedere e cervello per valutare».

«Fasan ha saputo interpretare al meglio l’impostazione della campagna, sui contenuti, che cavalcando il segno della continuità, anche riguardo all’affermazione dell’apparente banale principio che le leggi vanno rispettate, mi riferisco alle tre recentissime definitive Sentenze del Consiglio di Stato, che hanno messo la parola “fine” sulla pretesa dei centri culturali islamici di trasformare in moschee qualunque sia la destinazione d’uso dei locali a loro in uso». «In linea generale il +6% di affluenza alle urne ha dimostrato un rinnovo dell’interesse dei cittadini all’azione amministrativa della Cosa Pubblica. Lo ha dimostrato il fatto che l’Ufficio Elettorale ha dovuto stampare nuove tessere richieste da chi non votava da molto tempo».
Il suo impegno in politica proseguirà?
«Per ora mi tengo lontano dalla politica attiva ma dal punto di vista amministrativo sono sempre pronto a dare una mano come ho sempre fatto nell’Arma».

Non si è ricandidato con Fratelli d’Italia. È soddisfatto dal risultato conseguito?
«A gennaio scorso, quando presi la decisione di non ricandidarmi, avevo dei problemi personali, che ora ho risolto al 90% e che tra poche settimane dovrei risolvere del tutto. Il mio rapporto con FdI? Direi normale, fatta eccezione per qualche modalità organizzativa, ad esempio per quella delle Regionali del 2023 da parte della direzione provinciale del partito, che non mi aveva entusiasmato molto e che, a mio avviso, avrebbe potuto essere gestita in maniera più equilibrata. Ma questa è ormai acqua passata».

«Certo, potenzialmente, come dichiarato anche dal Presidente del Circolo di Monfalcone, Alessandro Borgia, se avessi partecipato anche io a questa tornata elettorale comunale, probabilmente FdI non avrebbe registrato il lieve calo percentuale dal 12,4% al 9,7%, ma questo possiamo affermarlo solo oggi e col senno di poi.Desidero comunque congratularmi con tutti i candidati di FdI, che si sono impegnati al 101%, in particolare con i due consiglieri eletti, Zorzenon e Dragan e con tutto il Circolo Territoriale di Monfalcone, in primis con il suo Presidente Borgia».

Parliamo ora dell’altro aspirante sindaco Diego Moretti: come lo vede all’opposizione?
«Tecnicamente non sarà impreparato data la sua lunga esperienza politica. Devo dire che in questi anni non sono stati da meno i consiglieri Giurissa, Morsolin e Saullo. Quello che penso non sia stato un bel segno dato da Moretti è stata la sua opposizione ad alcuni finanziamenti regionali rilevanti per la città. Questo non è stato perdonato dai cittadini. In campagna elettorale ha sottovalutato “ad ogni costo” ciò che è stato fatto».

Dobbiamo ammettere che la comunicazione politica non è stata delle migliori…
«I toni sono stati molto accesi. Questo va riconosciuto ma ognuno deve assumersi le sue responsabilità…».
Siamo praticamente a Pasqua, come la passerà? Cosa l’aspetta dopo la conclusione dell’attività politica?
«Insieme alla mia famiglia. Avrò figli e nipoti a casa mia. Quindi mi dedicherò agli affetti e alla vita di casa».

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