la partecipazione
«Noi senza medico di base», le voci dei cittadini fuori dal municipio a Gorizia
Meno persone in piazza rispetto a un mese fa ma sono stati diversi quelli che hanno voluto prendere la parola, la rabbia per la situazione attuale.
Gli stessi organizzatori dell'assemblea sulla sanità pubblica, questa mattina a Gorizia, si sono resi conti che i numeri della piazza non fossero gli stessi della volta scorsa. Eppure chi c’era non ha esitato a esprimersi anche in modo piuttosto colorito sulle mancanze del sindaco e della giunta rispetto alle istanze presentate il 13 marzo: istanze non disattese, poiché questo sarebbe già un passo avanti rispetto all’indifferenza e al silenzio che le hanno avvolte. E così, quando è il momento di lasciare il microfono ai presenti, i cittadini fanno a gara per prendere la parola.
Purtroppo, chi prima chi poi, chi per questioni più banali chi per situazioni maggiormente delicate, tutti abbiamo avuto, continuiamo ad avere e avremo bisogno dell’assistenza sanitaria. «Sono una delle 4000 persone senza medico di base» esordisce così Anna Di Gianantonio che raccoglie diversi consensi quando afferma che il sindaco pone scarsissima attenzione ai problemi dei cittadini e prosegue esortando i 4000 goriziani senza assistenza a partecipare alle manifestazioni: «O la gente si mobilita, o non cambierà nulla. Anzi: piano piano tutte le conquiste si stanno perdendo e se non succederà niente dopo oggi,dovremo tornare qui di nuovo».
A precederla è un signore di mezza età che vuole comunque riconoscere l’eccellenza degli operatori sanitari ma «la sanità fa cagare, si può dire?» e dalla folla incalzano a dichiararlo a gran voce. «Posso ancora permettermi di pagare qualche visita in caso di necessità, ma non ci possono essere cittadini di serie A e serie B», conclude. «Non sono solito dirlo in pubblico, ma ho una figlia appena uscita dall’adolescenza che soffre di una malattia genetica e ogni anno deve sottoporsi a dei controlli».
«I cittadini sono stanchi, fermi, ma se non entriamo nelle piazze a discutere di questi problemi ci saranno ripercussioni sui figli, sui badget familiari e sulla felicità di ognuno» dice un papà prendendo il microfono quasi in punta di piedi. Lo incalza una persona che vuole parlare come cittadino e dipendente di Asugi: «Insieme a mia sorella sono fra i 4000 senza medico di base, ma io sto bene, mia sorella invece ha una malattia neurodegenerativa rara ed è difficile spiegare la sua situazione ai medici dell’Asap che sono lì a rotazione».
«Poi a luglio andrò in pensione, non sarò sostituito perché l’azienda dovrà appena bandire un concorso per cui vivo in una situazione di tristezza perché lascerò i colleghi a sobbarcarsi anche il mio lavoro con, probabilmente, un decadimento del servizio». Nicolò Finocchiaro, presidente della sezione provinciale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, punta il dito sulla collocazione periferica dell’Asap: «Quando avevo il medico di base in centro ormai avevo imparato il percorso e potevo andarci da solo, ma adesso raggiungere il Parco Basaglia è problematico e mi dicono che, anche per chi vede, sia un problema trovare l’Asap».
Si alza qualche risolino di approvazione mentre Finocchiaro prosegue portando all’attenzione dei presenti il fatto che molti soci del sodalizio da lui presieduto siano anziani e che chi dovrebbe accompagnarli dal medico spesso si rifiuta di farlo proprio perché gli ambulatori sono troppo decentrati. A fargli eco una signora non udente che, con piglio battagliero, raccoglie diversi consensi affermando che «io sono non udente, chi mi ha preceduto è non vedente, ma non è che il sindaco sia più cieco e sordo di noi? Il politicamente corretto non mi interessa: mesi fa il primo cittadino è andato a tagliare il nastro a un centro medico privato, perché oggi non è qui?».
«È vergognoso il comportamento del sindaco e di tutti, senz’altro sarà chiuso nelle segrete stanze» ipotizza uno dei presenti a cui risponde una voce dal pubblico: «O sarà a mangiare!». Chi ha preso il microfono prosegue ricordando che recentemente sono state pubblicate le retribuzioni dei dirigenti Asugi, pari anche a 156mila euro lordi all’anno cui, su sollecitazione della giunta regionale, si possono aggiungere 31mila euro di bonus per obiettivi raggiunti «da quelli che sono solo dei burocrati».
«L’altra volta, il 13 marzo, in piazza eravamo in duecento, oggi siamo circa 130 per cui è anche causa nostra se loro stanno sabotando la sanità. Ricordiamocelo quando andremo a votare e ricordiamo anche come protestava contro la Serracchiani chi sta governando oggi la città. Purtroppo poi i goriziani hanno memoria corta».
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