l'annuncio
Niente più musica al Cantera, la celebre discoteca di Sistiana chiuderà per sempre

L'imprenditore Sergio Fari ufficializza la fine dell'attività e valuta il futuro dell'area di balneazione. Le accuse a chi lo ha ostacolato.
La notizia circolava già da qualche giorno, ma lo stesso titolare non aveva ancora ufficializzato la cosa. Cosa che è arrivata questa mattina: dopo 25 anni, il celebre locale di Sistiana, il Cantera, cessa la propria attività. Chiuderanno anche il neonato Castigo ed i ristoranti del gruppo. A rivelarlo, con una lunga nota sui social, è il titolare Sergio Fari, che conferma l'informazione uscita sulla stampa locale in settimana. "È quasi impossibile trasmettere lo stato d'animo di chi scrive - si legge -, degli altri componenti della Direzione e di tutto lo staff (anzi ahimé ex staff) che ci hanno accompagnato in questa meravigliosa 'avventura'".
A rischio è anche l'attività di balneazione e del chiosco-bar della Caravella, sempre in comune di Duino-Aurisina, che "verranno definite quando saranno note in via ufficiale le linee guida anti-Covid. Se le giudicheremo 'demenziali', insensate e discriminatorie, non apriremo nemmeno le attività residue in forma pubblica e valuteremo come garantire la fruizione balneare in forma privata (circolo) ed essendo forzatamente limitati, partiremo dai nostri affezionati clienti e dalle vittime sacrificali di questa scellerata gestione pandemica: i giovani". Fari sottolinea che le motivazioni della scelta non si limitano al problema Covid, che ha comunque dato la stoccata finale.
In ogni caso, alla base "non ci sono motivi di carattere economico-finanziario: la società godeva e gode di ottima salute. Detto ciò, le motivazioni che hanno portato alla scelta di chiudere le attività del Cantera, del Castigo, dei ristoranti e di Castelreggio è dovuta a una questione di vaso e di gocce… in particolare quella fatidica che lo fa traboccare (anche se nel nostro caso, più che di vaso dovremmo parlare di 'cisterna). Una goccia anomala, che ha un nome e un cognome. E chiariamo subito, la goccia non ha tenuto alcun comportamento formalmente scorretto, né tantomeno penalmente o civilmente rilevante, anzi, solo azioni trasparenti, assolutamente legittime e formalmente impeccabili".
Sul "banco degli imputati", Fari pone tre “questioni”: la gestione dell’emergenza sanitaria e le prospettive post-pandemiche, la "Repubblica Tecnocratica italiana" e "l’atteggiamento di parte della comunità del comune di Duino Aurisina e di parte delle istituzioni locali", fonte dell'ultima "goccia". L'imprenditore promette quindi di levarsi qualche sassolino dalla scarpa "per chi è curioso o interessato a capire il perché un’azienda come la nostra, che ha sempre operato nell’ottica della fruizione pubblica, dell’integrazione fra offerta turistica e fruizione locale, dello sviluppo sostenibile e dall’alto tasso di occupazione di personale, decida dopo 25 anni di abbandonare tutto quello per cui ha lottato (non troviamo termine più idoneo)".
Da qui, la replica al consigliere regionale Igor Gabrovec, che aveva parlato di “il diritto alla balneazione”. "Se esiste - attacca il titolare -, per cortesia ci indichi il testo di legge che lo prevede! Esistono invece il diritto di proprietà (e ne parleremo approfonditamente!) e quelli fondamentali al lavoro, alla libera circolazione, allo studio ed altri che stiamo calpestando cedendo alla paura, salvo poi, grazie a Dio, venir ristabiliti a colpi di sentenze, dagli organi della ,agistratura, che sembra essere l’ultimo baluardo dello Stato di diritto rimasto! Sperando duri". Con la chiusura dei locali, "noi passeremo dal dare lavoro a 150 persone a darne ad appena 15". Il patron ringrazia tutti i dipendenti, ricordando anche le critiche ricevute.
In particolare con il clamore legato all'esibizione di Bob Sinclar, "dove si è creato un caso per nulla…c’era più gente il sabato prima e quello successivo, ma era prevedibile, vista la fama mainstream dell’artista e non ce ne lamentiamo, ma ci sono parecchie cose da dire e lo faremo". Fari ringrazia quindi il sindaco Daniela Pallotta, che "coinvolto nella bagarre mediatica con fini strumentali, non ha esitato un secondo a sostenerci, con rigore e determinazione così come ha fatto la polizia amministrativa della questura di Trieste, sotto la guida della dottoressa Colasanto. È stato un momento difficilissimo, ci siamo sentiti sotto attacco, ma difesi e protetti dalle istituzioni".
Foto: MIGUEL SELEKTA/Facebook (settembre 2019)
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