La proposta
Mussolini cittadino onorario di Gorizia, la mozione di revoca proposta dal centrosinistra in aula lunedì
Prima firmataria la consigliera Sartori, «non è revisionismo storico ma un atto dovuto». La discussione in aula durante la seduta dell'11 novembre.
La Storia non può essere riscritta né reinterpretata, e la morte invocata in nome della dottrina fascista non potrà mai portare con sé valori positivi. È in quest’ottica che – durante il consiglio comunale che si terrà lunedì 11 novembre, pomeriggio – il centrosinistra proporrà la mozione per revocare l’onorificenza assegnata nel 1924 a Benito Mussolini da parte del comune di Gorizia. Per comprendere gli avvenimenti che portarono a proclamare il capo dei Fasci cittadino onorario in molti comuni d’Italia – compreso nel capoluogo isontino - bisogna fare un passo indietro e tornare alla marcia su Roma.
Era il 1922, quando con un colpo di Stato costellato da uccisioni e culminato con il delitto Matteotti due anni più tardi, gli squadristi entrarono nella capitale per favorire l’ascesa del Duce, che meno di un ventennio dopo avrebbe trascinato l’Italia nel baratro della Seconda guerra mondiale. Da allora e fino al 1925 centinaia di comuni d’Italia gli conferirono la cittadinanza onoraria, rafforzando il culto del “condottiero” nonostante il periodo di oscurantismo in cui continuò a versare il Paese. Ed è nel rispetto delle democrazie e della libertà ideologica – con la Capitale della cultura ormai alle porte – che i consiglieri comunali lanciano la proposta di cancellare il riconoscimento. Prima firmataria dell’interpellanza, condivisa in prima battuta anche da una parte cospicua dell’opposizione, sarà la consigliera Eleonora Sartori, della lista Noi, mi, noaltris Go! (in foto), che può contare sul sostegno dei consiglieri Picco, Tucci e Fasiolo. Ad appoggiare la richiesta anche i due dem Alessandro Feri e Marco Rossi, oltre allo stesso Traini che presentò medesima istanza nel 2014.
Mentre il 24 maggio del 1924 il Consiglio di Gorizia conferiva la cittadinanza onoraria – si legge nella mozione depositata nell’agosto di quest’anno - pochi giorni più tardi gli squadristi uccisero vilmente il socialista Giacomo Matteotti, che ne aveva denunciato i brogli elettorali. Fu ai primi di gennaio del 1925 che l’allora Presidente del Consiglio accettò di assumersi la “responsabilità politica, morale e storica” del clima nel quale maturò l’omicidio. Ricordando come il regime «calpestò i valori di uguaglianza e solidarietà, di pace e dell’esercizio dei diritti civili, sociali, politici ed economici, nonché la dignità degli individui» anche attraverso l’approvazione delle tristemente note leggi razziali, la mozione evidenzia come la figura di Mussolini rappresenti «quanto di più opposto e contraddittorio esista rispetto ai valori affermati negli anni successivi alla caduta del regime».
«È un documento corale condiviso da molti – spiega Sartori anticipando l’assise – ma sono abbastanza certa che non verrà fatto proprio dal sindaco». Diverse le motivazioni che hanno spinto i consiglieri a sottoscrivere la richiesta, in primis la questione del Go!2025. «Molti non sapevano nemmeno che Mussolini fosse cittadino onorario di Gorizia – aggiunge - Ad ogni modo, vorrei che la proposta fosse spogliata di qualsiasi significato ideologico, perché alcuni comuni italiani hanno rimosso la cittadinanza onoraria votando all’unanimità». Una volontà che la consigliera auspica manifesti anche la destra, «che nulla dovrebbe spartire con certi disvalori». Del resto, basta leggere “Uomini e no” che Vittorini scrisse durante la guerra, per comprendere il pensiero di gran parte degli intellettuali italiani verso il fascismo e l’occupazione. Quel “no” inteso come mera negazione, che toglie persino l’umanità all’umano e alla guerra non condona niente.
«La mia è una speranza, e la proporrò in questi termini – prosegue la consigliera - Come un atto dovuto che ha un alto valore simbolico. Tutti dicono “i problemi sono ben altri”, ma è altrettanto vero che non si compie alcun progresso se ci si concentra solo sulle questioni più grandi». Un uomo al quale Antonio Scurati ha dedicato ben quattro volumi, descrivendo «una bestia», quella che «sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici». Quasi che la civiltà avesse bisogno di ripetere i propri errori, incespicando attraverso le epoche fra una dittatura e un populismo. «Si tratta di un problema simbolico, tutti sappiamo cosa ci aspetta fra poco meno di cento giorni – rimarca Sartori – Il titolo di capitale europea della cultura andato a Nova Gorica e Gorizia è stato assegnato esclusivamente per motivazioni simboliche. È la storia di questo territorio, che interessa al mondo. Per la stessa ragione va tolta l’onorificenza a Mussolini: credo che le due cose vadano di pari passo.
I tempi sono maturi, a maggior ragione quando il sindaco, Rodolfo Ziberna, in occasione dello svelamento della targa per Milojca Strukelj e Norma Cossetto, ribadì che “bisogna andare oltre senza cancellare”, alludendo alla mia mozione come esempio di “cancel culture”. Rimando al mittente questa visione, perché non si tratta di mancanza di approfondimento storico sul Novecento a livello scolastico. Non va cancellato nulla, va tolta questa aura di onorabilità a una persona che alla luce della Storia non la merita. Non si tratta di rimuovere la figura di un Capo di governo, quanto di toglierle l’onorificenza, data in un clima che di certo non è quello di oggi». Essendo il Consiglio deputato alla valutazione del conferimento di cittadinanza onoraria, rappresenta anche l’unico organo in grado di toglierla. «Mi auguro che si comprendano le finalità – auspica – Non intendiamo fare polemica ideologica, ma semplicemente lasciare un segno che resti anche dopo la capitale europea della cultura».
Un germoglio che il primo cittadino Rodolfo Ziberna pare non voler portare avanti, già dichiarando all’indomani della conferenza stampa il proprio dissenso verso azioni o proposte di “cancel culture”, terminologia presa in prestito al mondo anglosassone, che specie in questi giorni rimbalza sui social in seguito al trionfo di Trump. «Non si tratta di rimuovere una statua o cancellare la Storia, che ci ha determinato anche nel nostro presente», ribadisce Sartori. «La Storia non va mai cancellata. Vanno tolti i conferimenti positivi quando, alla luce di quanto accaduto, non hanno ragion d’essere. Al ventennio fascista – e questo lo ha ricordato anche il presidente Mattarella nel suo incontro con Pahor – non può essere attribuito nulla di positivo. Se si esprimerà il proprio voto in maniera razionale senza accondiscendere ad altri pensieri, diventa inevitabile concordare come, alla vigilia del 2025, sia necessario un segno, soprattutto alla luce di quanto compiuto dal fascismo nei confronti dei nostri amici di confine. Ci stiamo avvicinando a un evento di portata internazionale, correlato alla nostra storia. Tragedie superate in primo luogo grazie ai cittadini, non certo alla politica o alle istituzioni. La cittadinanza ha compreso come il confine, così come è stato imposto dalla politica Novecento – ormai del tutto inadeguata all’oggi - non portasse con sé alcun valore positivo. Un confine imposto che ha creato solo tragedie. Cancellare la cittadinanza onoraria a Mussolini potrebbe essere per Gorizia un bel momento per ricominciare simbolicamente. Mettere un punto senza cambiare libro, ma andando insieme a capo. Per guardare il futuro con occhi diversi, più consapevoli, specialmente in un momento in cui le guerre sono molto vicine a noi. Un simbolo che possa essere anche un regalo per le nuove generazioni, affinché sappiano che siamo andati avanti e abbiamo saputo ricucire ciò che qualcun altro intendeva mantenere diviso».
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