il concerto
La musica nell'hangar dell'Aeroporto di Gorizia, in 500 per ascoltare Romitelli
Le circa 500 sedie messe a disposizione degli spettatori, all’interno dell’hangar, all’inizio del concerto erano tutte occupate. La serata in ricordo di Romitelli.
«Sold out». Se il parametro per definire il successo o meno di un’iniziativa è il numero di biglietti distribuiti, questo è certamente il caso del concerto di ieri sera, tenutosi all’aeroporto “Duca d’Aosta” di Gorizia. Il primo indizio in tal senso si è palesato agli ultimi arrivati, poco prima dell’inizio previsto alle 21.30, non essendo stato consentito loro di parcheggiare all’interno dell’aeroporto. Un’amara scoperta la cui unica soluzione possibile è stata posteggiare in una delle successive aree di sosta lungo la trafficata via Fratelli Rusjan.
Ma la prospettiva di percorrere al buio quella strada, sprovvista di marciapiedi, non ha scoraggiato nessuno: le circa 500 sedie messe a disposizione degli spettatori, all’interno dell’hangar Gleiwitz “Tullio Crali”, all’inizio del concerto erano tutte occupate. Un risultato notevole se si considera che la musica del compositore contemporaneo Fausto Romitelli – nato a Gorizia nel 1963 e morto prematuramente a Milano nel 2004, dopo una battaglia decennale contro la leucemia – non è proprio di facile ascolto.
La stessa librettista Kenka Lekovich, che frequentava Romitelli a Parigi, nel 2003, durante la composizione della video-opera “An Index of Metals”, ha ricordato le intenzioni dell’autore: «All’epoca, nonostante le cure, lavorava continuamente su questa composizione – nelle pause vomitava con bon ton – per produrre “rumore frastornante”, come Fausto diceva. Attraverso quelle 12 canzoni brevi intendeva produrre autentiche “allucinazioni infernali”. Il tutto sarebbe dovuto risultare “allucinogeno q.b.”, quanto bastava perché la musica fosse anche ipnotica».
L’arduo compito di interpretare musicalmente l’ultima opera romitelliana è spettato all’Ensemble Miroirs Étendus. Un lavoro, quello dell’orchestra francese diretta da Fiona Monbet, iniziato sei anni fa e grazie al quale sta facendo conoscere il compositore goriziano con concerti in tutta Europa. Il concerto di ieri è stato, quindi, un vero e proprio ritorno a casa, a cui ha partecipato anche la sorella di Romitelli, Valentina, il cui aiuto è stato fondamentale nel far combaciare i vari brani. E i goriziani non hanno deluso le aspettative di questa rimpatriata in gran stile, omaggiando i circa 45 minuti di spettacolo immersivo con una prolungata standing ovation finale.
Come detto, però, la musica del compositore goriziano richiede una certa preparazione, per poter essere compresa e pienamente apprezzata. Per l’occasione non sono mancati quanti – attratti dalla gratuità del biglietto e del rinfresco a margine dell’evento – hanno provato ad assistere all’opera per pura curiosità, senza esattamente sapere cosa aspettarsi; con la conseguenza di trovarsi a disagio e dover lasciare la sala prima della fine. Ma si è trattato di un esodo limitato e discreto, nettamente controbilanciato dagli applausi sostenuti del pubblico al termine.
Il concerto di ieri, che ha inaugurato la 26.ma edizione del festival “Nei suoni dei luoghi”, è stato anche l’occasione di far debuttare l’aeroporto goriziano tra i palcoscenici del Friuli Venezia Giulia. Lo stile industriale dell’hangar – arredato con uno scenico biplano d’epoca in esposizione – ha offerto la cornice perfetta per l’esecuzione della video-opera. Un assaggio in miniatura, quindi, in attesa della realizzazione dei lavori derivanti dall’investimento di 2,5 milioni che renderanno l’aeroporto – oggi troppo sottoutilizzato – una struttura in grado di ospitare i grandi eventi del 2025.
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