Freevoices aprono èStoria tra gli applausi, parte il festival a Gorizia

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al teatro verdi

Freevoices aprono èStoria tra gli applausi, parte il festival a Gorizia

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 26 Mag 2023
Copertina per Freevoices aprono èStoria tra gli applausi, parte il festival a Gorizia

Tutto esaurito ieri sera per il concerto di apertura, pathos che ha tenuto il pubblico incollato alle poltrone fino alla standing ovation finale.

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Tutto esaurito, ieri sera al Teatro Verdi di Gorizia, per il concerto inaugurale della XIX edizione di èStoria. E c'era da aspettarselo, essendo stato chiamato a esibirsi l'amatissimo coro dei Freevoices. Scelta azzeccata, d'altronde, per l'introduzione di un festival il cui tema, quest'anno, è dedicato alle "Donne". Tema che il coro ha interpretato magistralmente presentando uno spettacolo tutto nuovo: "Siamo così... - Percorsi di riflessione sul femminile", ideato nella forma del teatro-canzone.

Ed è così che, alla storica figura della direttrice artistica Manuela Marussi, si è affiancata quella dell'attrice Paola Aiello. L'artista ha infatti accompagnato l'esecuzione dello spettacolo con l'interpretazione di testi che hanno guidato il pubblico, tra un brano e l'altro, lungo un filo narrativo volto, secondo gli autori, a «unire i volti diversi di una questione ancora aperta». Nel corso di un paio di ore si è così potuto passare per grandi classici come "Quello che le donne non dicono", di Fiorella Mannoia, o "Donne", di Zucchero.

Quest'ultimo è stato fuso con "No Woman No Cry", di Bob Marley. Spazio anche alla colonna sonora di film più recenti, come "A Star Is Born", con il brano "Shallow" originariamente cantato da Lady Gaga e Bradley Cooper. E ancora, dal pop al gospel, fino alla musica popolare ebraica, con il canto "Hava Nagila". Il tutto condito da temi che hanno toccato la violenza di genere, la guerra, declinata dal punto di vista di una madre in Vietnam, e la libertà: «Gli uomini preferiscono un'isola, ma io sono un continente, un continente governato dalla sua inaccessibilità».

Argomento, quest'ultimo molto caro al gruppo, come si intuisce dal suo stesso nome. E saluta così, il suo pubblico, la direttrice, introducendo "Think" di Aretha Franklin: «Vi lasciamo con un inno alla libertà, perché per noi è la cosa più importante: la libertà del cuore, del corpo e della mente». Il risultato è stato straordinario, con un pathos che ha tenuto il pubblico incollato alle poltrone fino alla standing ovation finale. Applausi meritatissimi anche per la violinista Laura Grandi, il pianista Gianni Del Zotto, che ha arrangiato le musiche, Francesco Pandolfo, alle percussioni, e il bassista Riccardo Pitacco.

«Quello dei Freevoices – ha affermato il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna – è un repertorio bellissimo, capace di esprimere benissimo il territorio rispondendo anche alle caratteristiche che la Commissione europea vuole per la Capitale europea della cultura». Giudizio naturalmente condiviso anche dal «patron di èStoria» – come scherzosamente chiamato da Ziberna – Adriano Ossola: «Uno spettacolo garbato e scintillante».

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