Battaglia sul Fondo Amianto, «no soldi ad aziende responsabili di malattie»

Battaglia sul Fondo Amianto, «no soldi ad aziende responsabili di malattie»

LA richiesta

Battaglia sul Fondo Amianto, «no soldi ad aziende responsabili di malattie»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 14 Mar 2024
Copertina per Battaglia sul Fondo Amianto, «no soldi ad aziende responsabili di malattie»

La mozione, presentata da Moretti e Bullian, sarà discussa prossimamente in Consiglio regionale contro una norma «fortemente discriminante e assurda».

Condividi
Tempo di lettura

Nella Sala Verde del Consiglio regionale a Trieste, gli esponenti di minoranza Diego Moretti (Pd) ed Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) hanno presentato alla stampa la mozione che impegna l'Aula a intervenire nei confronti del Parlamento e del governo. Azione affinché il fondo nazionale per le vittime dell’amianto sia destinato esclusivamente agli ex esposti e agli eredi dei deceduti a causa dell’azione della fibra killer. L'atto in questione è condiviso da nove Comuni su dieci del Basso Isontino.

«È un documento che pone l’attenzione sul decreto legge 34 del 2023 e sul decreto interministeriale del 5 dicembre scorso firmato dai ministri Giorgetti e Calderone – spiega Moretti, primo firmatario – al centro si pone una questione di giustizia che verrà presentata in Aula il prossimo 20 marzo». A commentare negativamente l’istituzione di un secondo e nuovo fondo che permette di risarcire anche le società a partecipazione pubblica, è il collega Bullian che definisce l’azione «un cortocircuito notevole».

«Non possono essere destinate quelle risorse alle aziende colpevoli e responsabili delle malattie – rileva Bullian – le risorse del fondo devono riguardare gli ex esposti, i loro eredi e chi è stato colpito da mesotelioma in maniera indiretta». Ad esprimere insoddisfazione sul nodo centrale della questione sono anche tutti gli altri consiglieri di opposizione firmatari della mozione.

Si tratta di Capozzi, Carli, Celotti, Conficoni, Cosolini, Fasiolo, Honsell, Liguori, Martines, Massolino, Mentil, Moretuzzo, Pellegrino, Pisani, Pozzo, Putto e Russo. Da quanto emerge dal testo della mozione, gli esponenti impegneranno quindi il presidente della Regione e la sua Giunta «a sostenere la richiesta di una profonda modifica normativa che riguardi la destinazione delle risorse del fondo, indirizzandole esclusivamente alle vittime dell’amianto, ex esposti o loro eredi, ed escludendo da tale beneficio le società partecipate pubbliche, che sono state accertate quali responsabili delle patologie contratte dai lavoratori, superando peraltro l’impostazione discriminatoria che limita l’intervento al solo comparto dei cantieri navali».

Tutto questo avviene a seguito del pronunciamento della Commissione regionale Amianto dello scorso 27 febbraio e delle sei associazioni regionali di esposti e di vittime, che hanno scritto congiuntamente l'indomani una lettera al presidente Fedriga. Peraltro, otto sindaci del Mandamento monfalconese hanno annunciato pubblicamente che porteranno in discussione nei propri Consigli apposite mozioni o ordini del giorno critici con questi provvedimenti statali per chiederne la modifica. L’hanno già fatto San Canzian d’Isonzo e Ronchi dei Legionari. «Solo a Monfalcone la delibera è stata diversa – specifica Bullian – è stata approvata in giunta ed ha un carattere diverso. Non si menziona la gravità dei risarcimenti alle società partecipate».

Per i primi firmatari della mozione regionale, è fondamentale intervenire a livello statale perché «ci sono in ballo i 60 milioni di euro del triennio 2024-2026». Moretti e Bullian hanno pure indirizzato un esposto all’Inail per ricevere i dati specifici sul riparto delle risorse del 2023 (20 milioni di euro) e per chiedere contezza della suddivisione dei rimborsi dal 2024 al 2026 (altri 60 milioni). Tra gli altri aspetti richiamati in conferenza stampa, i promotori hanno anche contestato il principio applicato per l’erogazione dei rimborsi alle aziende. Una norma giudicata «fortemente discriminante e assurda» che non coinvolgendo le aziende dell’indotto o di altro tipo, si dimostra contraria alle regole sulla concorrenza leale.

«Auspico che non ci siano steccati e divisioni sul tema – sono ancora le parole del dem Moretti – dispiace l’atteggiamento del Comune di Monfalcone. La misura sia condivisa da tutto il Consiglio e coinvolga anche i parlamentari per uscire da questa situazione». E ancora: «è una questione di giustizia e verità che riguarda centinaia di famiglie. La curva dei malati è purtroppo ancora in salita». In chiusura, Bullian chiede che si eviti di far passare l’idea dello Stato «che mette una pezza sulla questione» perché il tema riguarda anche l’area regionale giuliana e non solo Isontino e Basso Friuli. Attestato che la ratio della norma dovrebbe essere diversa, secondo i membri della minoranza, ora si attende la seduta consiliare di mercoledì 20 marzo.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione