LA MOSTRA
Con la mostra 'Da Boccioni a Martini' il 2025 arriva a Monfalcone
Parte del progetto dedicato a Ungaretti, dal 26 ottobre la mostra alla Galleria d'Arte Contemporanea.
Una giornata storica quella di oggi per il goriziano. In poche ore due pre-inaugurazioni, entrambe legate a quello che è uno degli eventi principali della Capitale Europea della Cultura: il progetto espositivo dedicato a Giuseppe Ungaretti, il poeta a cui è più legato il 2025 dal momento che le celebrazioni ufficiali inizieranno proprio l'8 febbraio, giorno della sua nascita coincidente, peraltro, con quella della scomparsa del poeta sloveno France Prešeren. La mattina di oggi è stata così segnata dalla preview della parte ospitata al Museo di Santa Chiara a Gorizia (“Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l'anima del mondo”). Nel primo pomeriggio, il trasferimento a Monfalcone per l'anteprima di “Da Boccioni a Martini. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso” allestita nella Galleria Comunale d'Arte contemporanea nella quale, per l'occasione, è stato aperto anche il salone del primo piano.
Raggiante l'assessore comunale alla Cultura Luca Fasan: «La Capitale Europea della Cultura è un'opportunità straordinaria per tutto il territorio e ci ha dato la possibilità di fare sistema. Creare una rete significa investire sempre di più in cultura, non solo in senso economico ma anche rispetto alle risorse umane presenti nel monfalconese. Le parole pronunciate dal sindaco Ziberna due anni fa “il 2025 è una partita che si vince tutti quanti insieme” - ha proseguito Fasan – ci hanno dato la passione per questa mostra per puntare sempre più sulla qualità. Ed è per questo che stiamo lavorando a una nuova collaborazione con un ente prestigioso, che non posso ancora svelare, ma che porterà a un'ulteriore mostra nella seconda parte del prossimo anno».
Anna Del Bianco, direttore centrale del settore Cultura e Sport della Regione, ha ribadito le parole della mattinata parlando di questa mostra come uno dei «pilastri del 2025. Essere Capitale Europea riguardava il futuro di questo territorio e di questo confine e abbiamo chiesto la collaborazione di tutti per esprimere la nostra potenza artistica e dare la possibilità di un'immersione nella bellezza. Ma ciò che è importante per il futuro è soprattutto la capacità dimostrata da due comuni di fare squadra ed è l'eredità che dovrà lasciarci il 2025».
Il consigliere regionale Antonio Calligaris ha ricordato l'importanza delle somme investite dalla Regione per la Capitale Europea (dieci volte superiori a quelle stanziate per Matera), resi necessari dalla volontà di trasformare il Friuli Venezia Giulia in una vetrina di arte e cultura e renderlo magari appetibile per potenziali trasferimenti stabili. «Questa mostra è un ponte e questo non è mai accaduto prima – ha dichiarato l'assessore alla Cultura del Comune di Gorizia Fabrizio Oreti – Il prossimo anno saremo giudicati ma abbiamo dalla nostra parte la qualità. La Capitale Europea sarà l'occasione di un nuovo Rinascimento per la nostra regione, l'opportunità per far conoscere i nostri gioielli».
È spettato quindi al curatore del progetto Marco Goldin illustrare nel dettaglio le scelte operate per confezionare una mostra che vuole ricostruire l'orizzonte artistico del Triveneto nei primi decenni del Novecento. «Parlare di arte in quel periodo significa parlare di Ca' Pesaro e di quelle mostre che permettevano anche a giovani non affermati di veder esposte le loro opere. Erano le Avanguardie, spiega Goldin, lo si percepisce anche nell'angolo in cui abbiamo accostato tre dipinti della stessa calle veneziana: da Luigi Napoleone Pellis a Pieretto Bianco fino a Gino Rossi la figurazione aneddotica scompare. E se qui al pianoterra abbiamo dato spazio alla figura e al ritratto, al piano superiore la sala è interamente dedicata al paesaggio e alla laguna, i veri protagonisti della pittura di inizio Novecento a Venezia».
Rispetto ai consueti allestimenti, Goldin ha deciso di leggere lo spazio al pianoterra come la navata unica di una chiesa che conduce all'abside in cui troneggiano due sculture di Arturo Martini, messe in dialogo con altrettante tele di Gino Rossi: la “Maternità”, identico soggetto per entrambi, mentre la plasticità de “L'ubriaco” è messa a confronto con “Il muto” poco distante. A concludere il percorso, un omaggio agli artisti di area giuliana e, in una saletta a destra dell'ingresso, la prima copia de “Il porto sepolto”, prestito della Biblioteca Civica Joppi di Udine. La mostra “Da Boccioni a Martini” sarà aperta al pubblico dal 26 ottobre al 4 maggio 2025.
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