Morto l'ex fotografo Giorgio Sella, ha raccontato la cronaca di Gorizia

Si è spento a 87 anni, era dipendente Telecom in pensione e aveva fatto il fotografo tra gli anni Settanta e Novanta con diverse testate. Il ricordo.

Aveva immortalato con la sua macchina fotografica alcuni dei momenti più significativi della storia di Gorizia e dintorni, tra cui la strage di Peteano. A 87 anni, si è spento ieri Giorgio Sella, fotografo collaboratore di diversi giornali e riviste per lungo tempo. Da tempo aveva abbandonato la sua grande passione, ma era rimasto sempre legato al mondo giornalistico e ai vecchi colleghi. Quando ancora non esisteva il digitale, con la sua macchina fotografica aveva testimoniato gli avvenimenti goriziani.

Si era sempre distinto per disponibilità e affidabilità, come lo ricordano ancora oggi suoi ex colleghi. Di lui si ricordano in particolare le fotografie del basket, del pugilato e anche alcune significative immagini della natura. “Si faceva in quattro per portare in redazione delle belle foto - racconta l’ex caporedattore del Messaggero Veneto a Gorizia, Vincenzo Compagnone - e aveva trasformato un bugigattolo attiguo al bagno della redazione di via Diaz in camera oscura, dove sviluppava e stampava le foto”.

Per portare a casa il risultato, non si tirava indietro alle sfide: “Una volta - prosegue Compagnone - per documentare un fatto di cronaca, una persona che era annegata nell’Isonzo, si inerpicò lungo la scarpata tornando indietro con i vestiti tutti a brandelli”. Ricordato anche come una persona semplice e buona, aveva offerto i propri scatti tra gli anni Settanta e Novanta a Messaggero Veneto, Piccolo, Gazzettino e Primorski dnevnik “solo per passione, senza compenso” precisa la moglie Bruna Chersicla, con cui ha condiviso 52 anni.

Era stato anche dipendente dapprima della Sip, quindi della Telecom fino alla pensione. Oltre alla moglie con cui viveva a Montesanto, lascia anche due figli e i tanti nipoti. I suoi funerali saranno celebrati giovedì 18 gennaio alle 11, partendo dall’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio e arrivando direttamente al cimitero centrale di via Trieste.

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