Morti sul lavoro, Gorizia scende nella classifica dei casi in Italia

Morti sul lavoro, Gorizia scende nella classifica dei casi in Italia

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Morti sul lavoro, Gorizia scende nella classifica dei casi in Italia

Di Redazione • Pubblicato il 31 Ago 2023
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Il Friuli Venezia Giulia si classifica in zona arancione (con 12 decessi) insieme a Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania, Sicilia e Veneto.

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Gorizia si posiziona al 55esimo posto nell'incidenza degli infortuni mortali sul lavoro, secondo lo studio dell'Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering. Era 27esima nel report di giugno. L'indagine rileva infatti un caso accaduto, su 57.518 occupati in provincia. Udine è al 39esimo posto, Pordenone 15esimo e Troeste 80esimo, mentre il Friuli Venezia Giulia si classifica in zona arancione (con 12 decessi) insieme a Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania, Sicilia e Veneto.

A livello nazionale, nei primi sette mesi del 2023 è sempre il settore trasporti e magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi sul lavoro: sono 61 da gennaio a luglio.

A seguire ci sono le costruzioni (58), le attività manifatturiere (51) e il commercio (32). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (154 su un totale di 430). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a luglio 2023 sono 25, mentre 14 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 79, mentre sono 24 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il mercoledì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sette mesi dell’anno (20,5%). Le denunce di infortunio, invece, sono in diminuzione del 21,9% rispetto a fine luglio 2022. Erano, infatti, 441.451 a fine luglio 2022. Nel 2023 sono scese a 344.897. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno a fine luglio le denunce erano 60.602, mentre a fine luglio 2023 sono diventate 16.389 (-73%).

Altra conferma, questa, della "quasi" totale "estinzione" degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche. Anche dopo i primi sette mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle attività manifatturiere (42.807). Seguono costruzioni (18.727), trasporto e magazzinaggio (17.905), commercio (17.303) e sanità (16.389). Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a luglio 2023 sono state 121.095, quelle dei colleghi uomini 223.802. Allarmante il dato delle denunce dei giovanissimi: fino ai 14 anni si rilevano 30.845 denunce (circa il 9% del totale).

“Fatto il giro di boa del 2023 - commenta il presidente dell'istituto di Mestre, Marco Rossato -, le proiezioni statistiche descrivono un panorama a dir poco sconfortante. Ed è avvilente constatare – per chi come noi si occupa da 14 anni di monitorare quotidianamente l’emergenza – come la situazione non accenni in alcun modo a migliorare. Anzi, come nel caso delle morti in occasione di lavoro, lo scenario diventa di mese in mese più critico con un incremento rispetto allo scorso anno del 4,4%”.

Foto di archivio

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