VERSO IL CONSIGLIO COMUNALE
Morsolin e Saullo chiedono il ritiro del «decreto vergogna» sull’amianto. Pressing su Cisint
I consiglieri chiedono un cambio di rotta, ma l’ex sindaco difende l’azione del Comune e non accetta lezioni «noi coerenti e collaborativi con il Governo».
Sul piano di interventi riguardo il tema amianto che la maggioranza di Centrodestra porterà in discussione in un Consiglio Comunale convocato ad hoc che si terrà entro la fine di ottobre, intervengono i consiglieri Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo de La Sinistra per Monfalcone. «Anna Maria Cisint, con l'arroganza di chi pensa che i cittadini e soprattutto le associazioni non conoscano le leggi, crede di poter far dimenticare alla città che il suo governo da quasi un anno ha varato e poi riconfermato, ampliandolo, un provvedimento che regala ai colpevoli 80 milioni di euro – affermano Morsolin e Saullo - la cosa ancora più grave è che per dare alle aziende che hanno causato le vittime, toglie ai lavoratori ed alle lavoratrici i fondi per la formazione e la sicurezza».
«Di questo si dovrebbe parlare in Consiglio e trovare un fronte comune per chiedere con forza al Governo un cambio di rotta – continuano i consiglieri di minoranza - non parlare di altro come evidentemente vuole fare Cisint con queste uscite peraltro da assessora esterna che quindi non potrà intervenire nel dibattito in Aula». Qualche giorno fa, Cisint ha rilevato che «le Sinistre non possono dare nessuna lezione, dovrebbero piuttosto fare autocritica, perché durante i miei mandati è stata ribaltata una situazione di assoluta inerzia e abbandono verso le persone colpite dall’amianto e i loro familiari».
«Il Comune di Monfalcone ora è preso ad esempio da tutti i territori italiani interessati perché ha dimostrato che, pur non avendo gli enti locali competenze dirette, è diventato il fulcro di un’azione coordinata che ha radicalmente cambiato la condizione cittadina, anche se rimangono le preoccupazioni per la latenza nel tempo dell’emergere dei casi» ha spiegato ancora Cisint. Sul provvedimento relativo al Fondo Vittime dell’Amianto, l’ex sindaco ha inoltre affermato di rivendicare «a testa alta la coerenza degli interventi svolti dal Comune verso il Governo, portati avanti nel segno della collaborazione inter istituzionale ma in maniera riservata, con contatti diretti e da cui mi aspetto risultati nel prossimo vicino futuro».
Morsolin e Saullo insistono: «A mezzo stampa Cisint invece potrebbe rispondere degli esiti del recente viaggio a Roma, pagato con fondi comunali e non europei, per incontrare il ministro Giorgetti. Di cosa hanno parlato? Ci sarà un passo indietro del Governo centrale? Ci auguriamo che il viaggio abbia avuto come esito il ritiro del decreto con tanto di scuse alle famiglie delle vittime ed ai lavoratori e lavoratrici. Abbiamo il timore invece che venga fatto il solito fumo parlando di cose di dieci anni fa e delle bonifiche che tutti i comuni già fanno e che il Comune di Monfalcone faceva prima del suo arrivo».
Secondo Cisint invece, «la tutela delle vittime non è disgiunta dalle bonifiche delle fabbriche e degli edifici, dalla riqualificazione dei servizi sanitari o dalla ricerca scientifica». «La destra messa alle strette non sa veramente cosa dire, ma soprattutto non ha scalfito minimamente il proprio governo su un tema centrale per la città e che ha abbondantemente usato in campagna elettorale – concludono i consiglieri di minoranza - un ordine del giorno in cui si parla delle bonifiche e non del ritiro del provvedimento è solo l'ennesima farsa per cercare di nascondere il fatto che questa amministrazione è allineata e coperta sul decreto vergogna».
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