Morì cadendo nel pozzo di parco Coronini, Gorizia ricorda il piccolo Stefano

È passato un anno da quel tragico evento. La comunità ricorderà il ragazzo con una messa, chiude Palazzo Coronini.

Sono passati ormai dodici mesi esatti da quando il piccolo Stefano Borghes, appena 13enne, è scomparso cadendo in un pozzo nel parco di Palazzo Coronini. La tragedia colpì nel profondo la città, già segnata nella prima estate dell'era Covid, e il filone giudiziario è ancora lontano dall'essere chiuso. Ad oggi, sono dodici gli indagati sul caso, tra cui il sindaco di Gorizia - e presidente della Fondazione Coronini - Rodolfo Ziberna, il direttore dell'ente Enrico Graziano e gli altri componenti del Curatorio. Già ad aprile, il giudice per le indagini preliminari aveva invece scagionato i due animatori che seguivano il gruppo.

Nel fascicolo aperto dalla Procura, con l'accusa di omicidio colposo, figurano anche due tecnici che avevano redatto il documento di valutazione dei rischi dell'area. Nel frattempo che la giustizia fa il suo corso, la comunità si prepara a ricordare quel drammatico ricordo. Alle 11 di giovedì, giorno esatto in cui il ragazzino precipitò, l’arcivescovo di Gorizia monsignor Carlo Redaelli presiederà la messa nella grotta di Lourdes di via Alviano (nella foto). L'eucarestia concluderà il ciclo di ”Estate tutti insieme”, ossia le attività estive promosse dal coordinamento delle parrocchie locali.

Lo stesso Borghes sarà ricordato anche nella funzione delle 18.30, in Duomo. La grotta fu oggetto di pellegrinaggio anche nei giorni successivi al drammatico evento, mentre molti depositarono fiori e lettere davanti ai cancelli chiusi della storica dimora di viale XX settembre. In segno di profondo rispetto per questa grave perdita e di incondizionata solidarietà con il dolore della famiglia, inoltre, proprio Palazzo Coronini rimarrà chiuso al pubblico. Il parco è rimasto interdetto da quel dì, che in quel periodo stava ospitato il cinema all'aperto del Premio Amidei. 

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