Monte Santo prega per la pace in Ucraina, «diciamo sì all'accoglienza»

Monte Santo prega per la pace in Ucraina, «diciamo sì all'accoglienza»

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Monte Santo prega per la pace in Ucraina, «diciamo sì all'accoglienza»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 25 Mar 2022
Copertina per Monte Santo prega per la pace in Ucraina, «diciamo sì all'accoglienza»

La messa con i vescovi di Gorizia e Capodistria nel santuario, assente la parte in friulano.

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Due chiese in preghiera in tre lingue: a Monte Santo-Sveta Gora l’arcidiocesi di Gorizia, guidata dall’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, è la diocesi di Capodistria, con il vescovo Jurij Bizjak. Gremito lo storico santuario di Nova Gorica, specialmente di fedeli di lingua slovena.

“Oggi - ha ricordato nell’omelia il presule goriziano - l’umanità continua a dire 'no' a Dio, alla pace, alla giustizia, alla carità. La guerra di per sé un grande 'no' all’umanità. Ma c’è anche chi dice e vuole dire 'sì' all’accoglienza, alla pace e alla carità. Maria è un esempio di un grande 'si'”.

La preghiera delle due Chiese è avvenuta in comunione con il Pontefice, che da Roma presiedeva la consacrazione dei due Paesi, Ucraina e Russia, al Cuore Immacolato di Maria. “Non dobbiamo dimenticare - ha proseguito Redaelli - le tante guerre che ancora si combattono nel mondo, ma che spesso ci dimentichiamo perché sono lontane da noi”.

Unici due nei, va detto, nella celebrazione la mancanza di preghiere in friulano, lingua che per secoli è stata ugualmente utilizzata dalle genti del Goriziano per pregare a Monte Santo e l’assenza di un accompagnamento musicale.

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